Luca Pignatelli, uno dei pittori italiani più amati al mondo, nel 2022 compirà sessant’anni. Figlio dell’altrettanto celebre artista Ercole Pignatelli, si impone sulla scena dell’arte contemporanea per l’originale sincretismo temporale che permea tutta la sua pittura. Nei suoi dipinti il mito coesiste con elementi ascrivibili a epoche storiche diverse in una labirintica rielaborazione iconografica di tutta la storia dell’arte.

Luca Pignatelli
Testa Femminile.

Se in Mitoraj forte era la nostalgia per un passato idilliaco irrimediabilmente perso, per Pignatelli fondamentale è il sentimento del sublime nei confronti della potenza tanto del mito quanto della Storia umana. Non a caso negli ultimi anni l’artista dipinge anche gli imperatori romani, figure mitiche in cui l’umano si unisce al divino nella dimensione dell’agiografia storica: Pignatelli sceglie infatti di rappresentare gli imperatori non come uomini, ma attraverso i resti delle sculture arrivate sino a noi. Luca Pignatelli realizza così paesaggi universali dell’immaginazione, che offrono allo spettatore una rappresentazione personalissima e intima di un eden fatto del meglio del genio umano. Grande assente è l’essere umano non chiamato a far parte di questo onirico paesaggio, per molti aspetti metafisico: così come nei treni e nelle Piazze di De Chirico anche nelle navi, sugli aerei, e nelle città di Pignatelli non si distinguono le persone. Il ritrarre l’essere umano rischierebbe forse di corrompere il sogno di una mortalità che l’artista nega ed esclude dal suo mondo fatto di bellezza trascendente. 

Schermi.

Eppure di fronte alle sue opere non ci si sente esclusi, anzi la dimensione di inclusione è tipica di tutta la pittura di Luca Pignatelli. Ciò è ricercato dall’artista attraverso la combinazione del grande formato con lo studio prospettico e con l’impiego di materiali di recupero su cui dipinge e interviene con strappi e cuciture: teloni ferroviari, legni, ma anche lamiere sono le tele predilette dall’artista. Le sue opere risultano sempre tanto materiche quanto tridimensionali, quasi delle quinte in cui lo spettatore è invitato a entrare per vivere il sogno dell’artista immerso tra le rovine del Gran Tour, transatlantici, aerei e paesaggi innevati. 

Schermi.

Pignatelli riesce così a fondere attraverso la sua pittura il neoclassicismo con il romanticismo, con l’arte povera, a dimostrazione che la vera arte si spinge al di là delle fittizie distinzioni cronologico-culturali. Luca Pignatelli riesce a dipingere il tempo del sublime in cui anche noi possiamo respirare l’immortalità del Mito prima di svegliarci.

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