La sostenibilità è diventata ormai una parola d’ordine in ogni ambito e anche le tendenze floreali stanno iniziando ad adeguarsi, adottando pratiche eco-consapevoli in ogni passaggio. La corrente di pensiero no floral foam ha eliminato la classica spugna da fioristi non biodegradabile, sostituendola con altri materiali o tecniche, al punto che le aziende stanno iniziando anche a produrre spugne più ecologiche. La filosofia slow flower ha portato alla nascita delle flower farm che hanno modificato il luogo e il modo in cui i fiori sono coltivati, promuovendo una filiera corta e un atteggiamento etico, e il tipo di piante usate nelle composizioni. Fiori e foglie che seguono il corso delle stagioni e che non si uniformano all’idea della perfezione raccontano una storia sul riavvicinamento alla natura e sono usati in composizioni che sembrano emergere dal passato, eteree, delicate, con palette di colori tenui, pastello, tonalità miele dorato e forme morbide e informali. È un design che si sta imponendo per la decorazione della casa e degli eventi, con particolari e sfumature differenti secondo inclinazioni e background dei singoli flower designer, tra i quali Lucy Hunter. 

lucy hunter
Una composizione autunnale, con Rosa ‘Westerland’, Rosa ‘Champagne Moments’, Rosa ’Gentle Hermione’, Dahlia ‘Café au Lait’, rami e fiori secchi di Delphinium rosa, samare e rametti di acero giapponese. Sul lato sinistro un ramo di Ostrya carpinifolia e sul destro uno di Cercis canadensis. Sul fondo della composizione fiori di Hydrangea macrophylla, Hydrangea paniculata e Hydrangea arborescens.
©The Flower Hunter by Lucy Hunter, Ryland Peters & Small. Fotografie di Lucy Hunter © Ryland Peters & Small

Ognuno ha una storia da raccontare, come accade nel caso di Lucy Hunter, poliedrica paesaggista e floral designer britannica, le cui creazione sono un’ode alla natura, sospese nel tempo, e trasmettono messaggi di nuovi inizi. Il suo lavoro è pieno di romanticismo, quasi crepuscolare, e trae ispirazione dal paesaggio, “dalle aspre montagne selvagge che ho la fortuna di chiamare casa”, racconta Lucy, che vive in Galles, “dalla luce mutevole della costa e dalla bellezza indomita di un pezzo di giardino selvaggio che la natura ha bonificato”. La sua formazione le consente di conoscere le piante che utilizza quando compone “ho studiato e sono ossessionata dai fiori e dagli arbusti del giardino”, prosegue,“so come crescono, come interagiscono tra loro e quali fiori crescerebbero naturalmente insieme”.

Anche se i suoi lavori sembrano uscire da un quadro fiammingo, non ha un periodo storico di riferimento, si ritiene frutto di un mix di influenze: il suo passato con una laurea in Belle Arti e certamente un’attrazione per il periodo ‘Bloombsury’ (connotato da un circolo letterario, artistico e scientifico, che vide nella scrittrice Virginia Woolf e nell’economista John Maynard Keynes i personaggi di spicco), quando “lo stile aveva un certo glamour e grazia, ma la semplicità era importante. Tutto poi si incontra con il mio amore per le urne antiche e un fascino, quasi un’ossessione, per la luce e per come essa cade su un oggetto”.

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Una composizione di fine estate con Rosa ‘Gentle Hermione’, Rosa ‘Champagne Moments’, Rosa ‘Lark Ascending’, Dahlia ‘Cornel Brons’ e ‘Dahlia Wine Eyed Jill’, Calendula officinalis ‘Touch of Red Buff’, Lathyrus odoratus bianco, Limonium gmelini, rami di Ostrya carpinifolia, Cercis canadensis ‘Forest Pansy’, Salvia officinalis e Clematis vitalba.
©The Flower Hunter by Lucy Hunter, Ryland Peters & Small. Fotografie di Lucy Hunter © Ryland Peters & Small

Le sue creazioni iniziano spesso da un fiore del suo giardino o di una flower farm vicino a casa, da una fioritura che cattura il suo cuore oppure da un ramo che abbia qualità scultoree sorprendenti o una curva aggraziata, che poi darà la linea della composizione. Seppur non intenzionalmente, la sua formazione come pittrice influenza i principi compositivi. “Sono abituata a dividere le immagini in terzi e uso le linee per portare l’osservatore dentro un’immagine; verosimilmente lo stesso accade per le mie composizioni, che possono essere lette come un dipinto”, con più punti focali.

Dalla progettazione del giardino, poi, ha mutuato la considerazione per la proporzione, la forma, la consistenza e il colore dei fiori e di tutti gli altri elementi naturali e li ha trasferiti in scala ridotta in ciò che crea. Si nota una preferenza per i colori neutri, palette di colori morbidi composti da sottili differenze tonali, legati alla bellezza delle cromie della terra e della natura, i rosa polverosi, gli ocra nelle varie sfumature fino a tinte più profonde e sofisticate come il prugna o l’arancio bruciato. Le rose sono spesso presenti, romantiche e profumate possono essere protagoniste o comprimarie di altri fiori di stagione: ellebori in inverno, tulipani, fritillarie e peonie in primavera, echinacee, zinnie e dalie in estate, crisantemi e bacche in autunno, che è la sua stagione preferita,“adoro la fine di settembre quando la luce si ammorbidisce e i giardini si rilassano, come se avessero allentato il primo bottone della camicia e fatto un profondo respiro, soddisfatto”.
Quella di Lucy Hunter è un’estetica che racconta le sue emozioni, il suo profondo radicamento alla natura e ci ricorda siamo tutti esseri viventi interconnessi.

Il libro di Lucy Hunter, The Flower Hunter: Seasonal Flowers Inspired by Nature and Gathered From the Garden è in libreria, ed è già diventato un bestseller.

Qui una recensione del libro

The Flower Hunter, Seasonal flowers inspired by nature and gathered from the garden

Autore: Lucy Hunter

Casa Editrice: Ryland Peters & Small 

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata