Il genere Calathea comprende una moltitudine di esemplari. Specie, varietà ibridi e cultivar che costituiscono un universo. Di recente molte specie sono confluite all’interno del genere Goeppertia, pur continuando a essere conosciute come Calathea e sono tutte un condensato di pennellate di colore e forme perfettamente armoniche.

Calathea, un genere dipinto da madre natura

Le foglie di ciascun esemplare di Calathea sembrano davvero dipinte da mani esperte e, invece, è soprattutto madre Terra ad aver fatto tanto splendido lavoro. L’uomo ha un ruolo davvero importante nelle ibridazioni, ma il solco di tanta meraviglia lo ha tracciato proprio la natura. Inserite in qualunque ambiente sono spettacolari e restituiscono una sensazione pittorica persino tattile al solo sguardo.

Disegni perfetti

I disegni delle foglie di Calathea sono talvolta simmetrici, altre volte alternati, altre volte ancora percorrono tutte le lamine fogliari con linee sottili così precise e perfettamente equidistanti, che paiono tracciate da un tiralinee intinto nella china. L’impressione che se ne ricava osservandole, è addirittura quella di una stampa, per quanta è la perfezione. Coi loro contrasti cromatici straordinariamente equilibrati, coi loro ‘occhi’ ben tratteggiati, con le grandi forme a volte allungate, a volte più tondeggianti, sono tutte portate su un lungo stelo, disposte a raggiera e aperte come ad abbracciare l’aria e la luce. Le foglie di Calathea sono un piacere non solo mentale ma anche fisico, già al primo sguardo. Insomma, sono elementi vegetali che in una casa non dovrebbero mai mancare.

Origine e nomenclatura

Tutte le specie appartenenti al genere Calathea provengono dall’America meridionale; anch’esse, come molte delle piante da interni che abbiamo nelle nostre case, provengono dalle aree tropicali. La loro famiglia è quella delle Marantaceae, una famiglia di tutto rispetto per forme, portamento, dimensioni, colori e comportamento. Alcune specie sono a rischio di estinzione a causa della distruzione delle foreste pluviali.

Il nome deriva da kalathos (cesto, canestro) perchè utilizzate dalle tribù dei nativi per realizzare cesti di svariate misure e utilizzo. Sono volgarmente chiamate anche ‘Piante che pregano‘ oppure ‘Piante del pavone‘, appunto per i disegni sulle foglie di alcune specie che ricordano quelli delle sue piume.

C. makoyana, dettagli in trasparenza
In controluce tutta la bellezza del disegno foliare di Calathea makoyana: una trama fine che pare ricamata a telaio – ph.(Rawpixel.com/stock.adobe.com)

Calathea: conoscerle più da vicino

Le piante del genere Calathea sono tutte rizomatose ossia piante che originano da un rizoma, che altro non è che un fusto modificato che ha funzione di riserva. Altro valore colturale e di bellezza, è che sono sempreverdi.

Calathea zebrina
Superfluo chiedersi da dove le derivi il nome: basta guardarla per capire che è Calathea zebrina, un condensato di morbide foglie allo sguardo, attraversate da strisce in perfetto contrasto cromatico – ph.(korradol/stock.adobe.com)

Foglie 

Sono appunto le foglie di queste piante a renderle un punto focale in qualunque ambiente le si ponga. La loro disposizione, infatti, attira gli sguardi, ma sono la loro forma e i loro colori a colpire, tutti insieme, alcuni dei nostri sensi. Lanceolate quelle di Calathea insignis e Calathea louisae, ovato-oblunghe quelle di Calathea lindeniana, ovaliformi quelle di Calathea ornata, ellittiche quelle di Calathea zebrina, oppure oblunghe quelle di Calathea makoyana, le foglie di Calathea sono tutte – nessuna esclusa – un vero piacere per gli occhi. E non solo.

Foglie che attraggono e catalizzano l’attenzione

Lo sguardo è portato a seguire i disegni sulle foglie, uno a uno. Sono stupefacenti, sembra persino impossibile un simile equilibrio e si viene trascinati in modo repentino a considerare quanto perfetta sia la natura. Così precisi e così armonici, linee, colori e disegni foliari restituiscono benessere psicofisico solo a guardarli e si tende a ricercarli di continuo con gli occhi. C’è anche di più. Le grandi foglie di alcune specie sono perfettamente lisce e morbide, altre sono addirittura vellutate al tatto come nel caso di Calathea warscewiczii, di Calathea insignis o di Calathea rufibarba. Quest’ultima ha addirittura una sorta di peluria nella pagina inferiore della foglia che amplifica ogni sensazione tattile e, insieme, lo stupore. Alcune tribù indio le hanno sempre considerate piante sacre proprio per il disegno delle loro foglie che le faceva considerare qualcosa di attinente allo spirituale e al magico. Sono, dunque, piante che suscitano interesse  ma che soprattutto stimolano intensamente la sensorialità generando un inconsapevole ma innegabile benessere profondo.

Fioritura

La fioritura viene un po’ penalizzata coltivandole in casa, copiosa invece in natura. A causa del bisogno di Calathea di un certo grado di fotoperiodismo – cioè quel fenomeno che nelle piante innesca processi organici fisico-chimici in relazione alla lunghezza delle ore di luce (periodo) cui alcune di esse hanno legato la propria attività vegetativa e la fioritura e quindi la riproduzione – per riuscire a fiorire ma anche di particolari cure che non sempre è possibile dare.

Difficile, in casa, la fioritura di Calathea ma non con tutte

In alcuni casi, infatti, come quelli di Calathea crocata e Calathea ornata, giusto per fare un paio di nomi, è più semplice e i fiori sono davvero molto gradevoli. Anch’essi sono in realtà brattee che, nella disposizione concentrica sullo stelo, ricordano un po’ i fiori di Curcuma. I fiori veri, invece, sono piccolissimi e di color bianco/avorio, tutti collocati in altrettanto piccoli raggruppamenti all’ascella di ogni singola brattea. Di particolare bellezza, invece, i fiori di Calathea warscewiczii: le brattee bianco avorio si avvolgono così fitte e strette le une alle altre all’apice dello stelo, da apparire quasi come il turbinato di un bocciolo di rosa moderna, solo di forma un po’ allungata.

Fiori di Calathea crocata
Coloratissimi i fiori di Calathea crocata – ph.(theotherone/stock.adobe.com)

Potature e tossicità

Non sono necessarie potature. Vanno eliminate solo le foglie danneggiate o appassite onde scongiurare la formazione di muffe. Le foglie e tutte le parti di Calathea, non sono tossiche per gli animali e per i bambini. 

Eleganti come recise
Le foglie di Calathea sono così belle che si possono usare anche da recise: come quelle di C. rufibarba in questa immagine – ph.(Tom Baur/stock.adobe.com)

Calathea: il valore aggiunto 

Tutto il genere Calathea ha l’assoluta capacità di assorbire le sostanze tossiche per l’essere umano, presenti nelle case:

  • formaldeidi (usate nelle resine con cui si realizzano molti mobili, in alcuni materiali per l’isolamento, tappezzerie, moquette, tendaggi e tutto ciò che viene realizzato nell’industria tessile in certi trattamenti);
  • ammoniaca (presente in molti prodotti per la pulizia che si usano ripetutamente e quotidianamente);
  • benzene (nelle materie plastiche);
  • alcuni tipi di colla, di resine di vario genere e di solventi;
  • smog e fumo di qualunque tipo. Quindi particolarmente indicate, queste piante, nel caso cui si viva in una zona molto trafficata o molto industrializzata e particolarmente soggetta a smog o in presenza di fumatori stanziali.

In ogni casa, ormai, sono presenti queste sostanze e inserendo una pianta di Calathea negli ambienti dove si staziona maggiormente, è sicuro che non servano altri sistemi di filtraggio/depurazione.

Calathea risana dall’umidità ambientale

Un’altra peculiarità del genere Calathea è che, essendo appunto piante originarie delle foreste tropicali, amano l’umidità e, una volta inserite in una delle stanze della propria casa, laddove ce ne fosse in esubero, la assorbirebbero rendendone più salubre l’aria, anche sotto questo aspetto.

Calathea orbifolia
Bellezza assoluta questo esemplare adulto di Calathea orbifolia. Quasi una scultura vivente, per quanto è perfetta. Non solo belle, però, anche utili – ph.(AkuAku/stock.adobe.com)

Coltivazione del genere Calathea

Sono piante che decisamente non si adattano a tutti gli appassionati. Non sono impossibili, ma richiedono una certa pratica, un po’ di esperienza e un tocco di sensibilità nella capacità di osservare e interagire con esse. Persone tendenzialmente distratte o poco inclini a prendersi cura con delicatezza di approccio, forse è meglio che rinuncino a coltivarle. Diversamente, se si volesse comunque tentare, bisogna avvicinarle con molta umiltà e pazienza, soprattutto verso se stessi più che verso le piante in sè. Non hanno certo bisogno di essere curate come neonati ma una certa sensibilità e attenzione, con le piante appartenenti al genere Calathea, è pressochè indispensabile.

foglie dettaglio
Un close-up di foglie che, solo a guardarle, fanno sentire lo sguardo completamente avvolto e accarezzato… – ph.(Elvira/stock.adobe.com)

Terreno

Essendo piante della fascia tropicale del globo, andrebbe tenuto in debito conto che i substrati in cui vegetano sono di norma leggeri, tendenti all’acido, ricchi e molto permeabili. Quindi necessitano di terricci molto leggeri e torbosi e che non si compattino. Meglio ancora se sono tendenzialmente neutri o subacidi. È necessario perciò ammendare il terriccio che normalmente si acquista nei garden che invece tende a compattarsi troppo, soprattutto dopo qualche tempo. L’ideale è miscelarvi una parte di sabbia di fiume, una parte di lapillo o di argilla espansa, così da consentire una rapida fuoriuscita dell’acqua che si somministra e impedire tassativamente qualunque ristagno idrico. Il lapillo ha anche proprietà nutritive perchè, oltre a modificare la struttura del substrato, rilascia lentamente acidi umici, componente essenziale per qualunque pianta. Il rinvaso va fatto sempre a ripresa vegetativa ben avviata, quando cioè si è stabilizzata non solo la temperatura ma soprattutto il numero di ore di luce nella giornata, perciò verso la fine della primavera. Solitamente vanno rinvasate annualmente perchè in genere occupano piuttosto in fretta tutto il substrato con l’apparato radicale. È consigliabile rinvasare aumentando le dimensioni del vaso di una-due misure al massimo.

C. 'White Fusion'
È una delle più scenografiche e fra le più d’effetto. Calathea ‘White Fusion’ è una cultivar che sta riscuotendo enorme successo di mercato – ph.(Firn/stock.adobe.com)

Esposizione e luce

Le appartenenti al genere Calathea, vivono tutte ai piedi di alberi in un ambiente come quello delle foreste tropicali e della giungla. Pertanto, è logico dedurre che non accettino volentieri troppa luce e che, anzi, prediligano esposizioni ombreggiate, anche l’ombra luminosa va bene. Essenziale, comunque, qualora non avessimo una stanza con simili caratteristiche, almeno posizionarle nel punto meno luminoso e tassativamente lontane da eventuale irraggiamento diretto del sole, anche se solo per poche ore.

Calathea roseopicta
Calathea roseopicta è la progenitrice di decine di cultivar. Guardandola non si fatica a capire perchè – ph.(Pingky/stock.adobe.com)

Irrigazione

È questo l’aspetto colturale che richiede una certa cautela e capacità come quelle descritte nell’introduzione alle tecniche colturali di queste piante. Infatti, ogni Calathea, a prescindere dalla specie, vuole che il terreno di coltivazione resti sempre leggerissimamente umido ma soprattutto che, mai mai mai, resti acqua nel sottovaso. Ovviamente in inverno serve irrigare molto meno, per quantità e soprattutto frequenza ma, in piena stagione, le irrigazioni devono essere frequenti (talvolta anche quotidiane) ma non abbondanti, sufficienti però a bagnare tutto l’apparato radicale. Indispensabile, invece, è che l’acqua che fuoriesce dal vaso resti solo una quindicina/mezz’ora al massimo nel sottovaso e poi venga eliminata. Buona norma (comoda soprattutto) sarebbe quella di porre uno strato di argilla espansa o di ghiaino nel sottovaso così che, irrigando, la pianta non resti troppo a contatto con l’acqua.

Calathea e le gocce
Osservando bene questa foglia, non si può non notare come la scala di verde e le gamma cromatica siano assolutamente perfette e viene da chiedersi come sia possibile tanta perfezione – ph.(howardponneso/stock.adobe.com)

I vantaggi di far riposare l’acqua prima di irrigare sono molti per Calathea

Altra indicazione piuttosto importante è di lasciar decantare l’acqua che si utilizza. L’acqua dei rubinetti di casa mediamente è molto calcarea e questo danneggia particolarmente piante come Calathea, più sensibile ai sali di calcio. Meglio, perciò, raccoglierla il giorno prima in un contenitore e irrigare solo il giorno successivo.
Se invece il proprio impianto idrico domestico è dotato di addolcitore all’ingresso dell’impianto stesso – se non addirittura sull’impianto condominiale centrale – allora non è necessario attendere. È vivamente consigliato di non utilizzare acqua fredda tendente al gelido, specie quando si irriga in inverno. Importante anche la nebulizzazione di acqua (si intende proprio nebulizzata e non schizzata da uno ‘spruzzino’) nella pagina inferiore delle foglie ma solo nelle specie che non hanno la pagina inferiore vellutata. Operazione che si effettua più facilmente la sera grazie al portamento che assume spontaneamente la pianta ed è da effettuarsi soprattutto in estate. Si può anche ottimizzare il mantenimento dell’umidità inserendo uno strato di sfagno che crei una fascia tutt’attorno al pane di terra, al momento del rinvaso.

Calathea ornata border
Un border di Calathea ornata. Nei giardini dove le temperature lo consentono, non deve mai mancare – ph.(Hanna Yohanna/stock.adobe.com)

L’importanza della pulizia delle foglie di Calathea

Fondamentale, per tutte le piante in genere ma in particolare per Calathea, tenere pulite le foglie dalla polvere. Per la pulizia foliare va benissimo passare delicatamente a mano, un panno morbido e pulito, leggermente inumidito, ma sorreggendo la singola foglia con l’altra mano per evitare che si rompa.
Evitare, invece, di usare lucidanti foliari. Per queste piante diventano un vero e proprio danno poichè impediscono alla pianta ogni genere di scambio gassoso che, per quanto riguarda ogni specie di Calathea, è quantomai essenziale.

Pulizia di C. roseopicta 'Dottie'
La pulizia delle foglie di Calathea, è fondamentale. Ha estremo bisogno che la polvere non chiuda gli stomi – ph.(Pohkim/stock.adobe.com)

Temperatura

Dato l’habitat naturale da cui provengono, non possono essere esposte a basse temperature. In estate è possibile tenerle in un angolo ombroso del balcone e del terrazzo come pure di un portico dove l’ombra sia luminosa, a condizione, però che non siano situate dove arriva la canicola estiva anche se poste all’ombra. Meglio quindi un’esposizione a nord, est e nord-est così che il caldo pomeridiano non le danneggi. La temperatura invernale ideale è quella che non scende sotto ai 13-16°. Il massimo che tollerano anche se con una certa fatica e un certo rischio per la loro sopravvivenza, è di 10°. Va fatta assolutamente attenzione a non posizionarle vicino ai termosifoni o farle vegetare in una stanza in cui il caldo è molto secco. In tal caso è possibile utilizzare un umidificatore.

C. lutea
Calathea lutea è una delle specie più grandi, all’interno del genere di appartenenza. È a dir poco magnifica se utilizzata al meglio delle sue potenzialità, ad esempio come in foto. Perfetta per chi vive in località dove le temperature non scendono mai al di sotto dei 15-16 gradi. Vive però anche in casa restando più piccola in altezza – ph.(Sala Design Group via Pinterest)

Concimazione di Calathea

In genere le indicazioni sono di fertilizzare con concime liquido ogni 15-20 giorni durante la bella stagione, in piena attività vegetativa. In realtà, invece, con le concimazioni è sempre meglio essere parchi. Proprio alla luce di ciò, meglio somministrarlo ogni 20-25 giorni per non forzare la pianta. Forzare, se si parla di piante in generale, significa indurre un organismo vegetale ad accelerare le sue funzioni vitali. Ciò, inevitabilmente, genera alle piante uno stress importante. Emettere più foglie, più rami e più fiori, comporta un surplus di lavoro e le espone maggiormente ad attacchi di fitopatogeni e parassiti. Un po’ quello che accade anche all’essere umano: se si stressa ne risente il sistema immunitario e si ammala più facilmente.
È preferibile ma non indispensabile, usare un concime con un titolo più alto in Azoto (N) ma senza mai esagerare, quindi, per quantità somministrata.

Calathea dettaglio di una foglia
Con una foto così ravvicinata, si colgono pienamente le scale cromatiche e tutte le perfette gradazioni di colore: è davvero una magnificenza – ph.(Rawpixel.com/stock.adobe.com)

Moltiplicazione di Calathea

Si moltiplica per divisione dei rizomi, quando le massime sono stabili attorno ai 20°, perciò più o meno in maggio, a seconda dell’andamento delle temperature della stagione in corso.

moltiplicazione Calathea
Una volta diviso il rizoma, porre attenzione che quello che si vuole mettere a dimora porti almeno due foglie e che abbia radici ben formate e sufficientemente grosse – ph.(rawpixel.com/stock.adobe.com)

Un intervento in due passaggi fondamentali

Va posta attenzione che ciascuna porzione di rizomi ottenuta abbia alcune foglie e apparato radicale ben formato e robusto. Si dividono molto delicatamente – queste piante che già non amano molto essere toccate gentilmente, quando si dividono andrebbero proprio sfiorate – se solo fosse possibile. È preferibile perciò usare le mani passandole sul profilo degli stessi rizomi esercitando la forza minima necessaria a dividerli, ma bisogna farlo con estrema cautela. In alternativa si può usare un coltello affilato, molto ben pulito e disinfettato, sempre seguendo i rizomi e sempre con la massima cautela.

Dettaglio di Calathea warscewiczii
Il dettaglio di una foglia di Calathea warscewiczii: difficile non restare colpiti da quel lampo di luce che attraversa tutta la nervatura centrale delle foglie. Un assoluto capolavoro – ph.(Victoria/stock.adobe.com)

Attenzione massima a foglie e rizomi una volta divisi

Bisogna badare attentamente a non rompere gli apparati radicali o che non si stacchino le foglie dai rizomi. Anche senza solo una di queste due condizioni, si compremette l’attecchimento delle nuove piante. Una volta ripiantate, vanno tenute a temperature che non scendano sotto i 20-21° fino a che non emettano nuovi germogli. A quel punto si ha la conferma dell’attecchimento avvenuto e si trattano come di norma.

Moltiplicazione C. lancifolia
Una nuova piantina è realizzata dalla divisione dei rizomi – ph.(Karsten Würth/stock.adobe.com)

Calathea: cosa soffre

I parassiti che possono attaccarle, fortunatamente non sono molti.
Può succedere che le colonizzi:

  • la cocciniglia farinosa: compaiono macchie sulla pagina inferiore delle foglie e si notano comunque i parassiti che appaiono come piccolissimi grumi di farina) che si possono debellare passando delicatamente un batuffolo di cotone imbevuto di alcol sulle foglie;
  • l’altro disturbatore della salute delle Calathea, è il ragnetto rosso: le foglie picchiettate di macchie, tendono ad ingiallire, si accartocciano e infine cadono, mostrando la presenza di piccole ragnatele soprattutto sulla pagina inferiore;
  • infine gli acari che riescono ad infestare le piante solitamente per il clima troppo secco. In questo caso aumentare le nebulizzazioni e, qualora non fosse sufficiente, utilizzare un prodotto specifico badando di rispettare attentamente le dosi e le indicazioni d’uso del produttore.

Il danno più importante

Tutto ciò che danneggia maggiormente le Calathea, però, è un ambiente con poca umidità e/o gli eccessi idrici. Le piante sanno comunicarlo. Se manca umidità all’ambiente, presentano seccume lungo i margini foliari. Coi ristagni idrici, invece, si vedono afflosciare le foglie e in poco tempo perdere tono e turgore, ingiallendo rapidamente e completamente fino ad appassire. Purtroppo per questo problema non ci sono molti rimedi. Solitamente le piante sono compromesse. Buona norma, onde evitare il sopraggiungere di patologie fungine, è quella di asportare le foglie secche o danneggiate, tagliandole alla base dello stelo.

Le foglie raccontano tutto

Qualora le foglie di Calathea si accartocciassero, invece, e ispezionandole non si trovassero tracce di parassiti, è facile che sia per un’eccessiva esposizione alla luce o all’irraggiamento diretto. Se invece si notasse che le foglie diventano di colore meno contrastato o che tende a sbiadire, è perchè c’è necessità di concimazioni.

Una Calathea che si mangia

Ebbene sì, esiste e si chiama Calathea allouia. È una pianta alta, non sviluppa molte foglie ma quelle che emette arrivano a misurare circa un metro. Non si fa uso delle foglie, bensì dei tuberi (conosciuti come lerens), un po’ come avviene col topinambur. Il loro uso è uguale a quello delle patate. Hanno estremo rilievo fra le popolazioni indio e come coltivazione di sussistenza dei coltivatori tradizionali di Porto Rico e delle zone caraibiche. Il tubero era conosciuto e coltivato prima ancora dell’arrivo di Cristoforo Colombo, dalla popolazione Taínos. Oggi, invece, sta sparendo la coltivazione di Calathea allouia a causa dell’incremento dei cibi industriali e della perdita di patrimonio di conoscenza a livello generazionale. Infatti, non sono utilizzati nella cucina portoricana moderna e l’assenza di mercato ha fatto sì che calasse sensibilmente la sua coltivazione. Non ultimo, la lunghezza del ciclo vegetativo della pianta in relazione alla velocità dei consumi, è stato l’altro fattore che ha fatto sì che venisse dismessa la sua coltivazione su ampia scala.

Le specie di Calathea più conosciute e diffuse

  • Calathea makoyana
  • Calathea majestica
  • Calathea insignis (sin. Calathea lancifolia)
  • Calathea roseopicta
  • Calathea orbifolia
  • Calathea musaica ‘Network’
  • Calathea warscewiczii
  • Calathea roseopicta ‘Medallion’
  • Calathea lutea
  • Calathea ‘Silver Star’
  • Calathea ‘Compact Star’
  • Calathea ‘Fusion White’
  • Calathea ‘Dottie’
  • Calathea ‘Flamestar’
  • Calathea ‘Burle Marxii’

  • Calathea zebrina (sin. di Goeppertia zebrina)
  • Calathea ornata (sin. di Goeppertia ornata)
  • Calathea sanderiana (sin. Goeppertia sanderiana)
  • Calathea ornata var. roseolineata (sin. di Geoppertia ornata var. roseolineata)
  • Calathea veitchiana (sin. di Goeppertia veitchiana)
  • Calathea picturata (sin. di Goeppertia picturata)
  • Calathea picturata ‘Argentea’ (sin. di Goeppertia picturata ‘Argentea’)
  • Calathea crocata (sin. di Goeppertia crocata)
  • Calathea rufibarba (sin. di Goeppertia rufibarba)
  • Calathea musaica (sin. di Goeppertia kegeljani)
  • Calathea undulata (sin. di Goeppertia undulata)
  • Calathea lindeniana (sin. di Goeppertia lindeniana)
  • Calathea wiotii (sin. di Goeppertia wiotii)
  • Calathea louisae (sin. di Goeppertia louisae)
  • Calathea louisae ‘Maui Queen’ (sin. di Goeppertia louisae ‘Maui Queen’)
  • Calathea albertii (sin. di Goeppertia albertii)
  • Calathea loeseneri (sin. di Goeppertia loeseneri)
  • Calathea leopardina (sin. di Goeppertia concinna)

  • Calathea kerkoveana (sin. di Maranta cristata)
  • Calathea sanguinea ‘Triostar‘: (sin. di Stromanthe sanguinea ‘Triostar’ a sua volta sin. di Stromanthe thalia ‘Triostar’)
Calathea warscewiczii
Una fra le più belle e seducenti: Calathea warscewiczii. Non deve mancare… – ph.(nickkurzenko/stock.adobe.com)

Calathea: un comportamento curioso 

Chiunque abbia in casa un esemplare di Calathea, si sarà accorto di un fenomeno alquanto strano: durante le ore di buio le foglie si rialzano verticalmente come se si chiudessero. Proprio per questo, le piante appartenenti al genere (come peraltro anche parecchie fra le Marantaceae) vengono volgarmente chiamate ‘piante che pregano‘.
La prima volta che si osserva questo meccanismo si resta un po’ perplessi perchè non si capisce se sia un’impressione soggettiva o se davvero la pianta sollevi le foglie. Col passare dei giorni, invece, tutto diventa certezza e si resta ulteriormente sorpresi e divertiti ma nondimeno incuriositi del fenomeno.

Nictinastia: cos’è?

Si scopre così che in una certa letteratura questo comportamento viene ascritto un po’ romanticamente ad una sorta di ‘sonno‘ delle Calathea come di tutte le Marantaceae, ma questo unicamente perchè avviene sempre nelle ore di buio e perchè le piante lo agiscono creando quasi una sorta di ritmo circadiano. in pratica, invece, come qualunque altro organismo vivente, è evoluto perfezionandosi in ogni minimo aspetto delle sue necessità. Infatti, anche questa funzione ha un nome preciso e una ragione specifica: si chiama nictinastia e si attiva in base agli stimoli luminosi e all’umidità presenti nell’aria. Si è arrivati alla conclusione che entri in funzione per catturare quanta più luce e umidità possibili.

Il fenomeno della nictinastia
In questa foto è molto ben rappresentato il fenomeno della nictinastia: la pianta apre e chiude le foglie secondo una sorta di suo ritmo circadiano: le serve per trattenere meglio l’umidità e per cogliere fino all’ultimo istante di luce – ph.(Firn/stock.adobe.com)

Come avviene?

In pratica, il movimento delle foglie è attivato da un organulo (il pulvinulo) che si dirama lungo le nervature foliari. È una sorta di rigonfiamento costituito da tessuti ricchi di linfa che contengono fibre elastiche. Quando si verificano variazioni di luce e tasso di umidità, il rigonfiamento subisce una modificazione e aumenta o diminuisce il suo volume, esercitando, così, una determinata pressione sul fascio di fibre che costituisce il nucleo centrale del pulvinulo. È proprio questa elasticità a determinare i movimenti delle foglie, in funzione dei bisogni delle piante che lo agiscono.
Si comporta, in pratica, come farebbe una fotocellula.

Le due pagine di una Calathea makoyana
Grazie alla nictinastia messa in atto da tutte le Marantaceae, si può godere appieno della bellezza di ogni pagina foliare: inferiore e superiore, entrambe di grande effetto scenografico – ph.(Dewins/stock.adobe.com)

Calathea un mondo da scoprire e a cui appassionarsi

Viene piuttosto automatico concludere che – come in molte altre pratiche ed espressioni della nostra vita – osservandoli, l’uomo si sia ispirato ai fenomeni naturali come al paesaggio e al comportamento delle piante e li abbia declinati sulla scorta dei suoi bisogni e delle sue capacità di tradurli in pratiche utili per se stesso. Quindi, chissà, magari è successo anche con la nictinastia di Calathea da cui può aver appreso che un dato meccanismo si può attivare solo quando ce n’è bisogno in base alle condizioni di luce/buio.

È un mondo complesso, quello del genere Calathea. È governato da regole semplici e molto organizzate allo stesso tempo, è orchestrato da meccanismi sottili, quasi impercettibili, scanditi da pause fra giorno e notte che ci mostrano quale meraviglia biologica siano quelle che comunemente chiamiamo solo piante.

C. louisae 'Maui Queen'
Delicatissimo il disegno di Calathea louisae ‘Maui Queen’ ma, malgrado sia meno vistoso di altre cultivar, non si esime dall’avere un suo fascino – ph.(Firn/stock.adobe.com)

Caratteristiche del genere Calathea

  • Tipo di pianta: perenne, rizomatosa, sempreverde
  • Famiglia: Marantaceae
  • Origine: America meridionale e centrale
  • Dimensioni: variano dai 30 ai 70-80cm. a seconda della specie
  • Colore e forma dei fiori: bianchi sfumati al crema su uno stelo centrale al cui apice si sviluppano brattee bianco, avorio, arancio o lilla;
  • Foglie: appariscenti e decorative, ovaliformi, oblunghe, ellittiche
  • Periodo di fioritura: se fiorisce, il fiore persiste per mesi
  • Resistenza al gelo: nessuna. Resiste all’aperto solo in zone temperate e calde
  • Difficoltà di coltivazione: media
  • Utilizzo ideale: vaso, pianta da interno
  • Esposizione: ombra luminosa, luce filtrata, mai sole diretto
Un ibrido di Calathea
In tutto il mondo sono centinaia, conoscerli tutti è impossibile: la meraviglia di questo genere è che si ibrida in ogni modo immaginabile e tutti sono straordinari– ph.(LukaszDesign/stock.adobe.com)

Ivana Fabris

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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