Pablo Picasso dipinse Guernica tra il 1° maggio e il 4 giugno 1937. Si tratta di un’opera di grande formato (349,3×776,6 cm) esposta per la prima volta all’Esposizione Internazionale del 1937 di Parigi, conservata poi al MoMA di New York prima di arrivare nel 1981 al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. E’ considerato simbolo del pacifismo e della critica alla guerra e alla violenza. Per tale ragione del 1985 una copia autorizzata dall’artista sotto forma di arazzo campeggia davanti alla sala del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Pablo picasso
Pablo Picasso 1962. Di Argentina. Revista Vea y Lea – https://www.magicasruinas.com.ar/revistero/internacional/pintura-pablo-picasso.htm, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3257370

Chi era Pablo Picasso?

Pablo Picasso è uno tra i più importanti e conosciuti artisti del XX secolo. Nato a Malaga nel 1881 ha avuto una carriera quasi sterminata: dal periodo blu, a quello rosa, all’affermazione con il cubismo nel 1907.

Cosa dipingeva Picasso prima di Guernica?

Picasso avvia la sua carriera più nota a partire dal 1901, appena arrivato a Parigi. Quando dipinse Guernica era perciò un artista famosissimo, che arrivava da oltre tre decenni di successi di critica e di pubblico. Va ricordato che nell’ordine Picasso attraversò due momenti più figurativi – quello blu e quello rosa – seguiti dalla “rivoluzione” rappresentata dal cubismo (1907-1921) solo in parte mitigata dal ritorno all’ordine con il cosiddetto “periodo neoclassico”

Picasso periodo rosa
Opera del periodo blu By Pablo Picasso – Göteborgs Konstmuseum, PD-US, https://en.wikipedia.org/w/index.php?curid=40528069

Come nasce Guernica di Pablo Picasso?

Non tutti sanno che Guernica non nasce come opera di libera ispirazione, ma perché commissionata (e pagata) dal governo repubblicano Spagnolo per l’Esposizione Internazionale del 1937. L’artista cominciò a lavorare alla gigantesca opera nel gennaio 1937, dopo aver accettato la “commissione” statale. Si pensa che il soggetto originario dovesse essere la morte di Gallito, il famosissimo torero José Gómez Ortega ucciso giovanissimo da un toro durante una corrida nel 1920.

Picasso non era infatti molto ispirato e non aveva molto interesse per un padiglione di cui sarebbe stato co-protagonista insieme ad altri artisti e spettacoli.

Guernica Picasso
Dora Maar, compagna di Picasso, documentò la realizzazione di Guernica.
Fonte https://www.pinterest.it/pin/289356344788925368/

Picasso e il bombardamento di Guernica

Tutto cambia il 26 aprile 1937 quando numerosi aerei tedeschi e italiani rasero al suolo la città basca di Guernica. Fu un’azione diretta e rivolta ad appoggiare le truppe nazionaliste del generale Francisco Franco contro il legittimo governo repubblicano spagnolo. Le truppe franchiste bruciarono tutti i documenti anagrafici così che fu sempre persino impossibile calcolare il numero esatto delle vittime. Le stime dei morti vanno dalle 300 alle 1600  persone. L’artista, scioccato per quel che era accaduto, imposta una scomposizione dell’immagine derivante dalla fase sintetica del cubismo.
La sua preparazione fu estremamente veloce, meno di due mesi. Abbiamo la fortuna che tutta la preparazione – anche prima del bombardamento – è stata documentata grazie alle fotografie scattate da Dora Maar, artista di origine croata che fu sua compagna ma che viveva in un appartamento in una via vicina al suo studio, Rue de Savoie. Si parla di otto momenti nella preparazione della Guernica. L’inizio di colori vivaci lascia presto spazio al quasi monocromatismo (una sola tonalità di colore) della stesura finale. Si parla anche di un pensiero rivolto in qualche modo al collage avendo inizialmente ad esempio pensato a capelli veri per la figura della Madre con il bambino morto.
Die Ruinen von Guernica
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Guernica: Picasso la dipinse da destra a sinistra

La visione e la lettura di quest’opera particolare. Guernica di Picasso è ormai universalmente riconosciuta come uno dei più importanti manifesti contro la guerra. L’artista, sempre simpatizzante ma mai realmente impegnato politicamente, anche per ragioni di mercato, disse che l’opera esprimeva chiaramente il suo “odio per la casta militare che ha sprofondato la Spagna in un oceano di dolore e di morte”. Proprio per tale ragione deve essere molto attenta perché ricca di evocazioni e anche di simboli.

Inoltre è da tenere sempre a mente che sebbene fu dipinta velocemente non fu dipinta di getto, ma la composizione risulta molto accurata. L’ordine con cui dovrebbe essere letta quest’opera è infatti da destra a sinistra, poiché il lato destro era vicino all’entrata del luogo per cui è stata progettata, cioè il padiglione della Repubblica Spagnola alla Esposizione Internazionale del 1937.

I colori di Guernica

I colori vanno dal grigio al nero con del bianco forse anche perché, vivendo Picasso a Parigi lontano dall’evento a cui si rifà, il bombardamento aereo di Guernica, gli studi preparatori furono fatti su fotografie di reportage pubblicati sui giornali dell’epoca, appunto in bianco e nero.

Picasso, il cubismo e Guernica.

L’impostazione è chiaramente quella cubista, con l’immagine vista da punti di vista differenti. Rispetto al cubismo sintetico, da cui deriva, l’opera di Picasso si carica di simboli e significati che risentono fortemente degli impulsi surrealisti.

Se entriamo all’interno di questo dipinto, che si presenta quasi come un racconto, tanti sono gli elementi su cui vale la pena di soffermarsi. La lampada centrale e la finestra a destra, da cui si affaccia una donna, ci dicono che siamo in un ambiente chiuso anche se poi il fuoco, sempre a destra, che irrompe con le sue fiamme, ci dà l’idea di uno spazio aperto o forse la lettura è proprio questa: di una casa squarciata dalle bombe in cui irrompe la devastazione del fuoco, della guerra. In ogni caso la scomposizione e sovrapposizione dei punti di vista è resa attraverso la tragedia rappresentata.

Cubismo come distruzione

In Guernica Picasso trasforma il cubismo in strumento per la rappresentazione del dolore. La scena è di distruzione totale e di morte ma ricorda comunque, secondo molti, anche la composizione di un presepio: forse per la presenza della madre a sinistra che grida al cielo disperata, con in grembo il figlio ormai senza vita o il cavallo che del presepio ricorda l’asino e il toro, simbolo della ferocia nella corrida ma che ci riconduce alla figura forse del bue della natività. La scena può ricordare quindi una natività, ma è una natività tragica sconvolta dalla guerra, da un bombardamento feroce. È una natività in cui anche una colomba, simbolo della pace, è ritratta, tra un toro e un cavallo urlanti, nel momento in cui, ferita, sta cadendo a terra.
E, ancora, la madre ripresa con il figlio morente ci riporta a una tragica Pietà michelangiolesca o comunque una delle tante Pietà senza tempo e senza autore che ogni guerra provoca. Sopra la donna, il toro che compare, ferito, ci riporta al simbolo del suo sacrificio nell’arena durante la corrida e forse in questo contesto anche il sacrificio della Spagna travolta dalla guerra civile.

La morte e la speranza protagoniste di Guernica

Sulla grande tela “Guernica” di Picasso tutto è morte. A sinistra in una mano protesta nello spasmo della morte la linea della vita è spezzata in tanti brevi segmenti. La lingua aguzza del cavallo trafitto da una lancia e del toro ci riportano all’urlo straziante di un animale nell’atto del morire e nel cavallo straziato per tanti è stato facile vedere il dolore del popolo spagnolo, o comunque dell’uomo, che la guerra distrugge.

Gli unici momenti di una qualche dolcezza, di speranza, li possiamo leggere, in questa scena tremenda, nel soldato a terra sotto gli zoccoli di un animale, che morto, e comunque “vinto”, stringe una spada spezzata da cui sembra sorgere un seppur piccolo fiore, nel lume che la donna straziata tiene nella mano e forse anche nella stessa lampadina, che sembra accesa, ci può indicare un cammino di speranza. Anche la mano sinistra di questo soldato che giace in basso ci dice qualcosa con le righe, forse anche quella della vita, che sono spezzate in piccoli segmenti.

Sono tutte figure, in questa scena orizzontale, che in qualche modo si rivolgono a sinistra: in quella direzione sembrano scappare e in quella direzione comunque guardano. Considerando che Picasso progetta la composizione di Guernica per un posto specifico, possiamo notare che questo tendere a sinistra è un escamotage “scenico”: le persone che entravano da destra seguivano il movimento dell’esplosione, e quindi dell’opera, verso sinistra. Il risultato, anche percettivo, è un incredibile e drammatico dinamismo, che enfatizza ancora di più il significato dell’opera.
Sicuramente non casuale è l’immagine poi della carta stampata di cui è fatto il cavallo che forse per evoca se non altro uno strumento, quello della informazione, che, documentandoli, denuncia questi orrori.

La Storia del XX secolo e la Guernica di Picasso

Importante nella lettura di Guernica è anche la sua collocazione nella storia del secolo XX. Questo  dipinto di Pablo Picasso è considerato uno dei suoi massimi capolavori e una delle opere più importanti nell’ambito della pittura mondiale di tutti i tempi. Si tratta di un olio su tela, che gli studi di un’apposita commissione, del Museo del Prado di Madrid, al suo ritorno definitivo in Europa, nel 1981, stabilì fatto su tela di iuta grezza e “deliberatamente preparata con una tecnica antiquata per renderla più resistente agli spostamenti e rendere al quadro una luminosità da vetrata a piombo con qualità riflettenti simili al rivestimento posteriore di uno specchio”.

Ricordiamo che il 1937 fu anche l’anno che vide a Monaco la Mostra dell’arte degenerata, in cui naturalmente Picasso era compreso, con Hitler che diceva “Faremo una spietata guerra epuratrice per ripulire gli ultimi settori corrotti della cultura”.

Perché la città di Guernica?

Il 1937 era un momento storico difficile per tutto il continente europeo, che stava avviandosi verso la Seconda Guerra Mondiale, ma questi anni erano in particolare molto drammatici per la Spagna dove il 14 aprile 1931 era stata proclamata la Repubblica (nella storia del paese iberico si trattava della Seconda Repubblica) che aveva dato inizio a una vera e propria guerra civile fra repubblicani e nazionalisti capeggiati dal generale Francisco Franco.

In questo contesto va inquadrato il bombardamento aereo di Guernica, una cittadina basca di circa 7000 abitanti, del nord est del paese. Si trattò di un bombardamento feroce, fatto da aerei tedeschi e italiani, corsi in aiuto dei franchisti che, si dice, sganciarono 31 tonnellate di bombe, iniziato più o meno alle ore 16:30 quando il campanile della chiesa diede il primo allarme e durato almeno tre ore. Fu il primo bombardamento aereo di una popolazione civile della storia, con aerei che “rincorrevano” perfino persone e animali che fuggivano verso la campagna. E fu una strage.

La Guernica di Picasso non ebbe successo all’inizio

La storia del successo di Guernica di Picasso non fu lineare, anzi all’inizio fu la storia di un insuccesso.  Nell’ambito della Esposizione Internazionale di Parigi, il Padiglione Spagnolo era in pratica era un cubo fatto con materiali prefabbricati, progettato dagli architetti Josep Lluís Sert e Luis Lacasa. Situato in Avenie du Trocadero si trovava vicino a quello della Germania e dell’Unione sovietica, il Padiglione stesso accolse quest’opera in modo non  particolarmente caloroso.
Guernica fu infatti esposta di fronte a una fotografia di Federico Garcìa Llorca, che era stato fucilato il 18 agosto 1936 da una falange franchista. La fotografia, e non la tela di Picasso… non solo le tante opere tutte ispirate alla protesta contro i nazionalisti non facilitarono il riscontro di pubblico. Parliamo ad esempio de “La Fuente” di Alexander Calder (Stati Uniti, 1898-1976) per ricordare la ribellione del 1934 sempre contro Franco, soffocata nel sangue, dei minatori della miniera di mercurio di Almadén  o “La Montserrat”, una scultura composta da pezzi di lamiera o “Il contadino catalano in rivolta” di Joan Mirò o ancora l’obelisco, oggi scomparso, “Il popolo spagnolo ha un cammino che conduce a una stella” di Alberto Sanchez.
Bisogna infine tenere conto che Guernica fu esposta di fronte a un palco, dove si tenevano incontri e spettacoli. Il pubblico perciò aveva la tela di Picasso spesso dietro le proprie spalle, mentre guardava a ciò che accadeva di fronte.

Quanto è costato e chi ha pagato Guernica di Pablo Picasso?

Quando Picasso dipinse Guernica era già un artista molto famoso. L’artista completò l’oper,a una volta deciso il soggetto in brevissimo tempo. L’incarico gli era stato dato dal Governo Repubblicano mesi prima della realizzazione dell’opera, che Picasso accettò non si sa bene se per il ruolo di Direttore del Prado o per una questione economica, elemento che fu sempre centrale nella vita del pittore.

Ricordiamoci che sempre il Governo Repubblicano aveva già affidato la direzione del Museo del Prado di Madrid a Picasso, accettando che la sua direzione – pagata – avvenisse “a distanza”. Infatti Picasso nella Spagna devastata dalla guerra civile non tornò, preferendo continuare a vivere a Parigi. Del resto, per una piena valutazione dell’artista è fondamentale ricordare che Picasso visse nella capitale francese anche nel periodo dell’occupazione nazista. Il pittore prese la tessera del Partito Comunista solo dopo lo sbarco in Normandia degli alleati quando ormai la città era stata liberata.

Sul compenso ricevuto dall’artista da parte dello Stato Spagnolo (repubblicano) non c’è chiarezza né unanime consenso. Nel tempo si sono aperte molte discussioni. Si parte dall’ipotesi di un rimborso, in due momenti diversi, pari a 150.000 euro del 2022 per arrivare a 300.000 pesetas e quindi oltre cinque milioni di euro del 2022. Secondo Joaquin De la Puente, si trattava di una cifra importante pari al «15% del costo totale del padiglione spagnolo, circa nove volte più del prezzo massimo che fino a quel momento Picasso era riuscito a essere pagato per il meglio della sua arte».

Picasso Guernica
Arazzo copia autorizzata da Pablo Picasso raffigurante Guernica. L’opera è stata realizzata da Jacqueline de la Baume Dürrbach ed esposta, alla Whitechapel Gallery di Londra. L’opera originale era stata esposta nel 1939 prima di esser mandata a New York. La copia voluta dalla Fondazione Rockefeller nel 1955 normalmente si trova presso le Nazioni Unite a New York. By ceridwen, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14349065

Guernica dopo il 1937

Al termine dell’Esposizione, Guernica fu esposta in altri paesi fra cui Gran Bretagna e Scandinavia (a Copenaghen, Goteborg, Stoccolma e Oslo) e quindi a New York (1939) per sostenere le raccolte fondi del Comitato Profughi Spagnoli e poi, allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, venne custodita, su richiesta di Picasso, nel Museo di Arte Moderna (MoMA) di New York. Come chiesto da Picasso, l’opera tornò in Spagna solo al termine del Franchismo (nel 1981, sei anni dopo la morte di Franco e quanto ormai era morto anche Picasso).

La copia di Guernica di Picasso all’ONU

Fra le storie che quest’opera suo malgrado ha vissuto è legata anche a una copia ordinata nel 1955 da Nelson Rockefeller a un atelier di Parigi sotto la supervisione dello stesso Picasso e poi esposta nel Palazzo di Vetro dell’Onu; tolto nel 2003 forse per la coincidenza con la guerra contro l’Iraq e poi per un suo restauro, è stata poi reintrodotta ma non più in modo definitivo perché forse destinata a una collocazione itinerante.

Sabino Maria Frassà

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