Nonostante le sue opere siano quasi totalmente a Verona, Luigi Trezza è stato un ingegnere e architetto che ha molto viaggiato in Italia, studiando attentamente tutti gli stili degli edifici più rilevanti, prediligendo quelli rinascimentali e romani.

Formazione

Luigi Trezza è nato a Verona il 28 gennaio 1752. Si è formato presso l’ingegnere Adriano Cristofoli e frequentando il clima culturale della Verona dell’epoca. Grazie alle sue frequentazioni poté studiare al Collegio Militare di Castelvecchio, solitamente riservato agli aristocratici.

Durante gli studi fece diversi schizzi e disegni di numerose opere del XVI secolo seguendo le orme lasciare da Michele Sammicheli a Verona e da Giulio Romano a Mantova.

Le prime opere di Luigi Trezza

Luigi Trezza divenne ingegnere nel 1771 lavorando successivamente sia in modo autonomo che nella bottega da Adriano Cristofoli collaborando al progetto del porticato del teatro Filarmonico di Verona.

Giardini

Le sue prime opere sono state la progettazione di alcuni giardini a Verona. Nel 1773 creò per Alessandro Carli un labirinto, tema che poi ripropose nel giardino di Palazzo Giusti conti Giusti del 1786. Dal 1783 al 1791 fu incaricato dal conte Antonio Rizzardi di progettare il giardino della villa di Pojega di Negrar (Villa Rizzardi). Qui riuscì egregiamente ad aggirare i problemi orografici con inventiva attraverso l’utilizzo di elementi architettonici e botanici. Il giardino progettato da Luigi Trezza è in parte in stile paesaggistico inglese ed in parte in stile più tradizionale optando per un giardino formale geometrico.

Ville solenni e austere

Sarà poi negli anni 80 del XVIII secolo che le commissioni si fecero più importanti. Tutte opere emblematiche per la città in linea con uno stile perfettamente neoclassico austero che presentava diversi riferimenti alle opere studiate durante il periodo di formazione. Nel 1784 progettò il palazzo Orti Manara che affaccia su Stradone Porta Palio caratterizzato da un prospetto solenne dato anche dalle numerose cariatidi presenti. Sempre seguendo una linea classicista solenne progettò villa Lorenzi a Marano di Valpolicella tra il 1790 e il 1792.

Villa Lorenzi – ©Adert (via wikimedia commons CC BY-SA 4.0)

Tour

Per la vita di Luigi Trezza sarà decisivo il tour che fece nel 1795. Durò circa sette mesi e attraversò il centro-sud dell’Italia partendo da Firenze, passando per Roma, Ravenna e Napoli. Era a tutti gli effetti un classico viaggio di formazione nonostante il veronese fosse di fatto nella sua maturità artistica. Durante il viaggio, accuratamente programmato, non si interessò soltanto alle opere già conosciute o soltanto quelle del XVI secolo ma studiò una ampissima gamma di monumenti da quelle classiche, a quelle di epoca medievale fino ad arrivare a quelle barocche.

Oltre le porte di Verona conobbe non solo opere a lui distanti ma incontrò e si confrontò con numerosi artisti. In questo viaggiò incontrò, per esempio, Antonio Canova, Giuseppe Valadier e Pompeo Schiantarelli che si andarono ad aggiungere ad altri illustri maestri che conobbe durante la sua carriera. Stare in contatto con artisti provenienti da tutta Italia gli permise di non essere mai un architetto provinciale, nonostante abbia lavorato quasi esclusivamente a Verona.

Progetti ideali

Influenzato dagli esponenti dell’Accademia della Pace di Roma e spinto dalla ricerca di nuovi ambiti delineò diversi progetti ideali. Lavorò con molta inventiva come nel “Tempio monumentale per le memorie degli uomini illustri d’una ragguardevole città”, nelle “Carceri” o nel “Riposo” ideate tra 1796 e 1797. Nel 1809 disegnò “Tempio di forma antica” e il “Progetto di terme” che furono dei veri e propri esperimenti tipologici

Le ultime opere

Una volta tornato a Verona da una parte seguì dei progetti puramente ingegneristici come misurazione topografiche diventando anche ingegnere municipale di Verona dall’altra, invece, ideava edifici e giardini.

Scelse sempre di progettare giardini formali usando anche reminiscenze del cinquecento andando a ispirarsi sia a Sammicheli ma anche a Palladio. Sarà nei giardini post Tour che si possono notare anche degli aspetti derivanti, per esempio, dalla sua permanenza a Roma e Caserta. Lavorò nel 1789 alla risistemazione di parco Perez al Maso e del parco Terzi a Bovolone, l’anno successivo si occupò della grotta degli orti Bernini a Borgo San Giorgio. Nel 1817 fu la volta degli spazi verdi e padronali del palazzo Castellani a S. Giovanni Lupatoto e successivamente anche dei giardini Pradaval a Beccacivetta.

Nel 1805 gli venne commissionato il restauro dell’Arena di Verona che però svolse soltanto in parte e sempre in quegli anni iniziò la realizzazione della chiesa parrocchiale di Castelnuovo del Garda che fu però completata soltanto nel 1830. Luigi Trezza morirà a Verona il 24 dicembre 1823.

Palazzo Orti Manara progettata da Luigi Trezza nel 1784 – ©Dguendel (via wikimedia commons CC BY 3.0)

Maria Giulia Parrinelli

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