I Giardini La Mortella a Ischia sono stati in parte disegnati da Russell Page, che ha definito una cornice all’interno della quale Susana Walton, la proprietaria, ha creato lussureggianti scenografie naturali e collezioni botaniche di grande fascino.

giardini la mortella
La Fontana principale, davanti all’abitazione di Susana e William, circondata da Brahea armata con la loro particolare fioritura, in fiore, Dracaena Draco, Yucca, Dasylirion, Russelia equisetiformis, Cycas, Kalanchoe beharensis spicca un Pinus pinea e nell’acqua si notano ninfee, fiori di loto e papiri. Il getto della fontana è di pari altezza a quello della Fontana alta, su un pendio opposto.

“Che posto strano e stranamente incantato è questo” scriveva Truman Capote a proposito di Ischia. Attraverso miti e leggende che ancora si leggono sui volti degli isolani, la maggiore dell’arcipelago delle isole Flegree, nel golfo di Napoli, è diventata un luogo dell’immaginario, un punto d’incontro per chi cerca uno spazio in cui il mondo sembri scomparire. Una dimensione di serenità e benessere ha dato a questo luogo un significato magico grazie anche a un paesaggio plasmato da eruzioni vulcaniche avvenute a più riprese, e che oggi si manifestano benevolmente tramite le numerose fonti termali. Questa incantevole combinazione tra natura e cultura ha reso l’isola il punto d’incontro di numerosi personaggi di diversi ambiti culturali.

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Una vista della Valle dalla casa, con la Fontana principale e il monte Epomeo

Nell’ottobre del 1949 qui arrivarono anche William Walton, tra i più noti compositori inglesi del 900, e la sua giovane moglie argentina Susana Gil Passo, freschi sposi dopo un colpo di fulmine che li condusse al matrimonio nell’arco di un paio mesi. Ci arrivarono per caso perché in realtà la loro idea era di sostare a Napoli o in Costiera amalfitana, ma nel dopoguerra non c’erano case disponibili; ne trovarono una in affitto, e dotata di un pianoforte, a Ischia e vi rimasero, anche se non continuativamente, fino al 1956.

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Una vista della Fontana bassa con il ruscello che la collega alla Fontana 8 lati. Si notano il fusto spinoso di Ceiba speciosa e la fioritura delle magnolie.

William componeva la sua musica indisturbato ma non era la situazione ideale per una donna esuberante quale era Susana, che doveva dare un significato alla sua energia, alla sua passione per le piante e al suo estro creativo. A Forio, una località allora abitata soprattutto da pescatori, trovarono un terreno addossato lungo la collina, esposto a ovest e protetto dai venti di nord, con speroni di roccia lavica affioranti, una parte pianeggiante a valle e un’immensa roccia sulla collina: se ne innamorarono e lo acquistarono.

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La fioritura delle magnolie nella Valle

Quello sarebbe stato il regno di Susana, un giardino che chiamarono La Mortella, dal nome locale dato al mirto, che in quel luogo assolato abbondava. Scelsero di costruire la loro casa nella parte inferiore, dietro a tre speroni di roccia vulcanica e in posizione leggermente sopraelevata rispetto al resto; da lì William avrebbe potuto avere una vista del giardino da cui trarre ispirazione per le sue sinfonie e godere della sua pace.

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La Victoria House con Victoria amazonica, orchidee, Tillandsia, Strongylodon macrobotrys, Araceae e Bromeliaceae.

Creare un giardino dal nulla, in quel contesto così irregolare, sempre al sole, con poco substrato e privo di acqua, tuttavia, non era semplice, neppure per una donna colta e dotata di grande sensibilità come Susana, che, innamorata del libro ‘L’educazione di un giardiniere‘, decise di affidare al suo autore, Russell Page, allora all’apice della sua carriera, il disegno della planimetria generale della zona a valle. Un giardino per un compositore di musica, che per di più ammirava, un’oasi di pace e serenità per una coppia innamorata, era un’esperienza nuova per Page, che accettò.

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Ninfee, fiori di loto, Russelia equisetiformis e Brahea armata

Durante i suoi soggiorni a Ischia, definì un progetto di massima che implementò quando dalla terraferma l’acqua dolce fu portata sull’isola e non ci fu più bisogno di ricorrere a cisterne e a sole piante mediterranee. Il paesaggista progettò una struttura a Elle, percorsi e scalinate per raccordare le aree in cui aveva diviso il giardino e i vari pendii rocciosi, con assi prospettici collegati da quattro fontane, la maggiore delle quali, di forma ovoidale, ai piedi della casa. 

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La Victoria House con Victoria amazonica, orchidee, Tillandsia, Strongylodon macrobotrys, Araceae e Bromeliaceae.

Disegnò anche un lungo ruscello tra due fontane, per mettere in relazione la parte iniziale del giardino con quella centrale. “L’acqua è sempre al suo posto quando viene utilizzata per esaltare l’armonia di un giardino” sosteneva Russell Page nel suo libro ‘L’educazione di un giardiniere’. E l’acqua ai Giardini La Mortella ha un ruolo importante, non solo per l’armonia generale ma anche perché contribuisce al mantenimento di un microclima che consente alle piante della fascia subtropicale di prosperare e il suo zampillìo echeggia in tutto il giardino, producendo un delicato e piacevole sottofondo sonoro, come si conviene al giardino di un musicista.

Un boschetto di felci con Sphaeropteris cooperi e un sottobosco di Woodwardia radicans, Bromeliaceae e begonie. Nei fusti delle felci arboree sono disposti cestini con Platycerium bifurcatum.

Il disegno di Page per i Giardini La Mortella ha creato una struttura che ha dato un senso di armonia e coesione, fornendo al contempo una cornice all’interno della quale Susana, sulla base delle suggestioni che il paesaggista le ha fornito a più riprese, è stata libera di dare sfogo alla sua personale estetica, alla sua competenza e curiosità botanica nella scelta delle piante da mettere a dimora e che coltivava personalmente. Per ingentilire la geometria austera della casa e dei terrazzamenti che consentivano di scendere alla fontana principale, ad esempio, Page suggerì piante dalla silhouette molto architettonica e lei scelse palme, principalmente Brahea armata, Dracaena Draco e Yucca.

La fioritura di Puya x berteroniana, la cui spiga floreale alta due metri è ricoperta da fiori verde-blu metallico.

Da buona giardiniera  sapeva che le piante avevano bisogno di un substrato idoneo sul quale poter crescere e sviluppare un buon apparato radicale e così per anni aggiunse sostanza organica a quel terreno roccioso. Innamorata degli alberi, lentamente Suzana Walton iniziò a piantarne alcuni da seme, quali Ceiba speciosa o Jacaranda mimosifolia, originarie della sua Argentina, e altri come giovani esemplari per consentire loro di adattarsi alle condizioni dell’isola.

Un altro boschetto di felci e Bromeliaceae.

Oggi la Valle, come è noto il giardino inferiore, è un tripudio di chiome con foglie diverse quanto a forma, colore, tessitura, stagione di interesse; Ginkgo biloba, Spathodea campanulata, Brachychiton acerifolius, Liriodendron tulipifera, Davidia involucrata, Araucaria heterophylla, Erythrina crista-galli, Metrosideros, magnolie, solo per citarne alcuni, si accompagnano a palme e a felci arboree e punteggiano il giardino.

Una vista della Fontana principale, con in primo piano una Victoria amazonica. I suoi fiori enormi e profumati di ananas e caramello si aprono la sera tardi in bianco, e sono femminili, si chiudono e si riaprono rosa, e maschili, il giorno successivo; le sue foglie possono misurare oltre tre metri.

L’ombra fornita dagli alberi unita al particolare microclima che si è venuto a creare consente alle piante subtropicali, che nel tempo Susana ha messo a dimora, di prosperare. Un fitto sottobosco di volumi, consistenze e fioriture vivaci che si accosta a piante continentali quali ortensie e camelie, oppure, insolitamente, ad altre più bisognose di esposizione assolate e alle acquatiche. La realizzazione pratica del progetto di massima di Page, la supervisione dei lavori, la scelta delle piante, in pratica la creazione stessa dei Giardini La Mortella, si devono essenzialmente a Susana, tra i cui meriti si aggiunge quello di essere riuscita a coltivare per più stagioni la Victoria amazonica, una ninfea profumatissima, nota per le dimensioni di fiori e foglie oltre che per la caratteristica di cambiare sesso e colore nell’arco di un giorno. Per lei ha creato la Victoria House in cui sono coltivate anche altre orchidee, Bromeliaceae e il raro Strongylodon macrobotrys, dagli insoliti fiori color verde giada.

Il giardino a valle è avvolgente e raccolto e rispecchia la vita che i coniugi Walton qui hanno condotto, riservata, lontana dai clamori della mondanità, con pochi e selezionati amici come ospiti. Dopo la scomparsa di William nel 1983, Susanna iniziò una nuova fase della sua vita e di quella del giardino.

Una vista del giardino orientale in autunno, con il foliage degli aceri e l’alternanza di tessiture e consistenze dei fogliami di Colocasia, olivi, felci, Chamaerops

Creò la fondazione italiana William Walton e La Mortella e l’organizzazione no-profit britannica William Walton Trust, assecondando la volontà del marito di assicurare un futuro alla Mortella, aiutare i giovani musicisti e ospitare concerti di musica, aprendo così la sua vita al mondo, e iniziò un nuovo giardino sulla collina, da cui si gode una suggestiva vista sul mare e si percepisce chiaramente l’isola: i Giardini La Mortella, prima riservati e intimi, si spalancarono verso il paesaggio circostante, e furono aperti al pubblico, portando il mondo dentro il giardino. Due episodi paralleli nella storia del giardino e nella vita della persona carismatica che lo ha animato.

Dalla valle si accede alla collina grazie a rampe, ponticelli, sentieri curvilinei che portano a terrazze soleggiate, angoli tematici dove la vegetazione mediterranea in senso lato abbonda, guidata dalla mano sapiente ed esperta di Susana che ha disposto le piante in base a valutazioni orticolturali, artistiche ed estetiche per creare delle scenografie vegetali rigogliose e lussureggianti secondo un disegno fluido.

Il padiglione thailandese nel giardino orientale in Collina con Agapanthus campanulatus e fiori di loto (Nelumbo nucifera)

Lungo i sentieri si incontrano il Tempio del Sole, ricavato da una vecchia cisterna per la raccolta delle acque meteoriche, un giardino orientale con peonie, aceri giapponesi, ibischi, una casa del tè e un laghetto con fiori di loto che si collega a un altro specchio d’acqua con ninfee tropicali e rustiche e circondato da Agapanthus campanulatus. I Giardini La Mortella hanno dato a Susana la forza per continuare a vivere e a celebrare il ricordo di William, le cui ceneri sono deposte presso una grande roccia che domina la baia. Negli ultimi anni della sua vita si è raccomandata di non cristallizzare il giardino, per definizione dinamico, e di accompagnarlo nella sua evoluzione.

Un’eredità raccolta da Alessandra Vinciguerra che ha lavorato accanto alla creatrice de La Mortella in qualità di direttrice dei giardini e ora presiede la Fondazione, dopo la scomparsa di Susana, Lady Walton, nel 2010.  Le ceneri del vero genius loci del giardino oggi sono racchiuse in un angolo del Nympaheum attorniato da una ricca vegetazione della macchia mediterranea.  La Mortella è una dimensione della memoria, un giardino dell’anima dove Susana e William Walton vissero un grande amore il cui eco forse non si spegnerà mai. I Giardini La Mortella fanno parte del network Grandi Giardini Italiani.

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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