Il volume Edra Amendola, edito da Treccani, presenta le immagini fotografiche d’autore di Aurelio Amendola che, nel corso di un anno di lavoro, ha ritratto i modelli delle collezioni Edra, interpretandoli come sculture e opere d’arte. Questo incontro era inevitable: Amendola è infatti uno dei più apprezzati fotografi di scultura e le creazioni di Edra sono strettamente legate ai linguaggi dell’arte. Il risultato è una ricerca che, libera da ogni intento commerciale, edonistico o autocelebrativo, ha saputo cogliere importanti tratti del lavoro dell’azienda e dei suoi autori, da Francesco Binfaré ai fratelli Campana, da Jacopo Foggini a Masanori Umeda, senza dimenticare Mario Cananzi e Roberto Semprini.

Raccontare a parole questo unicum è spesso complicato, mentre le immagini di Amendola, lontane da un intento puramente referenziale o pubblicitario, mirano a cogliere l’essenza: dalla ricerca sulla forma a quella sulla materia, dall’unicità del disegno alla sua espressività, che rimanda ai linguaggi dell’arte, più che a quelli in senso stretto del design. Questo attraverso una sensibilità artistica che padroneggia alla perfezione il limite tra verità ottica e trasfigurazione, tra realtà e immaginazione. Il progetto fotografico, realizzato con macchina di grande formato, pellicole e stampe fine art in bianco e nero è il risultato di uno sguardo unico e sapiente, che Amendola ha maturato nel corso di una lunga carriera, durante la quale ha saputo raccontare con maestria sia l’arte contemporanea sia le opere dei maestri del Rinascimento.

Aurelio Amendola.

Nato a Pistoia nel 1938, il suo esordio risale agli inizi degli anni 60, grazie all’incoraggiamento di Marino Marini, maestro della scultura italiana del 900 e suo concittadino. Questa prima fase ebbe come risultato di rilievo la pubblicazione del volume Il pulpito di Giovanni Pisano a Pistoia (1969). L’interesse per la scultura italiana, dal Rinascimento al Neoclassicismo, venne approfondito attraverso altri progetti fotografici sulle opere di Donatello, Jacopo della Quercia, Luca della Robbia, Canova, Bernini, Michelangelo, nei quali si apprezza la capacità di coniugare il rigore della lettura oggettiva con la creatività della rilettura personale.

Iniziava altresì a emergere una spiccata sensibilità nella gestione di una luce capace di restituire, al contempo, contrasti teatrali e una inaspettata sensualità. A questo Amendola ha affiancato l’interesse per la contemporaneità. Fondamentale in questo ambito, il prezioso il sodalizio con il già citato Marino Marini e Alberto Burri, indimenticabili compagni di strada, oltre alla frequentazione di artisti del calibro di Manzù, Fabbri, Ceroli, Vangi, Kounellis, Pistoletto, Parmiggiani, Paladino, Barni, Ruffi, Mainolfi. Il fotografo è arrivato così a a raccogliere una vera e propria galleria di ritratti e un ricco portfolio delle opere dei più celebri maestri del Novecento che include anche De Chirico, Moore, Pomodoro, Schifano, Lichtenstein, Warhol, tra i molti. Accanto alla ritrattistica e alla statuaria, Amendola si è largamente cimentato anche nella poetica dei luoghi, manifestando particolare interesse per il Duomo di Milano, Matera, San Galgano, il parco delle sculture della Collezione Gori – Fattoria Celle di Santomato, Il Vittoriale degli Italiani, il grande Cretto di Burri di Gibellina.

Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini (Galleria Borghese Roma). Foto di Aurelio Amendola. 

Il lavoro per Edra rappresenta così una summa di tutte queste esperienze personali, culturali, artistiche e professionali. “Valerio e Monica Mazzei di Edra conoscevano il mio lavoro e avevano visitato una mia mostra su Michelangelo. Mi invitarono in azienda a Perignano chiedendomi la disponibilità a  fotografare le loro collezioni. All’inizio ero titubante, perché non mi sono mai occupato di arredamento, ma quando ho visto i prodotti ho pensato: ma queste sono sculture!”. Amendola ha iniziato così lavorare a questi soggetti per lui nuovi con lo stesso approccio della fotografia d’arte, applicando la sua magistrale gestione del chiaroscuro nella lettura di poltrone, divani, tavoli e complementi Edra. “La gestione della luce è un dono di natura, non so chi me l’ha insegnato, perché io sono un autodidatta, come quasi tutti i grandi fotografi della mia generazione. Ci ho lavorato tanto, finché sono riuscito a trovare quella sensualità che ancora oggi è ciò che cerco nelle opere”.

Col passare del tempo è aumentata la passione; un lavoro programmato in dieci giorni è continuato per circa un anno e ora trova una prestigiosa finalizzazione nel volume di Treccani, editore di Amendola. “Aurelio è Il Fotografo”, ha affermato Monica Mazzei, Vicepresidente Edra. “Per me è stata un’esperienza unica veder nascere e crescere questo progetto proprio come lo avevo  immaginato. Sono straordinari la luce, i contrasti, il bianco e nero assoluto e purissimo che riesce a restituire  con i suoi scatti da grande maestro. Realizzare queste immagini e raccoglierle nel volume Edra Amendola è stato meraviglioso. Aurelio  ha lavorato per ore, per giorni, per mesi, alla ricerca della perfezione. Instancabile e con l’entusiasmo di un ragazzo”. Edra celebrerà l’autore e il volume con una serata speciale al Teatro Alla Scala di Milano, il 17 aprile. aurelioamendola.it

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