Se vi piace essere sempre un po’ speciali e ricercati, non potete non provare almeno una volta a realizzare un kokedama. Lo spunto di creatività giunge, come spesso accade, dal Giappone. Largamente nota è l’arte di coltivare bonsai. Ecco, i kokedama non sono niente altro che dei mini bonsai, conosciuti anche come bonsai volant. La loro peculiarità è la completa assenza  di un vaso contenitore. La crescita avviene intorno ad un substrato terroso lasciato libero. È spiegato il motivo per cui spargere delle palle di muschio qui e lì, così formate, contribuisce a donare sensazioni di ruralità e libertà al contempo, nonché ad evocare l’idea della perfezione, per via della forma sferica del substrato terroso.

Proprio palla di muschio è la traduzione letterale del termine giapponese kokedama, la cui versione politically correct è perla di muschio. La tradizione giapponese vuole che i kokedama siano avvolti da uno strato terroso il cui nucleo interno è costituito da uno strato di argilla minerale rossa, l’Akadama e torba, Keto.  Questi nuclei, poi, sono completamente rivestiti di muschio. È all’interno dello strato di fango rosso e torba, che vanno inserite le radici dei kokedama.

I kokedama, poi, sono indicati dagli esperti come particolarmente adatti per la realizzazione delle pareti vegetali verticali. Infatti, l’assenza di vaso permette – una volta pronti – di essere sospesi a mezz’aria con un filo di nylon, o appoggiati su vassoi nudi, così come su basi di ciottoli.

I kokedama, infine, possono essere realizzati in casa, con un po’ di pazienza. Può essere sfruttata, infatti, una qualsiasi delle piante acquistabili nei negozi di bonsai: il kokedama, come il bonsai, è adattabile a qualsiasi pianta. La preparazione del substrato su descritto è abbastanza agile: basta realizzare un composto omogeneo di Keto e Akadama. Bisogna fare molta attenzione, tuttavia, alla fase di inglobazione delle radici, mentre si prepara la sfera. Questa operazione deve essere svolta con molta delicatezza ed è necessario accertarsi del fatto che le radici vengano completamente racchiuse dal substrato. Infine, mancherà solo il rivestimento di muschio. Tra i più reperibili si segnala il muschio verde o, in alternativa, l’erba grassa.

L’affascinante coltivazione della pianta senza vaso, dunque, è ad un passo.

 

 

Piero Di Cuollo

Via IdeeGreen