Gibellina Nuova è diventata con il tempo un museo a cielo aperto con le sue circa 60 installazione sparse per la città. Questa città nuova è stata costruita dopo la distruzione di Gibellina a seguito del disastroso terremoto del Belice del 1968.

Dove si trova

Gibellina Nuova è stata costruita dopo il terremoto del Belice del 1968. Decisero di spostare la città ad una ventina di km più a valle dato che era più vicina all’autostrada. L’allora sindaco della città Ludovico Corrao chiamò, per abbellire la nuova città, numerosi artisti di fama mondiale vedendo nell’arte un riscatto sociale della città. A Gibellina Nuova si possono trovare opere di Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Mimmo Paladino, Franco Angeli e Leonardo Sciascia. Anche Alberto Burri ha partecipato al progetto però operando dove sorgeva il vecchio centro abitato. La sua opera di land art conosciuta come Cretto di Burri a memoria del terremoto che distrusse la città.

Alcuni monumenti e opere d’arte di Gibellina Nuova

Cretto di Burri

Realizzato da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989 è stato costruito non lontano dalla città nuova dove sorgeva Gibellina vecchia con lo scopo di congelarne la memoria.

Si tratta di un monumento gigantesco fatto completamente in cemento con lunghe fratture che lo percorrono. I vari blocchi ricalcano gli edifici distrutti (vennero usate le loro stesse macerie) e le vie della vecchia città.

Le vie sono larghe dai due ai tre metri mentre i vari blocchi presentano un’altezza di circa un metro e sessanta. Si estende per circa 80000 metri quadrati e può essere considerata l’opera d’arte contemporanea più estesa al mondo.

Venne costruito in due fasi distinte a causa della mancanza di fondi, la prima tra il 1985 e il 1989 e fu completata soltanto nel 2015.

Cretto di Burri – ©Davide Mauro (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Stella d’ingresso al Belice

Si tratta di una installazione in acciaio inox eretta sulla strada per Gibellina Nuova ideata da Pietro Consagra. L’opera d’arte, alta 26 metri, rimanda alle luminarie usate per le feste ed è diventata ben presto il simbolo dell’intera valle del Belice.

Stella d’ingresso al Belice – ©Felipe Garcia (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Montagna di Sale

Ideata da Mimmo Paladino è stata ideata nel 1990 come scenografia della rappresentazione de La sposa di Messina di Friedrich Schiller diretta da Elio De Capitan. Finito l’evento è stato deciso di lasciarla in maniera definitiva presso il Baglio Di Stefano che oggi è diventato un museo di arte contemporanea.

Chiamata anche Montagna del sale è un cumulo di cemento, vetroresina e pietrisco dove sono stati inseriti trenta cavalli di legno posti in posizioni diverse. I cavalli erano gli animali più ricorrenti nelle opere di Mimmo Paladino.

Oltre che a Gibellina Nuova, un’opera simile poteva essere ammirata anche in Piazza del Plebiscito a Napoli nel 1995 e in piazza Duomo a Milano nel 2011 entrambe con dimensioni e numero di cavalli cambiato.

Chiesa Madre

Sulla sommità di una collina è stata costruita la nuova chiesa parrocchiale di Gibellina. A progettarla furono Ludovico Quaroni insieme a Luisa Anversa nel 1972.

La chiesa presenta geometrie e forme architettoniche innovative soprattutto in rapporto con il luogo. Le funzioni sono distribuite all’interno di un parallelepipedo di lato 50 metri per 50 metri suddiviso in diversi moduli ed in sottomoduli. Il centro simbolico ma anche geometrico dell’edificio è una grande sfera liscia in cemento.

Completata nel 1985 sono stati necessari degli interventi di ristrutturazione già dopo soltanto 10 anni a causa del crollo della copertura del tetto. I lavori iniziarono soltanto nel 2002 e furono terminati nel 2010.

Chiesa Madre di Gibellina Nuova – ©Maurizio Mucciola (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Le opere di piazza del comune

Al bordo della piazza si trova un portico realizzato da Vittorio Gregotti e Giuseppe Samonà con alle pareti le ceramiche realizzate da Carla Accardi.

Si trovano sulla piazza anche le opere La torre di Alessandro Mendini, la Città del sole di Mimmo Rotella in Travertino e La città di Tebe di Pietro Consagra in metallo chiaro. Quest’ultima originariamente facente parte della scenografia per l’opera teatrale Edipo Re.

La torre di Alessandro Mendini è stata realizzata nel 1988. Ideata per funzionare quattro volte al giorno emette un mix di suoni ripresi dalle vie di Gibellina Vecchia prima del terremoto.

Maria Giulia Parrinelli

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