Il Parc Guell è un parco pubblico con giardini ed elementi architettonici situato nella parte alta della città di Barcellona. Commissionato dall’imprenditore Eusebi Güell all’architetto Antoni Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano, è stato costruito tra il 1900 e il 1914 e divenne parco pubblico soltanto nel 1926.

La costruzione

Il Parc Guell prende il nome dal committente Eusebi Güell, un ricco uomo d’affari membro di un’influente famiglia borghese di Barcellona. Uomo poliedrico e di grande cultura era un amico intimo e mecenate di Gaudí a cui commissionò molte delle opere realizzate dall’architetto. Per il conte Güell, Gaudí costruì, oltre che al parco che porta il suo nome anche il Palazzo, le Cantine, i Padiglioni e la cripta della Colonia Güell.

Güell e Gaudí avevano in mente un progetto nello stile delle città giardino all’inglese che seguiva le teorie di Ebenezer Howard ponendosi come obiettivo quello di uno sviluppo urbano destinato alla borghesia. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi da entrambi, il progetto fu un fallimento commerciale dato che il progetto non piacque molto ai barcellonesi. I cittadini trovavano che i costi fossero troppo alti per la zona, allora poco urbanizzata, e così lontana dal centro di Barcellona e così, furono venduti soltanto due lotti.

Nonostante il fallimento commerciale, il parco è stato fin da subito un centro di attrazione per turisti e visitatori, oltre che luogo di ritrovo per associazioni e centro di vari eventi e celebrazioni. Dopo la morte del conte Güell nel 1918, i suoi eredi decisero di vendere il parco al Comune di Barcellona per renderlo pubblico.

Primo Congresso Internazionale di Lingua Catalana (1906) – ©Alexandre Merletti (CC BY-SA 2.5)

Descrizione

Gaudí ha cercato integrare il proprio parco e i suoi 17 ettari, con la natura. Nel suo design, elementi naturali e architettonici sono uniti in modo ottimale con forme ondulate e senza angoli retti.

Il parco è diviso tra l’area monumentale progettata da Gaudí e un’area forestale sul versante settentrionale del monte, il cui elemento più rilevante è la fontana di San Salvador de Horta. Per questa fontana è stata sfruttata una fonte di d’acqua naturale circondata da platani, querce, frassini e corbezzoli.

Altri angoli del parco sono il belvedere che prende il nome di Joan Sales, importante scrittrice catalana, da cui si gode un’eccellente vista di Barcellona, ​​​​e la Plaza de Moragas con una stele dedicata al pedagogo Jeroni de Moragas, opera di Rafael Solanic datata 1969.

Vista di Barcellona da Parc Guell

Parco simbolista

Il parc Guell di Barcellona presenta strutture allegoriche di grande simbolismo. Gaudí e il conte Güell erano d’accordo sui concetti che doveva esprimere il parco, doveva essere incentrato sulla politica catalana e sulla religione cattolica e rappresentare lo sviluppo urbano come una allegoria che rappresenta il massimo del mondo terreno e spirituale. È palese i riferimenti al progresso dell’industria e allo sviluppo della borghesia ma anche alla tradizione classica greco-romana e, soprattutto, alla religione. Infatti, entrare nel parco doveva rappresentare l’ingresso in Paradiso, visto come luogo utopico dove regnano la calma e il benessere.

La fontana del drago o della salamandra. Esistono diverse versioni del suo significato: può rappresentare la salamandra alchemica, che simboleggia l’elemento fuoco, il mitologico animale dal tempio di Delfi o il coccodrillo che compare sullo stemma della città di Nîmes, dove Güell è cresciuto

Ingresso

L’ingresso si trova nella parte più bassa del parco e perciò il più vicino possibile alla città. Originariamente Gaudì aveva progettato un ingresso monumentale con una coppia di gazzelle meccaniche che si sarebbero aperte con le due porte ma questo non fu mai realizzato. Al loro posto fu messa dapprima un semplice cancello di lei sostituito poi con una in ferro battuto raffigurante una foglia di palma ideato dallo stesso Gaudì per la casa Vicens.

Entrando è presente un grande vestibolo, ai lati del quale ci sono due aree a forma di grotta. Una destinata originariamente a garage e magazzino l’altra al rimessaggio delle carrozze. Quest’ultima è una sala circolare con una volta torica sostenuta da una colonna centrale conica che ricorda le zampe di un elefante. Entrambi gli spazi hanno pareti ricoperte di ceramica trencadís in diversi colori, sormontate da merlature.

I padiglioni d’ingresso sono nel più puro stile di Gaudí, con una struttura organica che riflette il profondo studio della natura. Realizzati in muratura di pietra locale, si distinguono per le loro volte a forma di paraboloide iperbolico, ricoperte da ceramiche dai colori vivaci.

I padiglioni di ingresso

Scalinata

Dal grande atrio d’ingresso parte una grande scalinata. Questa è composta da due sezioni composte in tutto da tre rampe che contano circa 10 scalini ciascuna. I muri che circondano la scala sono di forma ellittica e sono fatti ceramica, alternando lastre bianche convesse e concave di vari colori, con una superficie deformata. Il tutto sormontato da merlature, sopra una cornice di pietra bugnata che contiene fioriere di piante pendenti. La zona centrale contiene tre fontane con gruppi scultorei che rappresentano i paesi catalani mentre in cima è presente una particolare panchina messa in modo tale che il sole la illumini durante l’inverno e che sia in ombra nella stagione estiva.

La prima fontana presenta una composizione naturalistica con simil tronchi, stalattiti e vegetazione da cui l’acqua cade in una piccola piscina mentre la seconda presenta la forma di un medaglione che contiene lo stemma della Catalogna ed un serpente. La terza fontana è a forma di drago o salamandra fatta in mattoni di rasilla ricoperti di trencadís colorati.

Scalinata che porta alla sala ipostila

Sala ipostila

La scalinata da accesso alla Sala ipostila chiamata anche Sala delle Cento Colonne. Questa piazza dalla pianta rettangolare presenta 86 colonne scanalate alte circa 6 metri e larghe 1,20 metri. Per simulare il marmo sono stati utilizzati malta e calcinazzi. Il soffitto è composto di volte emisferiche convesse coperte da trencadis bianco. Originariamente le colonne dovevano essere 90, ma Gaudí ne rimosse quattro per collocare sul soffitto quattro grandi pannelli circolari per rappresentare le quattro stagioni.

Colonne della sala ipostila

Plaza de la Naturaleza

Costruita tra il 1907 e il 1913 punto focale del Parc Guell di Barcellona è sicuramente Plaza de la Naturaleza. Lunga circa 90 metri e larga circa 40 m la piazza è circondata da una lunga panchina ondulata ricoperta di piccoli pezzi in ceramica e vetro. La panchina ondulata è composta da una successione di moduli concavi e convessi, con un design ergonomico e comodo.

Le piazza non presenta pavimentazione così da drenare e incanalare l’acqua piovana attraverso le colonne che la sostengono. L’acqua si accumulerà in un serbatoio e verrà poi utilizzata per l’irrigazione del parco.

La panchina ondulata di Plaza de la Naturaleza

Sentieri

Gaudì progettò circa tre chilometri di sentieri per attraversare il parco in modo ottimale tra i vari livelli. Aveva previsto sentieri abbastanza larghi per il passaggio delle carrozze e percorsi porticati per il passaggio dei pedoni. Sono presenti anche scorciatoie che collegano i sentieri maggiori. Gaudì cercò di integrare i viali nella montagna nel modo più naturale possibile, adattando le strade alla topografia e ricoprendoli di pietra rustica. Nonostante la voglia di integrarli con la natura l’architetto catalano non rinunciò a diverse soluzioni strutturali ispirate a diversi stili architettonici prendendo ispirazione dallo stile gotico barocco o romanico.

Viadotto del Museo

Calvario

Nella parte alta del parco Gaudí intendeva costruire una cappella. Questa, però, non vide mai la luce a causa del fallimento dello sviluppo urbano. Nel luogo dove sarebbe dovuta sorgere costruì, invece, un monumento a forma di calvario con tre croci, ispirato dalla scoperta di grotte preistoriche in cui furono trovati resti fossili. A sovrastare il Parc Guell c’è questo monumento a pianta circolare con due rampe di scale, in cima alle quali si trovano le tre croci e dalle quali si ha una magnifica vista panoramica di Barcellona. Le croci furono distrutte nel 1936, all’inizio della guerra civile, e ricostruite tre anni più tardi.

Vegetazione

Quando Gaudí prese in carico il progetto seguì il disboscamento dell’area. Decise di piantare una nuova vegetazione, scegliendo specie autoctone mediterranee che meglio si adattavano al terreno. L’architetto scelse il leccio, il sughero, l’olivo, il fico, il rovere ed il cipresso. Mentre come arbusti potevano essere trovati rosmarino, ginestra, lavanda, alloro e molto altro. Solo successivamente furono introdotte specie non autoctone soprattutto pitosfori e magnolie ma anche bagolaro, ligustro, oleandro e molte altre.

Grazie alla presenta di vegetazione e anche alla collocazione di nidi e abbeveratoi sono stati censiti nel solo parco più di sessanta specie di uccelli. Possono essere trovati uccelli stanziali come cardellini, pettirossi, fringuelli e verzellini ma anche migratori come rondini e upupe.

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Maria Giulia Parrinelli

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