Archigram, gruppo formato da Warren Chalk, Peter Cook, Dennis Crompton, David Greene, Ron Herron e Michael Webb, ispirò dal 1961 la creazione e la progettazione di nuove realtà sociali e di modi di vivere ideali per la società, come the Walking City, Living Pod e Instant City, dettate dalle nuove tecnologie del tempo.

Il gruppo formato da i sei architetti iniziò a creare dei collage e disegni che esprimevano le loro idee sulla tecnologia e di come potesse entrare e cambiare la vita delle persone. Ogni anno produssero una rivista, omonima del gruppo, che era più una sorta di opuscolo auto prodotto. Il primo fascicolo, uscito nel 1961, era un’idea di rivista non consueta e scritta, ma presentava immagini con scritte leggibili con un determinato senso. Questa prima uscita rappresentò il manifesto del gruppo che dichiarava le proprie idee. L’obbiettivo generale di Archigram presentando the Walking City, Living Pod e Instant City era di opporsi ad architettura moderna monumentalizzata e bloccata nei suoi caratteri. Questa idea incrocia le avanguardie di inizio 900 come il movimento del futurismo.

Nel 1963 il gruppo Archigram organizzò una mostra ‘living city’. Il tentativo era quello di interpretare le dinamiche della città contemporanea secondo le loro idee. Lo spazio espositivo venne suddiviso in una serie di aree, chiamate glup, che definivano diverse zone di interesse.

Archigram, the Walking City

Archigram the walking city

Del gruppo Archigram, fu Ron Herron a presentare il progetto the Walking City nel 1964. La sua visione, era stata inizialmente pensata in una New York distopica, dove dei sistemi simili ad astronavi camminavano sull’acqua e connettendosi tra di loro creando un grande nucleo proprio come a formare una città. La città diventò una sorta di astronave con delle gambe telescopiche che estendendosi fanno muovere l’oggetto tecnologico ma al contempo  ricorda una forma organica.

Nonostante queste astronavi potevano sembrare indipendenti, l’idea di Archigram per the Walking City era di creare una relazione tra di loro in modo da formare un grande arcipelago che potesse consentire il trasferimento libero di merci e persone tramite le stazione di scambio. La visione fu dettata da un futuro devastato dalle guerre nucleari dove la popolazione si doveva creare un rifugio lontano dalla superficie devastata.

Gli Archigram erano antieroici e credevano in un’architettura non troppo egoista, che fosse prima pensata su misura per le persone. La città doveva, secondo le loro idee, continuare a cambiare insieme a i suoi abitanti. Sebbene credessero indiscutibilmente nel cambiamento, non approvarono la demolizione della storia dell’architettura, suggerirono che avrebbe dovuto essere costruito ed evoluto per far parte del mondo moderno piuttosto che distrutto per sempre.

Chiara Maria Cazzani

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