Normalmente concepiti come luoghi di relax e di ricevimento, i terrazzi sono un elemento chiave per far sì che gli spazi abitativi acquistino una dimensione più ampia: si trasformano in ulteriori stanze all’aperto, a volte una successione di ambienti in stretto legame con l’interno. Dare un look contemporaneo a un terrazzo di circa 350 mq, aprendo lo spazio abitato verso l’esterno con serie di aree per intrattenere in un giardino rigoglioso, è il compito che è stato affidato allo studio AG&P greenscape, dei partner Emanuele Bortolotti e Paolo Palmulli, in seguito alla ristrutturazione di un appartamento nel centro di Milano. “Fin dal primo sopralluogo la sensazione è stata quella di entrare in un vecchio, dignitoso set cinematografico ormai in disuso per i segni del tempo” racconta Stefania Zavarise, che insieme a Emanuele Bortolotti si è occupata del progetto in prima persona. “Il terrazzo era stato sicuramente il centro di vita mondana, fiore all’occhiello di un’abitazione altrettanto di carattere. La sfida è stata quella di ridare lustro a questo spazio, restituendogli la dignità di luogo di incontro e di festa, e il dialogo con la nuova architettura degli interni”.

Si potrebbe dire “sfida vinta”: il risultato è un luogo ben progettato, potenzialmente lontano dal mondo, grazie al fatto di essere sollevato dalla città, dove godere contemporaneamente della natura e della confortevole sensazione degli spazi esterni.

Le grandi vetrate che si affacciano sul terrazzo accentuano il legame tra i due ambienti, in una sorta di dialogo continuo tra loro. La conformazione dell’area, che lambisce la casa sui tre lati, ha reso possibile la creazione di una pluralità di zone living, di una parte conviviale con tanto di cucina attrezzata e di un solarium dove si trova una grande una vasca d’acqua. La parte centrale, più estesa, invece, è un giardino moderno e raccorda le diverse zone. 

Emanuele Bortolotti ©Alberto Ferrero
Vista della zona living, con la vasca ornamentale, e della struttura che inquadra le vedute della città sottolineata dalla vegetazione esuberante. Si notano da sinistra il melograno (Punica granatum) in vaso, Alocasia macrorrhizos, ortensie e oleandri. ©Alberto Ferrero

La soluzione di maggior impatto è stata la trasformazione della pensilina esistente in un coronamento verde, grazie a una struttura in metallo con verniciature effetto corten che ha mascherato e attualizzato i pilastri e la pensilina e che inquadra le viste sul panorama della città incorniciate dalla vegetazione e scandisce e ritma lo spazio. Questa struttura, nella parte alta, nasconde al suo interno vasche metalliche per ospitare le specie decombenti e creare un nuovo livello visivo. È stato creato un camminamento perimetrale, separato dalle varie zone, oltre la vegetazione, per poter passeggiare tra le piante, eventualmente anche al riparo dalle intemperie, e godere dell’affaccio diretto.

L’illusione di stare in un giardino e non in un comune terrazzo, è permessa dal piano della pavimentazione sopraelevato. Questo escamotage ha consentito di mascherare le fioriere in muratura dove alloggia la maggior parte della vegetazione e che contengono il substrato sopra il quale è stato poggiato e fatto attecchire il tappeto erboso. Libere di espandere le loro radici in spazi non più costretti, le piante hanno uno sviluppo vigoroso. Dietro un’ordinata siepe di Myrtus communis subp. tarentina (mirto), interrotta solo in un punto per accedere alla ‘passeggiata’, spunta una giungla rigogliosa di piante studiate da Emanuele Bortolotti per poter offrire fioriture spettacolari nell’arco delle stagioni. Ecco quindi le Camellia japonica a fioritura primaverile, le raffinate peonie arbustive, le rose romantiche, varie specie di Hydrangea (ortensia) per offrire una fioritura scalare nel tempo e diversa per forma e colore, coloratissimi Hybiscus siriacus, tutti sapientemente accostati a erbacee perenni e graminacee ornamentali quali Acanthus mollis, Gaura lindheimeri, Anemone japonica, Sedum ‘Autum Joy’ e Pennisetum alopecuroides, per citarne alcune. 

Come in ogni progetto del verde degno di questo nome non mancano le piante che forniscono una struttura permanente. In questo terrazzo hanno sempre un plus: il profumo, come nel caso di Osmatnhus fragrans (la vecchia Olea fragrans), Trachelospermum jasminoides (falso gelsomino), Myrtus, Gardenia jasminoides, oppure la fioritura per le camelie, gli oleandri, i Cotoneaster salicifolia, le Nandina domestica, le Abelia ‘Edward Goucher’, i Teucrium fruticans oppure ancora le belle foglie lucide per i Pittosporum tobira ‘Nanum’. 

Ancora più interessanti sono gli accenti, elementi (piante nel nostro caso) che differiscono da tutto ciò che li circonda: le Alocasia macrorrhizos, note anche come orecchio d’elefante per le loro foglie giganti, e le Cycas revoluta, simili a piccole palme, con foglie lucide e arcuate divise in molte foglie strette e di colore verde intenso. A loro il compito di regalare l’effetto tropical e di condurre idealmente in paesi lontani.

In un terrazzo di queste dimensioni gli alberi di piccola dimensione sono i benvenuti. A delimitare la zona living vicina al solarium, in una vasca capiente e quadrata un Punica granatum (melograno) dona uno slancio verticale e funge da punto focale. Sul lato opposto della zona a prato due Acer palmatum (aceri giapponesi) dalla vegetazione chiara e leggera, in capienti vasi di design, creano un’atmosfera intima.

Oltre ad ampliare la superficie abitativa, questo terrazzo espande i confini dell’immaginazione e crea stanze confortevoli in un continuo gioco di sensazioni di apertura e intimità.

 

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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