Il giardino all’italiana è uno dei più importanti stili di progettazione nella storia dell’architettura del paesaggio. Il suo aspetto è caratterizzato da un disegno simmetrico ed equilibrato, che definisce spazi prospettici e quinte scenografiche. Un effetto ottenuto grazie a siepi sempreverdi tagliate con forme geometriche. Altri elementi ricorrenti sono la presenza di specchi d’acqua con fontane, pergolati, colonne, terrazze, scalinate, giardini segreti e labirinti.

Storia dei Giardini all’Italiana

Il giardino all’italiana, conosciuto anche come giardino formale, nacque in Italia nel periodo tardo-rinascimentale nei castelli e nelle ville dell’alta borghesia. Rappresenta un’evoluzione dell’hortus conclusus ovvero il tipico giardino medievale, legato principalmente a monasteri e conventi. Quest’ultimo era utilizzato unicamente per la coltivazione di frutta e verdura o piante medicinali, venendo perciò considerato esclusivamente nella sua dimensione funzionale.

Nel Rinascimento tale concezione si modificò, lasciando spazio a quella del giardino visto come luogo di piacere e svago, di bellezza e armonia. É proprio il giardino all’italiana che, attraverso i suoi elementi caratteristici, ha condizionato la storia dell’architettura del paesaggio, rappresentando una fonte inesauribile di ispirazione in tutto il mondo.

Non si deve tuttavia credere che il passaggio tra il giardino medievale e il giardino all’Italiana sia stata brusca senza continuità. Le potature plastiche, per esempio, che si sviluppano per una imitazione delle descrizioni di Plinio il Giovane del suo giardino dei laurenti, non sono delle creazioni totali, ma il perfezionamento di una tecnica che i giardinieri non hanno dimenticato.

Tirano (Sondrio), Giardino Segreto. Foto di Salis Tirano
Tirano (Sondrio), Giardino Segreto. Foto di Salis Tirano

Giardino di Venere di Citera

Il prototipo di questa nuova visione del giardino è il Giardino di Venere di Citera. Una creazione letteraria di Francesco Colonna, descritta nel Sogno di Polifilo, pubblicato a metà del 400. Si tratta di una sorta di Eden nel quale vivono Venere e gli Amori. Un giardino di forma circolare diviso in settori identici, nel quale si ritrovano, in nuce, tutti gli elementi principali del giardino formale: portici, balaustre, frutti esotici messi in forma, piante su piedistalli come sculture, fontane, corsi d’acqua delimitati da balaustre di marmo.

Giardino del Belvedere in Vaticano

Questa impostazione architettonica e geometrica del giardino, elaborata in forma letteraria nel Giardino di Venere di Citera, trovò presto la sua concretizzazione nel Giardino del Belvedere in Vaticano, disegnato da Bramante nel 1503. In questa opera si ritrovano già molti temi che saranno caratteristici e sviluppati dal giardino all’italiana. Primi fra tutti quelli della relazione tra architettura e verde e quello dell’utilizzo di terrazze e dislivelli. L’architetto si trovò infatti a dover risolvere il problema di unire con un giardino il palazzo del Vaticano alla terrazza del Belvedere. Ispirato dalle rovine romane sulle colline del Pincio, Bramante definì tre terrazze a ripiani, collegate da scalinate. Queste terrazze impongono anche dei muri di sostegno, che vengono arricchiti da nicchie e grotte con roccaglia all’antica che permetter di realizzare dei Ninfei. Questo nuovo modo di pensare il giardino, come proiezione e parte integrante dell’architettura, con simmetrie e volumetrie imposte da quelle dell’edificio.

Le curiose architetture verdi di Andrea Mantegna

Nello stesso periodo, Andrea Mantegna dipinge un quadro con una curiosa architettura verde, una “palissade” che prefigura questa idea, destinata da lì a poco a diventare dominante, dell’integrazione tra architettura – giardino e del dialogo dello spazio progettato con il paesaggio.

Il Trionfo della virtù sui vizi, oggi al Louvre di Parigi, raffigura una “fabula antica” con personaggi allegorici, ambientata in un giardino con un’architettura vegetale con alberi e siepi sapientemente potate e messe in forma con tutte le caratteristiche di quelle che diventeranno protagoniste dei giardini all’Italiana. Queste costruzioni vegetali continuano senza csoluzione di continuità l’architettura, visibile sulla destra e si aprono, inquadrandolo, a un meraviglioso paesaggio sullo sfondo.

I giardini toscani del 500

Storicamente, i primi giardini all’italiana “compiuti” sono attribuiti all’architetto Niccolò Tribolo, il quale progettò a Firenze i Giardini di Boboli, di Villa Corsini e di Villa Castello. 

Guida per un itinerario tra i giardini all’italiana
da non perdere 

Il delvedere del Giardino degli Specchi a Castel Gandolfo, residenza estiva dei pontefici dal 600 a oggi

Molti altri i giardini all’italiana famosi per la loro bellezza e per l’eccellenza della qualità compositiva. Tra questi, il giardino della Reggia di Caserta, parte integrante del progetto di Luigi Vanvitelli, Villa D’Este a Tivoli di Pirro Ligorio, bene dell’Umanità Unesco, Villa Lante a Bagnaia, Villa Farnese a Caprarola, del Vignola, Giardino di Palazzo Giusti a Verona e il Giardino degli Specchi a Castel Gandolfo. Altri, mano conosciuti, meritano comunque una visita. Tra questi giardini all’italiana, sono esempi di progetti di grande qualità Villa Pianciani del Valadier, Villa Grabau e la Villa Reale di Marlia, entrambe a Lucca. Poi Villa Poggio Torselli, nei dintorni di Firenze,Villa Buonaccorsi, sulle colline maceratesi,Villa De Capoa a Campobasso, Palazzo Fantini a Tredozio, in Romagna. Ma l’elenco è sterminato potrebbe continuare per molte pagine ancora.

Lo stile dei giardini all’italiana 

Armonia e rigore rappresentano il connubio distintivo di un giardino all’italiana e conferiscono a quest’ultimo un aspetto estremamente elegante. Tale effetto si ottiene grazie all’organizzazione dello spazio in maniera simmetrica ed equilibrata, attraverso l’utilizzo alterno di statue, colonne, siepi o alberi. Gli alberi, nei giardini all’italiana sono disposti secondo un disegno regolare e proporzioni ben definite, spesso potati con forme artificiali, in armonia con gli altri elementi verdi, formati geometricamente. Siepi e arbusti costituiscono elementi di decorazione, ma al tempo stesso fungono da divisori che vanno a definire le diverse aree del giardino.

Giardino all'italiana di Villa Tatti, Foto di Sailko
Giardino all’italiana di Villa Tatti, Foto di Sailko

Tipici del giardino formale sono i pergolati in fiore e i colonnati ornati da piante rampicanti quali le viti o l’edera sempreverde, che di frequente è abbinata alla lavanda. Tali elementi, oltre a conferire al giardino un’aria elegante e sofisticata, divengono ottimi punti di aggregazione in cui potersi rilassare, circondati dal profumo dei fiori e dalle loro incantevoli sfumature. Nel giardino all’italiana è spesso presente un angolo segreto, celato da mura o aiuole, riservato agli incontri privati, al riposo o alla coltivazione di specie rare. Nei giardini all’italiana più estesi si può trovare un labirinto, delimitato da basse siepi che disegnano un percorso geometrico o fatto di curve.

I giardini all'italiana di Villa Carlotta di Tremezzina (CO)
I giardini all’italiana di Villa Carlotta di Tremezzina (CO)

Un altro elemento caratteristico di questo tipo di giardino è l’acqua. È molto comune, infatti, la presenza di ruscelli, laghetti artificiali, fontane, piscine in pietra, canali e a volte suggestivi giochi d’acqua, che vanno ad ammorbidire le forme geometriche e spigolose tipiche di questo stile.

Fiori, piante e alberi dei giardini all’italiana

Nel giardino all’italiana sono presenti anche piante da frutto, anche se le protagoniste assolute sono le topiarie. Tali piante si prestano ad essere potate secondo la cosiddetta arte topiaria, in modo cioè da assumere forme geometriche o antropomorfe – personaggi classici, animali, oggetti – divenendo vere e proprie sculture naturali.

Giardino all'italiana di Villa Tatti, Foto di Sailko
Giardino all’italiana di Villa Tatti, Foto di Sailko

Le piante più utilizzate per questo tipo di potatura sono le sempreverdi, sia per la loro crescita contenuta, sia per l’effetto duraturo. Alcuni esempi sono il bosso, il cipresso, il tasso o il cedro. Per decorare le aiuole, invece, tra le piante più utilizzate vi sono l’agrifoglio, il rosmarino, la lavanda, il ficus o la rosa. Queste ultime, nel periodo di fioritura, si trasformano in accese note di colore che contribuiscono a ravvivare la vegetazione. Infine, piante come i pioppi bianchi, il platano, l’acero o il leccio vanno ad ornamentare i bordi del giardino. 

Piante topiarie 

Bosso comune (Buxus sempervirens

Buxus sempervirens

Il bosso è una fitta siepe sempreverde che si presta a essere sagomata nei modi più diversi. Per questo è diventato una delle varietà più diffuse nei giardini all’italiana. Allo stato naturale si sviluppa soprattutto su suoli calcarei ed è diffusa nel sottobosco di formazioni forestali dal livello del mare alla zona montana. Presenta una corteccia marrone chiaro, che col tempo diventa grigia e foglie ovali sempreverdi, di colore verde scuro sulla pagina superiore, più chiaro in quellla inferiore. I suoi fiori, giallo verdastri fioriscono in marzo-aprile. Tra le molte varietà,  la forma nana, “Pumila”, è ideale per essere usata per realizzare piccole siepi attorno alle aiole.

Cedro bianco (Thuja occidentalis)

Thuja occidentalis

La Thuja occidentalis è una conifera originaria del Nord America, importata in Europa a partire dal 1566. Il suo primo utilizzo in un giardino europeo di prestigio, risale all’epoca di Francesco I, re di Francia, quando venne piantata a scopo ornamentale nel parco di Fontainebleau. Nel clima temperato cresce lentamente e si adatta a una grande varietà di suoli, anche se, essendo originaria di terreni paludosi, preferisce quelli con un elevato tasso di umidità. Può essere utilizzato come albero, e in questo caso presenta una forma di cono affusolato con chioma aperta e rami ascendenti. In questo caso, può raggiungere un’altezza di 20 metri. Nei giardini formali invece, è stato utilizzato principalmente per la realizzazione di siepi ben formate. Le sue foglie squamiformi sono scure nella parte superiore e verdi giallognole nella parte inferiore, con coni che dal giallo virano verso il bruno. In alcune cultivar conservano il fogliame giovanile, con foglie a lesina, simili a quelle del ginepro- La fragranza del suo legno spiega il motivo per il quale, nel linguaggio comune la Thuja venga chiamata “cedro”.

Ligustro a foglie ovali (Ligustrum ovalifolium)

Ligustrum ovalifolium

Il Ligustro a foglie ovali è uno dei più comuni arbusti usati per le siepi dei giardini all’italiana. La specie di Ligustro che cresce spontaneamente in Italia, rustica e semplice da coltivare, è stata usata la realizzazione di siepi nei giardini all’Italiana. Non dava però risultati soddisfacenti, perchè in inverno perdeva tutte le sue foglie. Nell’800 è stata quindi sostituita con la specie L. ovalifolium, con foglie semipersistenti che perde il fogliame solo nel caso di inverni molto freddi. Il Ligustro a foglie ovali può essere utilizzato per conferire tocchi di colore alle siepi. Le varietà coltivate come la aurea (L. ovalifolium ‘Aurem’) e la argentea (L. ovalifolium ‘Argentem’) presentano, rispettivamente, riflessi argentati e dorati. Un’altra specie, originaria della Cina (L. lucidum) si presenta sotto forma di alberello. La fioritura avviene nel mese di luglio, con infiorescenze bianche a forma di pannocchia.
Il ligustro cresce bene anche in terreni poco ricchi e sopporta bene il taglio. Per questo può essere potato abbondantemente in qualsiasi periodo dell’anno, Una caratteristica che spiega il suo ampio utilizzo nei giardini all’italiana.

Tasso (Taxus baccata
Taxus baccata
Taxus baccata in forma obbligata

Il tasso è una pianta molto comune in Europa, utilizzata ampiamente nei giardini all’italiana a scopo ornamentale. Le sue chiome arrotondate e dal fogliame ad aghi piatti, infatti possono essere sagomate a piacimento perchè la pianta sopporta bene potature, anche drastiche. Nella storia è spesso stato associato ad immagini tetre, forse perchè le sue foglie e la corteccia sono velenose. Ovidio, per esempio racconta che la strada che conduce agli inferi è ombreggiata da tassi; i Romani coronavano il capo con corone di tasso, nei giorni di lutto. Questi alberi, protagonisti assoluti assieme ai bossi dei giardini all’italiana, crescono bene soprattutto in terreni calcarei e riescono ad attecchire anche all’ombra di piante di maggiore dimensione.

Alberi

Acero di monte (Acer pseudoplatanus)
I giardini all'italiana
Acer pseudopplatanus Foto di Peter O’Connor (Flickr CC BY-SA 2.0)

Acer pseudoplatanus è un grande albero deciduo di origine europea che raggiunge con facilità i 15 metri e oltre. Ha una forma vagamente arrotondata, conferita dall’inserzione opposta e allargata dei rami sul fusto, e foglie verde scuro, lobate, quasi seghettate sorrette da un lungo picciolo; il loro colore muta in giallo tenue prima di cadere. La sua corteccia, che ha un colore dal grigio al marrone rossastro,  inizialmente liscia, con il tempo si sfalda in piccole scaglie. Fiorisce in modo non appariscente in tarda primavera con pannocchie pendenti formate da minuscoli fiori verdi  a cui seguono i frutti: le disamare con le ali divaricate, le cui punte sono rivolte verso il basso.

Acer pseudoplatanus cresce in pieno sole o in ombra parziale su quasi tutti i terreni ben drenati, acidi o alcalini e ben tollera la salinità. Non richiede o quasi potature, che devono essere quindi, ridotte al minimo

Carpino Bianco (Carpinus betulus)
Carpinus betulus

Carpinus betulus è un albero deciduo a foglia larga che ha una corteccia grigio scuro e liscia da giovane ma che poi presenta costolature evidenti con il progredire degli anni, tanto che a volte tutto il fusto può presentarsi contorto. Le sue foglie sono alternate, semplici, allungate e appuntite e con un margine doppiamente dentellato, con nervature evidenti. Ha gemme simili a quelle del faggio, solo più corte e larghe e leggermente ricurve all’estremità. Gli alberi maturi di Carpinus betulus possono raggiungere un’altezza di 30 m e vivere per più di 300 anni.

È un albero monoico: gli organi riproduttivi maschili e femminili sono sulla stessa pianta, ma in fiori (amenti) separati, che sbocciano in aprile e non sono particolarmente vistosi. Dopo l’impollinazione da parte del vento, gli amenti femminili si sviluppano in frutti alati verdi e cartacei.

Prospera in terreni umidi e ben drenati, tollera l’ombra leggera ma preferisce il pieno sole; è relativamente tollerante alla siccità e al vento e agli stress ambientali.

Cipresso mediterraneo (Cupressus sempervirens)
Cupressus sempervirens: foglie e galbuli

Cupressus sempervirens è un albero sempreverde, una conifera per la precisione (Gymnospermae, divisione Pinophyta), che può superare i 25 metri d’altezza. La sua crescita è molto veloce e in situazioni ottimali può svilupparsi di 10 metri in 10 anni. È caratterizzato da una chioma verde scura slanciata verso l’alto ma il portamento del cipresso cambia radicalmente a seconda della varietà e dipende dalla disposizione dei rami sul tronco. Cupressus sempervirens var. horizontalis, ad esempio, presenta una forma molto ampia composta da numerosi rami che sporgono orizzontalmente mentre la varietà ‘Stricta’ è contraddistinta da un aspetto slanciato e colonnare determinato da fronde molto vicine tra loro.
La chioma è costituita da foglie molto piccole, grigio scuro molto simili a squame quanto a forma e da piccole pigne chiamate galbuli tondeggianti e leggermente resinose.Può essere considerata una specie pioniera in quanto resiste alla siccità e adatta ad ogni tipo di terreno anche i più aridi e poveri

Leccio (Quercus ilex)

Quercus ilex è una quercia sempreverde caratteristica delle regioni affacciate sul

Quercus ilex
Quercus ilex: foglie e

Mediterraneo. Può raggiungere un’altezza di 20 metri. Le sue foglie hanno una forma molto variabile, solitamente ovale lanceolata con i margini talvolta lisci. Il fogliame che cresce sulle piante giovani ha margini dentati e una leggera peluria diffusa su tutta la foglia. La sua corteccia, inizialmente chiara e liscia, tende a scurirsi e a screpolarsi in placche con il passare del tempo.
È un albero monoico, portando fiori maschili e femminili sulla stessa pianta. Quelli maschili sono riuniti in infiorescenze pendule chiamate amenti mentre quelli femminili formano semplici spighe. La fioritura avviene nella tarda primavera e richiama moltissimi insetti impollinatori.
Questa pianta, grazie al suo apparato radicale robusto e fittonante, resiste alla siccità essendo in grado di trovare acqua molto in profondità.

Pioppo bianco (Populus alba)
Populus alba
Populus alba: corteccia e foglie

Populus alba è un albero deciduo che può raggiungere i 30 metri di altezza e 2 metri di circonferenza del fusto. La chioma degli individui maturi è arrotondata e spesso asimmetrica. La corteccia inizialmente è liscia e molto chiara caratterizzata da numerosi segni romboidali ma, con l’avanzare dell’età, assume una colorazione grigio scura solcata da profonde fessurazioni longitudinali.
I diversi tipi di rami, sterili o fioriferi, presentano due differenti tipologie di fogliame. Le foglie sui rami sterili sono più grandi e dotate di lunghi piccioli mentre quelle che crescono sui rami dove si svilupperanno i fiori hanno piccioli più corti e una forma molto più arrotondata. Tutte le foglie sono caratterizzate da una fitta peluria sulla pagina inferiore facendola apparire grigia.

Il pioppo viene spesso utilizzato in parchi e giardini ma anche per consolidare il terreno grazie al suo apparato radicale particolarmente espanso.

Platano (Platanus orientalis
platano
Platanus orientalis: corteccia e foglie

Il platano è un albero dalla crescita rapida e longevo che può vivere e superare i 250 anni.

Raggiungendo un’altezza di oltre 35 metri. La chioma è molto espansa ed è composta da foglie grandi, lobate caratterizzate da 3 o 5 lobi molto pronunciati. La corteccia si stacca in piccole placche grigio marroni rivelando una parte sottostante liscia e bianca. Questo particolare aspetto della corteccia, quasi mimetico, rende il platano un albero facilmente riconoscibile anche in inverno.

Fiorisce in primavera e sono presenti infiorescenze femminili e maschili su una stessa pianta. i frutti sono acheni globosi e penduli riuniti a gruppi di 3 o 6

Tiglio (Tilia cordata)

Tilia cordata sono grandi alberi che possono vivere anche fino ai 1000 anni ed è comune

Tiglio
Tilia cordata: foglie e fiori

trovarli lungo i viali delle città. Le foglie hanno la caratteristica forma a cuore (in latino cor/cordis è appunto il nome del cuore, da cui il nome della specie), con una colorazione verde scuro lucida nella pagina superiore e tendente al glauco in quella inferiore e sono più piccole di quelle delle altre specie. Hanno una corteccia liscia di una colorazione grigio argentata che con il tempo diventerà molto più scura e profondamente solcata. I fiori, color crema e riuniti in grappoli penduli emanano un profumo molto dolce, apprezzatissimi dalle api. I frutti, detti carceruli, sono persistenti e portati da un’ala, maturano in autunno e fanno parte della dieta di molti animali selvatici.

Arbusti

Agrifoglio (Ilex aquifolium)
Fico Rampicante (Ficus repens)
Ginepro (Juniperus spp.)
Santolina chamaecyparissus
Lavanda officinale (Lavandula officinalis)
Rosmarino (Rosmarinus officinalis)
Russelia (Russelia equisetiformis)

Giardini all’italiana e alla francese

Giardino di Boboli, Firenze
Giardino di Boboli, Firenze

Molti elementi accomunano i giardini all’italiana e alla francese. Ed effettivamente, i giardini alla francese sono stati ispirati da quelli formali all’italiana, tanto che, l’occhio inesperto li può confondere. La maggiore differenza è rappresentata dal fatto che, mentre lo stile nato in Italia era espressione del gusto rinascimentale, quelli alla francese rappresentano una declinazione nell’architettura del paesaggio della teatralità barocca. La loro impostazione è sempre geometrica, ma con un piacere più spiccato per le siepi con forme ornamentali ordinate e per le lunghe prospettive lineari che vanno a fondersi nei grandi parchi naturali e foreste che li circondano. Nei giardini alla francese, inoltre, vengono utilizzate maggiormente campiture di fiori coloratissimi. Un altro elemento che li differenzia da quelli all’italiana è l’assenza di forti dislivelli, anche in virtù della diversa conformazione naturale dei due territori nei quali hanno avuto origina. Il più noto esempio di Giardino alla Francese è quello realizzato alla reggia di Versailles alla fine del 600 dall’architetto André Le Notre.

Giardino alla francese
Il giardino alla francese di Château de Vaux-le-Vicomte. Foto di Burkhard Mücke

Giardini all’italiana e all’inglese 

Del tutto diversa invece l’impostazione dei Giardini all’Inglese, che a partire dal 700, con l’esplosione della cultura Romantica, inizieranno a diventare il modello per la realizzazione di giardini in tutto il mondo. In Italia, una così prestigiosa tradizione di giardini formali porterà alla convivenza tra Giardini all’Italiana e all’Inglese. Che si può osservare in capolavori dell’architettura come La Villa Reale di Monza e la Reggia di Caserta.

Giardini della Reggia di Caserta. Sulla sinistra lo scorcio di un paesaggio pittoresco all’Inglese che fa da sfondo a una fontana con sculture classiche di gusto italiano

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