Il Giardino Bardini a Firenze è stato inserito più volte, a ragione, nella top ten dei più affascinanti giardini d’Italia. Gran parte del suo fascino è dovuto anche allo stretto legame che c’è tra Giardino Bardini e la storia della città di Firenze. La storia dei circa quattro ettari di bosco, giardino e orto/frutteto a stretto contatto con le mura medievali, tra Costa San Giorgio e Borgo San Niccolò, parte – appunto – in epoca medievale e arriva sino agli ultimi restauri dei giorni nostri.
Tutto ebbe inizio con la ricchissima famiglia Mozzi, la quale nel Duecento era già proprietaria di diverse case e terreni a Firenze, tra cui la cosiddetta “collina di Montecuccoli”, dove si estende attualmente il Giardino Bardini. Dopo una parentesi nel corso della quale la proprietà passò nelle mani del comune di Firenze, per via dei problemi economici della potente famiglia, quest’ultima torna alla ribalta nel 1591.
Nel corso del Seicento arriva la grande scissione: l’area occupata oggi dal Giardino Bardini viene suddivisa in due proprietà: ai Mozzi la parte Est e a Giovan Francesco Manadori la parte Ovest, dove viene appunto fatta costruire la Villa Manadora, firmata dall’architetto Gherardo Silvani ed occupante un’area strategica per la meravigliosa vista sulla città di Firenze.
I primi abbellimenti e restauri significativi, tuttavia, arriveranno nel corso del XIX secolo, grazie ad un membro della famiglia Mozzi, Giulio; l’altra metà della proprietà, nel frattempo, è passata nelle mani di Luigi Le Blanc e suo figlio Giacomo.
Giulio Mozzi si fa artefice della decorazione della scalinata all’interno del Giardino Bardini, facendola arricchire con dei fondali a mosaico, fontane e statue in arenaria di personaggi in costumi campestri, che possono essere ammirati ancora oggi.
D’altro canto, Luigi Le Blanc, il quale all’epoca possedeva la parte a bosco, si fa fautore della trasformazione di quest’ultima parte in un moderno giardino anglo-cinese, mentre al contempo arricchisce la Villa del Belvedere con un nuovo giardino contenente un lago, una cascata ed una fontana.
Dopo le nuove, travagliate vicissitudini economiche della famiglia Mozzi, che nel frattempo aveva riunito l’intera proprietà, la Villa con l’annesso Giardino viene acquistata dai principi Carolath von Beuten, i quali doteranno, di volta in volta, i giardini di nuovi elementi dal gusto decisamente vittoriano, fino al 1913, data in cui avviene il passaggio della proprietà a Stefano Bardini, noto collezionista d’arte toscano e responsabile del nome attuale del Giardino.
Il passaggio di proprietà costituirà per il Giardino Bardini, com’è intuibile, una vera e propria linfa vitale. Il collezionista d’arte ne farà, infatti, un vero e proprio showroom all’aperto, facendogli assumere il caratteristico stile eclettico che lo contraddistingue. Difatti, vista la sua storia ed anche il personalissimo gusto di Stefano Bardini, il Giardino risulta essere popolato da elementi decorativi di varia provenienza, senza nulla escludere. Non è difficile, così, imbattersi anche in materiali falsificati, difficilmente riconoscibili da quelli autentici, in ri-montaggi ed inserimenti moderni dalle opere autentiche.
Gli interventi più significativi, poi, in quella che è sicuramente la stagione più viva della storia dei Giardini Bardini, possono essere così schematizzati: la costruzione di un viale per raggiungere la Villa e contestuale demolizione dei giardini murati; l’ accorpamento degli edifici sulla costa S.Giorgio; la costruzione di una loggia sul Belvedere, inserita tra i due padiglioni dell’antica Kaffehaus.
Dopo la morte del famoso antiquario, al quale i Giardini Bardini devono tutta la loro fama contemporanea, la cura spetta al figlio di Stefano, Ugo Bardini, il quale se ne occuperà fino al 1965, data della sua morte. A questo punto, i Giardini verranno coperti da una lunga nube di oblio e burocrazia intorno all’eredità, finché nel 2000 la proprietà non viene rilevata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, attraverso la Fondazione Parchi Monumentali Bardini Peyron.
Ed è così che, dopo cinque anni di restauri, i Giardini sono nuovamente riaperti al pubblico, con il suo percorso storico, intrinsecamente legato alle vicende di alcune delle famiglie più ricche di Firenze o che, comunque, abitarono in città.