Tappa indispensabile a Barcellona è sicuramente la Casa Milà, progettata dall’architetto catalano Antoni Gaudí. Non tutti sanno che la sua costruzione è stata tutt’altro che semplice, andiamo a scoprirla insieme.

Dove si trova

L’area del Passeig de Gràcia, zona in cui poi sorgerà Casa Milà, divenne contea della città di Barcellona soltanto nel 1897 e due anni dopo entrò a far parte del piano Cerdà per l’espansione della città. All’inizio del XX secolo il Passeig de Gràcia era diventata un’arteria principale della città e qui la borghesia catalana aveva iniziato ad abitare. E com’era successo per Casa Batlló nella Illa de la Discòrdia, Antoni Gaudí venne chiamato per progettare una casa dando sfoggio di tutte le sue capacità.

Alzato di Casa Milà (Gaudí, 1906) – CC0

La committenza

La Casa Milà venne commissionata da Pere Milà i Camps, ricco uomo d’affari e immobiliarista di Barcellona. Lui e la moglie, essendo due personaggi di spicco della città, volevano una casa dal design innovativo e lussuoso, seguendo la moda dell’epoca. Scelsero Gaudì, artista già affermato, dopo aver visitato Casa Batlló all’epoca incompiuta. L’artista catalano a quei tempi stava lavorando non solo a Casa Batlló ma anche ad altri importanti progetti come Casa Bellesguard e Parco Güell ed aveva ripreso la progettazione della Sagrada Familia.

I committenti voleva un grande palazzo in cui il primo piano sarebbe stato adibito come abitazione propria, mentre il piano terra sarebbe stata riservata a negozi ed la restante parte sarebbe andata in affitto.

Le problematiche

La costruzione però non procedette in modo lineare, anzi fu costellata di problemi. La prima controversia con l’amministrazione si verificò quando il consiglio comunale bloccò i lavori di costruzione perché un pilastro occupava parte del marciapiede non rispettando anche l’allineamento delle facciate. Gaudì non curante continuò i lavori.

Non solo uno dei pilastri della facciata occupava parte del marciapiede del Paseo de Gràcia ma parte dell’attico e del tetto superava il massimo consentito tanto che il comune impose di pagare una salatissima multa oppure di demolire parte del solaio e del tetto.

Casa Milà in costruzione

Le critiche

Casa Milà sicuramente non segue nessun canone di stile convenzionale, motivo per cui ha ricevuto molte critiche da parte della popolazione di Barcellona. Veniva infatti chiamata La Pedrera che in spagnolo significa la cava di pietra.

Le altre famiglie facoltose di Passeig de Gràcia si arrabbiarono talmente tanto con i Milà che finirono per non salutarli nemmeno per strada, sostenendo che quella casa non convenzionale avrebbe abbassato il prezzo dei terreni nella zona.

I rapporti tra Gaudì e i Milà

Aspri furono i rapporti rapporti tra Antoni Gaudì e la committenza soprattutto con Roser Segimon i Artells, moglie di Pere Milà. I due avevano infatti due diverse concezioni in fatto di decorazioni e rifiniture. Nuove discussioni sorsero riguardo i pagamenti e Milà dovette pagare più di 100000 pesetas all’artista, arrivando a dover ipotecare la stessa casa.

Quando Antoni Gaudì morì nel 1926 Roser Segimon decise di eliminare quasi tutti i mobili di Gaudì e di modificare il piano in cui viveva affidando il progetto a Josep Bayo. Alcuni elementi che furono nascosti sono venuti alla luce durante il restauro del 1990.

Casa Milà nel 1914

Dagli anni 50 agli anni 70

Durante la Guerra Civile del 1936 la Casa Milà fu occupata dal Partito Socialista Unito di Catalogna dato che i proprietari aveva momentaneamente lasciato Barcellona per Blanes. Roser Segimon, alla morte del marito nel 1940 vendette l’edificio alla Compañía Inmobiliaria Provenza (CIPSA) nonostante continuò a vivere al piano nobile fino alla sua morte nel 1964.

L’edificio venne modificato per aumentarne il rendimento economico e furono ricavati 13 appartamenti nel sottotetto, dove un tempo erano presenti i lavatoi. Per questo lavoro venne scelto Francisco Juan Barba Corsini che rispettò il volume e la struttura originali di Gaudí anche se poi i vari appartamenti presentavano un design e un arredamento tipico degli anni 50.

Dato che l’edificio aveva costi di manutenzione troppo alti, i proprietari densificarono ulteriormente le abitazione e affittarono i locali alle più disparate attività, dal bingo agli uffici del cemento Molins. In aggiunta lasciarono invecchiare l’edificio, provocando la caduta di alcune pietre nel 1971.

Il grande restauro degli anni 90

Nel 1969 la Casa Milà di Barcellona divenne ufficialmente un Monumento Storico-Artistico ma divenne Patrimonio Mondiale soltanto nel 1984. Caixa de Catalunya acquistò l’edificio per 900 milioni di pesetas nel 1986 e l’anno dopo iniziarono i lavori di ristrutturazione più urgenti.

Nel 1989 viene redatto un Piano Regolatore per il restauro e la riqualificazione di Casa Milà, che proponeva un ampio programma di interventi, adattamenti e usi dell’edificio. Il piano nobile sarebbe diventato una sala espositiva mentre il piano interrato sarebbe stata usata come Auditorium e Sala Polifunzionale. L’attico come Centro di Interpretazione Permanente sulla vita e l’opera di Gaudí ed infine il tetto sarebbe diventato un zona per contemplare la città. Una parte sarebbe stata usata anche come abitazione e locali commerciali dal mezzanino fino al quarto piano. Tutti i lavori si conclusero il 27 giugno 1996.

La Casa Milà è attualmente proprietà della Fondazione Catalunya La Pedrera ed è uno dei dieci luoghi più visitati a Barcellona.

Casa Milà di Barcellona – pxhere

Maria Giulia Parrinelli

Vi potrebbero interessare anche:

©Villegiardini. Riproduzione riservata