Peggy Guggenheim è stata una ricca mecenate e collezionista americana. Amante dei più grandi avanguardisti, ereditiera e illuminata gallerista, nacque a New York il 26 agosto 1898. Legata all’Italia e a Venezia in modo indissolubile dal 1948, morì a Camposampiero, un comune in provincia di Padova, il 23 dicembre 1979.

Chi era Peggy Guggenheim?

Difficile sintetizzare chi è stata e cosa abbia rappresentato Peggy Guggenheim per l’arte. Personaggio, estroverso, estremo, a tratti controverso, di se stessa era solita dire: “Non sono una collezionista. Sono un museo”.

Fu una grande scopritrice di nuovi talenti che sapeva individuare andando oltre le apparenze. Una persona particolare che ebbe una vita piena e brillante, e tanti amanti, forse addirittura mille, ma piena anche di grandissimi dolori.

Amava provocare ed essere al centro dell’attenzione. Come disse lei stessa in una autobiografia, nel 1946, che scandalizzò molti e soprattutto i suoi familiari: “Si lamentavano perché era tutto sul sesso… probabilmente erano solo invidiosi”.

Peggy Guggenheim Venezia
Palazzo Venier dei Leoni sede dell’abitazione e poi della Collezione. By Edal – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5749444

La famiglia Guggenheim

Peggy Guggenheim apparteneva alla dinastia dei Guggenheim fondata all’inizio del XIX secolo dallo svizzero Simon Meyer Guggenheim. La famiglia Guggenheim ha origini ebraiche e ha fatto fortuna nell’industria mineraria, all’inizio del XX secolo, soprattutto negli Stati Uniti e in Sud America. Si occupavano soprattutto di estrazione di rame e argento e nella lavorazione dell’acciaio. Dopo la Prima guerra mondiale, molti membri della famiglia si ritirarono dalle imprese e si dedicarono alla filantropia, specialmente nelle arti, nell’aviazione, nella medicina e nella cultura.

Dopo due secoli la famiglia si è molto ampliata e non è concentrata in un unica attività imprenditoriale. Tra i gruppi di grande successo che afferiscono a loro discendenti vanno menzionati la Guggenheim Partners gestisce oltre 200 miliardi di dollari in attività, mentre la Guggenheim Investment Advisors, supervisiona e gestisce circa 50 miliardi di dollari di attività.

Peggy Guggenheim, l’infanzia e il rapporto con il padre

Seconda di tre sorelle, nacque da genitori di origine ebraica: il padre morì nell’affondamento del Titanic, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, quando lei aveva solo quattordici anni. Anche la madre era una persona facoltosa, perché discendeva da una famiglia di banchieri. Fu proprio la ricchezza della madre a garantire il benessere della famiglia, dopo la prematura morte del padre.

Con la madre non ebbe mai un rapporto facile mentre rimpianse tutta la vita il padre perso appunto tragicamente mentre stava tornando in America in compagnia di una delle sue amanti, che invece si salvò. Questo evento lasciò la famiglia con problemi finanziari sanati dalla solidarietà dei parenti e poi da una eredità che ricevette la madre alla morte del nonno Seligman. E Peggy ancora tanti anni dopo di questo padre, che si diceva avesse lasciato il posto sulla scialuppa di salvataggio a donne e bambini e avesse atteso la fine fumando sigari e bevendo, ancora diceva: “In un certo senso non mi sono mai ripresa, visto che da allora sono sempre stata in cerca d’un padre”.

peggy guggenheim
Peggy Guggenheim fotografata da Man Ray, con un vestito di Paul Poiret e un copricapo di Vera Stravinsky, Parigi, 1925 c. https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/approfondimenti/peggy-guggenheim/biografia-peggy/

Il primo marito di Peggy Guggenheim, Laurence Vail

Peggy Guggenheim ebbe una vita personale e un rapporto con gli uomini molto complesso. Giovanissima iniziò a lavorare in una libreria di New York, la Sunswise Turn. Qui conobbe molti intellettuali fra cui Laurence Vail (Francia, 1891-1968), un artista che sposò a Parigi nel 1922 e dal quale ebbe due figli, Sinbdab e Pegeen. Nel 1928, dopo sette anni di matrimonio divorziò da Vail con cui erano litigi continui, ma di cui in seguito dirà: “Divenne il mio migliore amico: i mariti migliorano sempre dopo il divorzio”.  Vail era una persona complicata,  che  morirà il 1º marzo 1967, probabilmente suicida in seguito a una profonda depressione con cui dovette combattere per tutta la vita.

Peggy Guggenheim a Parigi negli anni ‘20

Anche per merito del marito, pittore dadaista, Peggy Guggenheim a Parigi si avvicinò all’ambiente bohémien delle avanguardie artistiche e frequentò personaggi che saranno importanti nel mondo dell’arte: da Man Ray per cui poserà  nel 1924, a Brancusi a Duchamp e tanti altri. Peggy conobbe scrittori e artisti americani ed europei e, tra gli altri, presto fece amicizia con Djuna Barnes, la futura autrice di Nightwood, e cominciò a sostenerla economicamente. In questi anni fece molti viaggi con i figli in tutta Europa.

Gli uomini di Peggy Guggenheim

Peggy Guggenheim ebbe altre storie fra cui forse la più importante è quella con John Holms (1897-1934). Si trattava di un critico letterario inglese morto improvvisamente a 37 anni, nel 1934, per una anestesia a causa delle sue condizioni debilitate dall’alcolismo. Fu forse l’uomo più amato, il suo vero grande amore. Poiché le leggi del tempo le avrebbero impedito di vivere con John Holms e contemporaneamente tenere tutti e due figli lasciò Sindbad al padre e poi dirà: “Scelsi il mio uomo”.

Subito dopo si innamorò di Douglas Garman che lasciò dopo appena due anni perché spaventata dal suo impegno politico troppo radicale essendo Douglas comunista.

Tra i più celebri amanti ci furono: Beckett, Cocteau, Duchamp, Pollock, Tanguy, Giacometti.

Tragedie familiari

La vita di Peggy Guggenheim fu costellata di grandi tragedie e dolori: la sorella minore morì di parto, mentre i figli della sorella maggiore, Terrence di quattro anni e mezzo e Benjamin di 14 mesi, morirono in circostanze misteriose. I bambini caddero dal tetto di un condominio di 13 piani di New York. Nonostante le indagini della polizia non approdassero a nulla, restò in molti il sospetto che la madre avesse ucciso i figli pur di non cederli al marito dal quale stava divorziando.

La prima galleria di Peggy Guggenheim

Archiviata la storia con Douglas, nel 1938 fondò la galleria d’arte Guggenheim Jeune a Londra con, come consulenti principali, Marcel Duchamp e Jean Cocteau. Per la sua prima mostra scelse Brancuşi. Non tutti sanno che la galleria fu aperta in alternativa a una casa editrice, perché richiedeva un minore investimento iniziale.

Questo spazio dedicò  mostre e poi  altre a artisti del calibro di Salvador Dalì, Pablo Picasso, Joan Mirò e inoltre realizzò una Mostra con disegni di bambini, tra cui i disegni della figlia Pegeen.

Il ritorno di Peggy Guggenhei, a New York

Peggy Guggenheim decise di lasciare Parigi  in quanto ebrea. L’avanzare dell’esercito nazista nel luglio 1941 la spinse a tornare a New York. Prima di fuggire negli Stati Uniti cercò di comprare quante più opere possibile per salvarle. Dirà: “Compravo un quadro al giorno”. E chiaramente riuscì a comprarli senza nemmeno bisogno di contrattare a prezzi particolari vista la situazione. Lei stessa spiegò che essendosi sparsa la voce riuscì a comprare un Dalì senza nemmeno scendere dal letto.

Quando poi il Louvre si rifiutò di custodire la sua collezione perché non sufficientemente importante iniziò a spedire le opere nascoste fra i suoi bagagli.

In questa fuga cercò di salvare anche molti artisti pagando loro il viaggio verso l’America e secondo alcuni procurando loro anche documenti falsi e fra questi anche il pittore surrealista Max Ernst. “Mi sembrava un artista caotico: fu Mondrian a dirmi di guardare meglio”. Aiutò anche l’ex marito Vail con la nuova moglie e i figli avuti con lei.

Il matrimonio con Max Ernst

Peggy si sposò nel 1942 con il pittore surrealista Max Ernst, che aveva fatto scappare dall’Europa durante la Seconda guerra mondiale.

Divorziò dopo pochi anni, nel 1946, dicendo: “La tranquillità era tutto ciò di cui Max (Ernst) aveva bisogno per dipingere, e l’amore era tutto ciò di cui avevo bisogno per vivere. Poiché nessuno dei due ha dato all’altro ciò che più desiderava, la nostra unione era destinata a fallire”. Dopo tale matrimonio, seppure ebbe numerosissime altre relazioni, non si risposò più.

Peggy Guggenheim
Peggy Guggenheim. https://www.pinterest.it/pin-builder/?description=Le+mecenati+dell%E2%80%99arte.+La+leggendaria+vita+di+Peggy+Guggenheim%2C+tra+eccentricit%C3%A0%2C+arte+e+%28tanti%29+amori+elleitalia&media=https%3A%2F%2Fhips.hearstapps.com%2Fhmg-prod.s3.amazonaws.com%2Fimages%2Fpeggy-guggenheim-1549232368.jpg%3Fresize%3D1600%3A*&method=button&url=https%3A%2F%2Fwww.elle.com%2Fit%2Fmagazine%2Fstorie-di-donne%2Fa26125599%2Fpeggy-guggenheim-storia-vita%2F

Peggy Guggenheim e Art Of This Century

Nel 1942 Peggy Guggenheim aprì una galleria sulla 57ma strada, Art Of This Century. Fu una galleria leggendaria. L’allestimento fu curato da Kiesler, un architetto con cui ebbe sempre un rapporto molto conflittuale probabilmente anche perché avevano tutti e due un carattere molto forte, ma che riuscì a trasformare due negozi di sartorie in un laboratorio con una struttura espositiva unica.

Kiesler pensò lo spazio suddiviso in quattro momenti espositivi: la Galleria Astratta, la Galleria Surrealista, la Galleria Cinetica e la Galleria Daylight. La galleria divenne il centro di incontro di artisti innovativi nel panorama artistico americano con artisti europei del livello di Giorgio De Chirico, Alberto Giacometti, Salvador Dalì e tanti tanti altri. Fu tra l’altro il luogo per antonomasia per il lancio degli artisti statunitensi, fino ad allora considerati secondari rispetto a quelli europei e di Parigi. Art Of This Century vide così il debutto o il lancio di maestri come, per citarne solo alcuni, Jackson Pollock a Mark Rothko.

Peggy Guggenheim a Venezia

Peggy Guggenheim nel 1948, dopo avere partecipato alla XXIV Biennale di Venezia, acquistò il Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande. Qui iniziò la sua grande avventura veneziana. E il suo rapporto, che durò tutta la vita. Lo spiegò lei stessa dicendo “Tutti sono convinti che Venezia sia la città ideale per una luna di miele. Grave errore! Vivere a Venezia o semplicemente visitarla significa innamorarsi di questa città, al punto da non lasciare spazio ad altri amori”.

Peggy Guggenheim e la Biennale di Venezia

La partecipazione di Peggy Guggenheim alla Biennale di Venezia del 1948 (giugno–settembre 1948) fu un evento epocale. Dopo il secondo conflitto mondiale questa Biennale segnava la volontà di rinascita non solo dell’Europa, ma del mondo intero e la presenza di Peggy segnò un vero spartiacque con l’arrivo nel nostro paese della sua collezione.

Dopo la prima mostra di Pablo Picasso, la collezione Guggenheim, ospitata nel padiglione della Grecia ancora sconvolta dalla guerra civile, pose al centro dell’attenzione maestri dell’arte astratta e surrealista europei e statunitensi. E parliamo di grandi come Brancusi, Ernst, Giacometti, Rothko e altri di parti livello.

Peggy Guggenheim
Palazzo Vernier sede dell’abitazione e poi della Collezione. https://www.guggenheim-venice.it/it/

La morte

Peggy Guggenheim morì all’età di ottantuno anni, il 23 dicembre 1979 all’ospedale di Camposampiero, presso Padova, dove era ricoverata per le conseguenze di una frattura al piede.Morì sola, perché l’amato figlio Sindbad era impegnato a mettere al sicuro le opere d’arte conservate nella cantina del Palazzo Venier, minacciate da piogge torrenziali.

Le sue ceneri riposano nell’angolo del giardino di Palazzo Venier dei Leoni dove Guggenheim aveva seppellito anche i suoi numerosi amati cani da lei amatissimi appartenenti alla razza tibetana Terrier Lhasa Apso.

La Collezione Peggy Guggenheim

La Collezione Peggy Guggenheim di Palazzo Venier è oggi uno dei maggiori musei d’arte moderna al mondo. E’ oggi parte della più grande Fondazione Solomon R. Guggenheim (nonno di Peggy), che cura altre sedi di  musei Guggenheim quali  il Museo Solomon R. Guggenheim di New York, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, il Museo Guggenheim di Bilbao e il futuro Guggenheim Abu Dhabi.

Fino alla sua morte Peggy Guggenheim apriva la casa al pubblico, affinché potesse godere della collezione completa di opere d’arte. L’anno seguente alla sua morte il Palazzo Venier viene trasformato in un museo.

Nell’ottobre 2012 la collezione del museo viene incrementata dalla donazione della coppia di milionari statunitensi Hannelore e Rudolph Schulhof. Grazie a questa donazione la collezione si arricchisce di 83 opere dei più importanti artisti contemporanei, tra cui Alberto Burri, Alexander Calder, Lucio Fontana, Jasper Johns, Donald Judd, Mark Rothko, Claes Oldenburg, Frank Stella, Tomonori Toyofuku, Cy Twombly, Andy Warhol, Sol LeWitt, Anish Kapoor.

Sabino Maria Frassà

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