Il Parco del Retiro è una delle principali attrazioni turistiche di Madrid. Si tratta di un vasto giardino storico, di circa 118 ettari, divenuto parco pubblico. Al suo interno si possono ammirare numerosi elementi di interesse, come il Monumento ad Alfonso XII, il Palazzo di Cristallo, la Porta di Filippo IV e l’Osservatorio Astronomico, immersi in un paesaggio di parterre, boschi, specchi d’acqua e fontane, tra cui spicca quella del carciofo e dell’angelo caduto.
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L’origine del nome
Il nome in spagnolo è Parque del Retiro. Un’altra sua storica denominazione, è Parque de Madrid ed è ancora visibile su alcune delle porte d’ingresso. È stato nominato come del Retiro, per il fatto che il re era solito ritirarsi in una stanza annessa al vicino Monastero dos Jerónimos. Filippo II, in seguito, ampliò questo spazio con l’aggiunta di palazzi, aree boschive e giardini, dando vita all’attuale parco.
È importante sottolineare che il Parco del Retiro non deve essere confuso con i Giardini del Buen Retiro, un altro parco pubblico di Madrid, creato alla fine del XIX secolo e dove si trova il Palazzo di Cibeles.
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Accenni sulla storia della realizzazione
I Giardini del Buen Retiro a Madrid hanno origini risalenti al 1629, quando il Duca di Olivares, favorito del re Filippo IV, decise di ampliare la Sala Reale adiacente al Monastero dos Jerónimos, facendo costruire una sfarzosa residenza reale. La realizzazione del nuovo palazzo, chiamato Buen Retiro, avvenne in soli 10 anni e diventò subito il centro più importante del potere. La costruzione fu relativamente rapida, nonostante non fosse stata prevista una progettazione unitaria
L’esterno del palazzo seguiva lo stile austero tipico dell’architettura degli Asburgo, mentre gli interni erano caratterizzati da una sontuosa decorazione. Per la realizzazione dei giardini, vennero coinvolti gli architetti Alonso Carbonel, Cosimo Lotti, che si era occupato della creazione del Giardino dei Boboli, e Luigi Baccio del Bianco, scenografo di fama che aveva lavorato per la corte dei Medici, senza tuttavia un progetto complessivo. La disposizione dei giardini risultava asimmetrica e priva di un ordine assiale, come a voler riflettere la tradizione del giardino arabo-ispanico.
Tra gli elementi di particolare interesse si segnala il Giardino Ochavado, organizzato attorno a una piazza centrale attraversata da otto viali, alcuni dei quali delimitati da siepi. All’interno del complesso erano presenti anche una grande voliera per uccelli esotici e una gabbia per l’esposizione di animali feroci ed era uno dei principali luoghi di svago della corte spagnola nel XVII e XVIII secolo.
XVIII secolo
Il Palazzo del Parco del Retiro a Madrid ha avuto un ruolo importante nella storia spagnola. Nel 1734, durante il regno di Filippo V, primo re della dinastia borbonica, il palazzo divenne sede degli organi di governo e residenza ufficiale dei sovrani. Filippo V incaricò gli architetti Robert de Cotte e René Carlier di adattare gli edifici al gusto della nuova dinastia, dando vita al Parterre in stile francese.
Tuttavia, fu durante il regno di Carlo III (1759-1788) che il Parco del Retiro acquisì un nuovo slancio e una visione più ampia. A differenza dei suoi predecessori, che avevano puntato a rafforzare il carattere residenziale del luogo, Carlo III volle dotare Madrid di un’area dedicata allo studio delle scienze naturali. In questo contesto, fece costruire l’Osservatorio Astronomico Reale (completato sotto il suo successore) e il Giardino Botanico Reale, oltre ad autorizzare la creazione del Gabinetto di Storia Naturale, noto oggi come Museo del Prado, e l’allestimento di uno zoo.
![Palazzo del Buee retiro, 1637](https://www.villegiardini.it/wp-content/uploads/2023/01/Di-Attribuito-a-Jusepe-Leonardo-investigart.wordpress.com-Pubblico-dominio-httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid3014571-Palacio_Buen_Retiro_Leonardo-640x283.webp)
Inoltre, nel 1767 Carlo III aprì il Parco del Retiro al pubblico, seppur con alcune regole di accesso e limiti territoriali. Questo uso come parco pubblico si intensificò successivamente durante il regno di Isabella II (1833-1868), che nel 1867 consentì la navigazione sull’Estanque Grande, il lago artificiale presente all’interno del parco.
Questo sviluppo del Parco del Retiro, dalla sua originaria funzione residenziale a una più ampia vocazione pubblica e scientifica, riflette l’evoluzione della Spagna durante il XVIII e il XIX secolo, con l’ascesa al trono della dinastia borbonica e il progressivo avvicinamento dell’Illuminismo e delle idee di modernizzazione.
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Il XIX secolo
Durante la Guerra d’Indipendenza spagnola contro l’occupazione napoleonica, il Parco del Retiro di Madrid fu effettivamente adibito a quartier generale delle truppe francesi. Questa nuova destinazione d’uso causò ingenti danni sia al palazzo sia ai giardini del parco.
Dopo il ritorno in Spagna di Ferdinando VII nel 1814, ci fu un nuovo recupero e riqualificazione dell’area. Vennero incorporati nuovi elementi architettonici senza intervenire sulla residenza. Il progetto fu affidato all’architetto Isidro González Velázquez, il quale trasformò il parco in un giardino romantico, con l’aggiunta di nuovi giardini ad uso esclusivo della famiglia reale. Furono aggiunti anche elementi paesaggistici caratteristici dell’epoca, come la Casa del Pescatore, la Casa del Contrabbandiere, la Montagna Artificiale e la Fontana Egizia.
A partire dal 1841, la regina Isabella II, che era successa a suo padre Ferdinando VII, promosse la creazione di zone boscose che prevedevano anche alberi da frutto all’interno del parco. Nel 1865, la sovrana vendette allo Stato una parte della proprietà occidentale, dove si trovava il palazzo, per l’urbanizzazione. Il palazzo, in pessime condizioni, fu demolito nel 1869, ad eccezione della Sala dei Regni e del Salone delle Feste.
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La trasformazione del Parco del Retiro da privilegio reale a proprietà pubblica
Dopo la Rivoluzione del 1868, che portò alla deposizione della regina Isabella II, il Parco del Retiro divenne interamente proprietà comunale anche nella parte riservata ai reali, e fu reso pubblico, assumendo il nome di Parque de Madrid. Questa importante trasformazione segnò la fine del privilegio reale sull’accesso al parco, che da quel momento fu aperto a tutta la cittadinanza.
Successivamente alla municipalizzazione, l’architetto José Urioste y Velada diede il suo contributo al parco, costruendo una nuova recinzione e installando alcune fontane di pregio, come quelle delle Galápagos e del carciofo, provenienti da altre zone della città.
Negli anni a seguire, il Parco del Retiro subì ulteriori trasformazioni e ampliamenti. Nel 1874 fu realizzata una passeggiata sul corso originario del fiume Grande, mentre nel 1878 si intervenne nuovamente sul Campo Grande, ispirandosi ai disegni paesaggistici di stampo inglese. In questo periodo, inoltre, venne inaugurata la famosa fontana dell’Angelo Caduto, situata nei pressi della ex Real Fabrica de Porcelana, e furono scavati diversi specchi d’acqua artificiali.
Negli ultimi decenni del XIX secolo, il Parco del Retiro divenne un importante luogo di incontro e palcoscenico per vari concorsi ed esposizioni internazionali. Qui furono anche costruiti edifici di grande pregio architettonico, come il Palazzo di Velazquez e il Palazzo di Cristallo, quest’ultimo progettato dall’architetto Ricardo Velázquez Bosco.
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Il XX secolo
Durante il XX secolo, il Parco del Retiro a Madrid ha continuato a subire importanti opere di ristrutturazione e ampliamento. Gli interventi eseguiti hanno consolidato il suo ruolo come uno dei principali parchi pubblici della città.
In particolare, nel 1922 è stato inaugurato il monumento a re Alfonso XII, realizzato dallo scultore José Grases Riera. Questa monumentale struttura, situata sulla sponda orientale del Lago Grande, è diventata un elemento iconico del parco. Oltre a questa significativa aggiunta architettonica, numerosi altri monumenti e sculture sono stati installati nell’area del Retiro durante la prima metà del XX secolo, arricchendo ulteriormente il suo patrimonio artistico e culturale.
![Monumento ad Alfonso XII](https://www.villegiardini.it/wp-content/uploads/2023/01/Robert-Wilson-AdobeStock_25099044-640x427.webp)
L’evoluzione dei giardini nell’ultimo secolo
A livello paesaggistico, il giardiniere Cecilio Rodríguez ha avuto un ruolo fondamentale. Ha sviluppato diverse importanti iniziative di progettazione e riqualificazione dei giardini del parco. Nel 1915 ha realizzato il Roseto e nel 1918 ha ideato i “Giardini Cecilio Rodríguez“, un’estensione della Casa de Fieras (la vecchia struttura zoologica). Rodríguez ha curato personalmente il restauro di questi spazi verdi dopo i danni subiti durante la Guerra Civile spagnola.
Nella seconda metà del XX secolo, il patrimonio paesaggistico del Retiro si è ulteriormente arricchito con l’aggiunta di nuovi giardini tematici. Da segnalare come il Giardino delle piante perenni e alpine e il Frutteto dei Francesi.
L’ultima realizzazione significativa all’interno del parco è il “Bosque de los Ausentes“, il Bosco degli scomparsi. Nel 2005, i curatori hanno inaugurato questo nuovo spazio verde in memoria delle vittime degli attentati dell’11 marzo 2004 a Madrid. Hanno concepito questo nuovo spazio verde come un luogo di raccoglimento e commemorazione, inserendolo organicamente all’interno del tessuto paesaggistico del Retiro.
![Parco del Retiro](https://www.villegiardini.it/wp-content/uploads/2022/03/Bosque-de-los-Ausentes-Mattia-Panciroli-Flickr-CC-BY-NC-ND-2.0-scaled-640x427.webp)
Attraverso questi molteplici interventi, il Parco del Retiro ha continuato a evolvere. Ha rafforzato la sua identità di importante parco urbano, preservando e arricchendo il suo patrimonio architettonico, artistico e naturalistico nel corso del XX secolo.
Redazione Villegiardini
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