Un giardino sulla collina di Pinerolo, in provincia di Torino, è la perfetta sintesi di forma e natura, un equilibrio tra esuberanza della piantagione e rigore del disegno. È anche il risultato del dialogo tra i committenti e il progettista, l’architetto Paolo Pejrone, che ha assecondato le loro richieste senza tradire lo spirito del luogo, mettendone anzi in luce tutte le potenzialità. Il giardino si articola su due livelli: il primo è una piccola oasi privata, quasi incassata nel pendio della collina e ottenuto in seguito al restauro dell’abitazione, una cascina del 1800. Il secondo, più grande, è posto a una quota superiore ed è separato dal primo tramite muri di contenimento che consentono di trattenere la spinta del terreno senza, tuttavia, chiudere la visuale.

La scala per raggiungere il giardino superiore ornata di Abelia. Nella vasca ninfee e altre piante palustri

Le due quote si traducono in due giardini differenti sotto il profilo stilistico, ma che sono l’uno il completamento dell’altro, in un gioco di richiami ottenuto tramite l’uso di alcune piante della stessa specie, con il verde del fogliame e il bianco delle fioriture nell’arco delle stagioni a fare da filo conduttore.

Lo spazio ricavato al piano più basso ruota intorno alla grande cucina ed è stato concepito come una zona living informale all’aperto, con una zona conviviale più appartata, dove rilassarsi immergendosi nella natura circostante e godere della quiete e del  silenzio. Qui i proprietari, grandi amanti del giardino, possono lasciarsi alle spalle lo stress della vita quotidiana e ritrovare una dimensione più intima. 

Uno scorcio del giardino superiore con vista sugli esuberanti Cornus kousa

Domina la semplicità, con una essenziale pulizia formale. Salta subito all’occhio la vasca rettangolare lunga e stretta parallela all’abitazione, che raccoglie le acque meteoriche e ospita carpe koi e pesci rossi. In essa sono coltivate ninfee rustiche, in grado di resistere agli inverni più rigidi, e in un vassoio separato, rialzato a filo dell’acqua, piante palustri quali Pontederia cordata, Iris ed Equisetum hyemale, che con il suo portamento slanciato non solo dona verticalità all’insieme ma nasconde parzialmente l’impianto di depurazione delle acque, ospitato all’interno di una scatola in corten. Due sculture di fattura artigianale, acquistate in Namibia, rievocano gli aironi che spesso fanno visita alle carpe; sono divenute un punto focale e fronteggiano due estrosi bracieri rialzati delle medesima provenienza.

Una vista del giardino inferiore con in primo piano le foglie del rosmarino. Sullo sfondo il giardino superiore con a sinistra la fioritura dei Cournus kousa e a destra quella delle rose. Contro la parete grandi vasi ospitano le Camellia sasanqua

Se i colori neutri caratterizzano i muri, la pavimentazione in teak non trattato, gli arredi, le sculture e i vasi con le camelie posti alla spalle della vasca, il verde in varie nuance e texture crea una struttura vegetale permanente. Le concessioni agli altri colori, in questa zona, sono poche e interessano i fiori: l’azzurro dei rosmarini, il blu – lilla della Pontederia, il rosa intenso di Camellia sasanqua ‘Cleopatra’ e il giallo dorato dei suoi stami, il bianco delle ninfee, delle Abelia lungo la scala che porta al giardino superiore, dei Trachelospermum jasminoides che si arrampicano sul muro alle spalle del tavolo da pranzo e su quello di casa, del nespolo (Eriobotrya japonica) per concludersi con l’arancio dei frutti di quest’ultimo. 

Pejrone
Una diversa prospettiva della scala, con uno scorcio del verde e degli alberi circostanti

Il bianco invece, su specifica richiesta dei committenti, impera, pur con qualche concessione al rosa nel giardino superiore, dove regna l’informalità, portata dall’esuberanza delle fioriture, pur nel rigore della disposizione degli spazi e dei sentieri. Le maggior parte delle piante sono disposte in grandi masse rigogliose per potenziare il loro impatto scenografico. Lo spettacolo inizia in primavera con Magnolia x soulangeana ‘Alba Superba’ , M. ‘Sayonara’, rosata,  e M. ‘Joe McDaniel’, rosa scuro, che punteggiano il giardino, raggruppate a piccoli gruppi, per proseguire con una grande macchia candida di Cornus kousa. 

Pejrone
L’albero di nespolo vicino alla zona pranzo, con un tavolo e sedie realizzate su misura e su disegno della proprietaria

Dalla primavera inoltrata all’autunno e oltre la Rosa ‘Alba Meidiland’, con i suoi fiori ricchi di petali color bianco puro, portati in grandi mazzi, avvolge e incornicia en masse il giardino inferiore su due lati, lasciando morbidamente ricadere i suoi rami verso il basso. In giugno fioriscono le Magnolia grandiflora e il loro profumo intenso permea il giardino; contemporaneamente le Hydrangea quercifolia, ortensie dalle foglie che ricordano quelle della quercia, portano a maturazione le grandi infiorescenze a pannocchia. Nello stesso momento sono a frutto i nespoli, dalla fioritura invernale quasi impercettibile ma dolcissima, e il mese successivo Hydrangea paniculata allunga i suoi fiori candidi verso l’alto.

Da settembre il giardino si prepara per lo spettacolo dell’autunno: i fiori delle ortensie virano verso tonalità rosate sempre più accese, i Cornus maturano frutti rossi come fragole, tutte le piante caducifoglia assumono colorazioni dal giallo oro al porpora. Inizia la fioritura sontuosa delle Camellia sasanqua: la bianca ‘Hino de Gumo’ dai petali orlati di rosa e la vivace ‘Cleopatra’ saranno protagoniste indiscusse fino alla fine dell’inverno, quando, dopo una piccola pausa, la vegetazione si risveglierà pronta per offrire nuovamente lo spettacolo delle fioriture.

Foto di Dario Fusaro

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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