In Bassa Sassonia, il paesaggista Enzo Enea con un progetto coerente ha trasformato un’area incolta e abbandonata in un parco paesaggistico che sfuma i confini con il paesaggio circostante e accoglie la biodiversità. Nell’Ammerland, in Bassa Sassonia, a un passo dal Mare del Nord e quasi al confine coi Paesi Bassi, la cittadina di Bad Zwischenahn è immersa in un paesaggio agreste con macchie boschive che spesso arrivano a lambire le sponde del lago Zwischenahner Meer.

Una vista del giardino davanti alla casa, con in primo piano i prati fioriti e sullo sfondo Pinus sylvestris esemplari, cuscini di Pinus mugo e a sinistra una pergola di platani tenuti a ombrello. Foto di Ferdinand Graf Luckner e Ulrike Romeis.

In questo luogo, nel tempo, sono sorti numerosi vivai soprattutto di alberi e rododendri, che qui trovano le condizioni ideali di umidità e temperatura e quattro stagioni ben distinte. Ed è appunto di una proprietà un tempo parzialmente adibita a vivaio che si è occupato il noto paesaggista Enzo Enea, con base in Svizzera e con uffici negli Stati Uniti e a Milano.

La tenuta si estende su una superficie di oltre sei ettari, di cui quasi quattro sono oggi adibiti a parco caratterizzato da un unico linguaggio progettuale dove i committenti, grandi amanti della natura, possono vivere all’aria aperta, godendo del paesaggio ricreato con mano invisibile dal progettista e della biodiversità che lo abita. Ora il luogo è in perfetta sintonia con il contesto paesaggistico nel quale è inserito e con il quale dialoga, tanto che in alcuni punti i confini tra i due sono sfumati e quasi non si distinguono.

Una nuova serra realizzata nel parco, su richiesta dei committenti, grandi amanti della natura. È circondata da grandi Taxodium distichum, Quercus robur, Fagus sylvatica e sfere topiate di Taxus baccata. Foto di Ferdinand Graf Luckner e Ulrike Romeis.

All’inizio il sito si presentava come una grande distesa pianeggiante con un cattivo drenaggio, occupata da incolti e da resti del vivaio, tra cui molti alberi e arbusti di pregio e di buone dimensioni sparsi un po’ ovunque, con sentieri rettilinei divenuti privi di scopo: un insieme disomogeneo che necessitava di un progetto coeso che armonizzasse le varie parti in un insieme coerente, fornisse un habitat per la fauna e favorisse la biodiversità. Per risolvere contemporaneamente il problema del drenaggio e della topografia sono stati scavati bacini di raccolta delle acque meteoriche creando, con il terreno di risulta, morbide colline che sono barriere naturali contro il vento, che in alcuni periodi dell’anno è estremo, e introducono un elemento di varietà dinamica.

Gli incolti sono divenuti prati fioriti oppure distese di graminacee dalle ligule sottili che insieme sono un invito alla scoperta del parco e si aggiungono alle grandi stanze raccordate tra loro sfruttando in parte i sentieri esistenti, resi permeabili, ai quali è stata data, in alcuni tratti, una forma più sinuosa per aggiungere interesse. Uno di questi è costeggiato da grandi Amelanchier x lamarckii la cui fioritura primaverile sembra una vaporosa nuvola bianca, un altro è il viale di ingresso con faggi preesistenti sotto ai quali prosperano rododendri esemplari, felci ed erbacee perenni da ombra, altri più regolari sono ombreggiati da pergole con piante rampicanti e racchiudono un meleto, un altro ancora costeggia l’intera proprietà e consente di accedere alle varie aree.

I grandi alberi esistenti sono stati preservati e nuovi della stessa specie e dimensione sono stati acquistati e piantati in piccoli gruppi irregolari per sottolineare la natura organica del parco, insieme a nuove specie scelte per potenziare la frescura primaverile e la magia dell’autunno, oppure, come Taxodium distichum e Quercus palustris per la loro capacità di prosperare in terreni umidi. Quest’ultima e Quercus robur, in parte esistente in loco, sono state piantate in quantità superiore perché autoctone e presenti nei boschi e nel paesaggio circostante con cui sono il principale elemento di coesione.

Enzo Enea
Una vista del giardino in autunno con i colori di Taxodium distichum, Quercus robur, siepi di faggio topiato. Sullo sfondo si nota una collinetta ricavata con il terreno di risulta del bacini di raccolta delle acque meteoriche. Foto di Ferdinand Graf Luckner e Ulrike Romeis.

Bordure fiorite in cui è stata prestata grande attenzione alla successione delle fioriture e all’equilibrio e all’alternanza delle forme collegano vari gruppi di alberi e si fanno più frequenti nella aree vicine alla casa dove si trovano anche le uniche zone a tappeto erboso per consentire il gioco dei bimbi. L’alternanza di prati fioriti a gruppi o boschetti di alberi coerenti tra loro e la ripetizione delle bordure hanno consentito di raggiungere l’unita progettuale. Il parco è estremamente piacevole, invitante e al tempo stesso contemplativo. enea.ch

Elisabetta Pozzetti

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