Conosciute come il gioiello delle Bahamas, le isole Abaco sono le più settentrionali dell’arcipelago e vantano la terza barriera corallina più estesa al mondo oltre che alcune tra le spiagge più incantevoli.

Il portale di accesso nel prato, accanto a Bismarckia nobilis ‘Silver Select’, palme da cocco e Alocasia ‘Regal Shields’. Foto di Tamara Alvares.

Lontane dal turismo di massa, queste 120 isole e cay (isolotti corallini), alcune delle quali disabitati e altre private, offrono una pausa dal ritmo frenetico della vita quotidiana, immersi nel silenzio, interrotto solo dallo sciabordio delle onde, e nella natura, in contemplazione del cielo e del mare, magari in una delle molte baie immacolate. Esperienze tropicali indimenticabili.

A Great Guana Cay, una delle isole più esclusive, il paesaggista Craig Reynolds, insieme a Ladd Roberts, è stato incaricato di progettare un giardino lussureggiante in una proprietà di circa 4.000 metri quadrati affacciata direttamente sull’Oceano Atlantico e da cui si godono albe spettacolari. Il committente si è anche affidato ai due paesaggisti per confermare il punto migliore in cui collocare la moderna villa per godere della vista mozzafiato sull’Oceano.

L’area di progetto, di forma rettangolare, era una duna di sabbia elevata di circa otto metri dalla spiaggia con vegetazione autoctona, un bioma denominato coppice e costituito da specie in grado di resistere alla salsedine e ai venti e di prosperare nel suolo di roccia calcarea di cui le Abaco sono costituite. Dopo aver deciso di innalzare di un ulteriore metro il piano di campagna, per aggiungere buon terreno per il giardino, la casa, progettata a forma di Elle con la parte più lunga orientata a nord per offrire un riparo dai venti invernali, è stata costruita nel punto più alto, con le zone living principali a est a traguardare il mare.

Una vista del giardino frontale, con il tappeto erboso in Zoysia, e giovani Cycas circinalis che spiccano tra le bordure. Foto di Tamara Alvares.

Si sono venute così a creare zone separate, ma interconnesse, con tre microclimi differenti a cui corrispondono altrettante stanze all’aperto, secondo i desiderata del committente. Nell’area davanti alla villa e al portico in Ipè, orientati a est, è stata installata una grande piscina con relative zone solarium in pietra locale calcarea e chiara. Questa pietra riflette i raggi del sole e riduce l’esposizione al calore delle superfici del patio, consentendo al contempo la continuità tra gli spazi esterni. Sotto i gradini si trova un’ampia spiaggia circondata da una vegetazione progettata per essere integrata nel paesaggio autoctono adiacente. Il design di questa zona è sobrio e geometrico per non distrarre l’attenzione dal panorama e dalla natura. Sul lato sud è stato creato un giardino per essere protetti dai venti invernali del nord. Quest’area comprende una seconda piscina riscaldata, più piccola, utilizzata come grande SPA.

Adiacente a questa si trova un’area relax incassata, che favorisce il flusso tra i due spazi. Una zona pranzo all’aperto sulla sabbia si trova di fronte alla cucina. Il giardino confina con la proprietà adiacente, delimitato da piante autoctone per integrarsi nel sito e creare un senso di continuità. Le diverse altezze delle palme da cocco (Cocus nucifera) collocate in giardino creano un interessante gioco di ritmo e forma. Piccoli arbusti dal portamento strisciante aggiungono una nota di verde alla sabbia.

Una vista del giardino a est di fronte all’oceano, con la grande piscina, il portico in Ipè e la zona solarium in limestone, una pietra calcarea molto compatta, di colore chiaro. Le piante messe a dimora da Reynolds sfumano verso la vegetazione tipica delle dune bahamiane con la quale si fondono. Foto di Tamara Alvares.

Ben protetto dalle pareti della villa, il giardino principale è un vero eden tropicale, con composizioni studiate di piante lussureggianti, appositamente scelte per il valore ornamentale e la consistenza delle foglie, il portamento e le texture, per creare giochi di pieni e vuoti, di contrasti, per donare dinamicità a un insieme equilibrato e condurre l’occhio sempre più avanti, grazie alla ripetizione di alcune specie, con qualche pianta, che lo stesso Reynolds definisce pop, che si distingue e spicca, per colore o per forma. Le fioriture hanno un ruolo secondario e sono meno importanti che nei giardini continentali in cui le stagioni son ben definite. L’interesse è dato dal cambiamento, dall’evoluzione delle piante nel tempo e da come conquistano lo spazio, magari a scapito di altre, e dall’interazione delle une con le altre, lasciando che la natura faccia il suo corso, seppure invisibilmente controllato.

Il layout del giardino è stato concepito come una progressione lenta che dall’accesso alla proprietà porti alla scoperta di ciò che sta oltre, sfociando in un ampio spazio aperto che culmina con la vista dell’architettura della casa e che prosegue lateralmente. A parte il sinuoso viale di accesso che conduce a un ingresso secondario, a qualche tratto di collegamento tre le stanze del giardino, tutti in pietra locale, come pure i muretti di contenimento dell’iniziale dislivello e i conseguenti gradini, si cammina nell’erba, morbida Zoysia, a piedi nudi, per espresso desiderio del committente.

Una volta entrati nella proprietà, circondati dalla vegetazione, si entra in una prima area inerbita fino a giungere a un portale di accesso che inquadra una prima vista della villa e agevola un salto di quota verso la parte più estesa e aperta del giardino, punteggiato da più specie di palme e alberi inseriti tra le composizioni armoniche di arbusti ed erbacee tropicali, autoctone e non, di cui Reynolds è esperto conoscitore. Il giardino è giovane eppure, grazie alla messa a dimora di esemplari unita a una crescita veloce di tutto, sembra maturo e in ogni sua parte si rapporta con le architetture in una proporzione perfetta. Il design dell’area piscina è sobrio e geometrico per non distogliere l’attenzione dalla vista sull’Oceano Atlantico e dal paesaggio naturale. craigreynolds.net

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