Si è tenuta a Napoli il 16 dicembre la Positive Platform Design, una JAM sulle tematiche di educazione, turismo collaborativo, scienza aperta, cittadinanza attiva, ruralità e agricoltura.

Promossa dall’Institute for the Future di Palo Alto (California) e da Platform Design Toolki, la JAM si è tenuta al ContaminationLAB dell’Università Federico II di Napoli: lo scopo è quello di fornire le conoscenze necessarie per progettare una Piattaforma Positiva, una piattaforma digitale cioè che possa arricchire la società trasformando le comunità in positivo.

Le piattaforme come Google o Amazon, si sa, hanno trasformato il mercato, dominando il business di questo secolo: solo attraverso un utilizzo appropriato di design e tecnologia è possibile connettere gli utenti con le aziende con una costruzione proficua di un dialogo duraturo.

Durante la JAM si è dunque parlato del design dell’interazione per sviluppare al meglio la customer experience, anche se l’Unione Europea ha appena rilasciato le direttive di regolamentazione e sono ancora aperte alcune perplessità sulle piattaforme.

Tuttavia è possibile individuare dei modelli di eccellenza, come le aziende La Ruche qui dit Oui! o Peerby, che hanno dimostrato di saper creare piattaforme positive per i proprietari, i clienti e per chi lavora per esse.