A CURA DI MARELLA CARACCIOLO

LIVIA SANMINIATELLI BRANCA: LA BIBLIOTECA DEL PRINCIPE

Difficile, per Livia Sanminiatelli Branca, scegliere una stanza tra le innumerevoli del Palazzo Corsini al Parione, addobbate come sono da stucchi e affreschi di epoca barocca, tappezzerie originali e opere d’arte tra cui quelle della Pinacoteca Corsini, la più importante collezione d’arte privata di arte del 600 e 700 a Firenze. Eppure la nobildonna, una delle eredi di questo spettacolare palazzo con affaccio sul Lungarno, sa stare al gioco. Tra tutte le stanze ne sceglie una piccola e, rispetto alle altre, piuttosto disadorna. Si tratta della ‘Biblioteca del Principe’. “Nel corso dei recenti restauri”, spiega, “ho trasferito qui una parte della biblioteca appartenuta al principe Tommaso Corsini, nonno di mio nonno”. Un affresco che rappresenta il mondo della paura e della tirrannide, di Pier Dandini, con un grande lampadario al centro, sovrasta lo spazio. Sulle pareti giallo oro due vedute immaginifiche dell’artista milanese del Seicento Giovanni Ghisolfi, uno dei più illustri esponenti del genere cosiddetto ‘rovinistico’. Il grande restauro di Palazzo Corsini al Parione è cominciato quando Livia Branca, che della salvaguardia di questo palazzo e della sua storia ne ha fatto una missione, passeggiando un giorno nella cosiddetta Sala del Trono, un immenso salone affrescato dal Gabbiani, ha trovato per terra un pezzetto di intonaco caduto dal soffitto. “Mi sono presa un grande spavento, pensavo fosse caduto dall’affresco. Avevamo affittato il palazzo per un evento di lì a poco per cui ho fatto montare i ponteggi in tutta fretta per capire la situazione. Per fortuna il pezzo non era caduto dall’affresco ma dal cornicione. È così che ho scoperto che il colore originale di questa sala non era il giallo con cui erano state ricoperte le mura anni prima ma una particolare tonalità di grigio che si chiama ‘color aria’. Ho sentito in quel momento come se fosse stato il palazzo stesso a darmi un segnale. Naturalmente mi sono subito data da fare per riportare questa sala al suo colore originario”. Da lì è cominciato, sala per sala, quadro per quadro, tappezzeria dopo tappezzeria, un restauro certosino che ha ridato vita a questi interni. E che si è concluso due anni fa. “Ma che continua ogni giorno, perché un luogo come questo ha bisogno di attenzioni continue. Difatti mio marito [l’imprenditore Niccolò Branca], poiché spesso lo trascuro per venire a curare questo bestione, lo definisce il mio amante”. Da quando Livia ha preso in mano la gestione di Palazzo Corsini, oltre a farlo restaurare lo ha riaperto al pubblico per feste importanti, sfilate e prestigiosi eventi culturali, come la Biennale Internazionale di Antiquariato. “Con il supporto di mia madre Annalucrezia Corsini Sanmignatelli e di mia zia Lucrezia Corsini Miari Fulcis, siamo riuscite a ridare al palazzo il suo ruolo che è sempre stato quello di ricevere. Per essere vivo Palazzo Corsini deve essere visto e goduto da più occhi possibili”. La scelta di questa ‘sua’ stanza, la Biblioteca del Principe, è dettata da un’attenzione al passato: “In questa sala si respira l’aria degli avi che in questo palazzo hanno vissuto. Dalle carte con gli antichi menù ai libri di storia e teologia ho trovato qui i loro segni e la loro storia che ora, grazie al lavoro di più persone, sta tornando a dare dei bei frutti”. Palazzo Corsini al Parione: la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (biaf.it) si terrà qui dal 25 settembre al 4 ottobre. La Pinacoteca può essere visitata su prenotazione. Per informazioni: palazzocorsini.it