TESTO DI ALESSANDRA MATTIROLO / FOTO DI CRISTIANO MIRETTI

Museo del Costume, dei Tessuti, dei Profumi, Palazzo Mocenigo a San Stae è tornato all’antico splendore grazie al sapiente restyling di Pier Luigi Pizzi

Palazzo Mocenigo, San Stae. Per anni sede, un po’ in sordina, del Centro studi di Storia del tessuto e del costume, è ora uno dei musei più “glamour” della città. Si entra e subito ci si sente a casa, avvolti da un’atmosfera di elegante accoglienza, profumata dalle migliori essenze.  I  veneziani non smettono di visitarlo e sono grati di aver avuto indietro lo splendore  di un luogo, che per secoli, era appartenuto a una famiglia che ha dato a Venezia ben sette dogi. Ci voleva il tocco magico di un uomo come Pier Luigi Pizzi, architetto, scenografo, costumista di fama internazionale, per dare nuova vita alle sale del museo. “Fin dall’inizio”, racconta, “l’idea forte è stata quella di cambiare tutto, lasciando l’impressione che non sia cambiato niente”. È quello che succede.
Si inizia la visita, ed è come fare un viaggio nel passato. Verrebbe voglia di indossare uno di quei meravigliosi abiti in esposizione e di sedersi alla tavola imbandita con i vetri di Murano e i merletti di Burano avvolti dalla fragranza di ambra, lino e fiori d’arancio.
Un museo come una casa, dove i tableaux vivants dei manichini in costume sembrano quasi invitarti a conversare con loro. Tutto è cominciato appena nove mesi fa. Quando Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia, ha affidato a Pizzi l’incarico di un totale restyling del palazzo. Dice Pizzi: “Avevo visitato il palazzo in un paio di occasioni. Ma per capirlo ho avuto bisogno di passarvi mesi, intere giornate per scoprirvi i più riposti segreti”. E non solo: “C’è voluta pazienza e cura per cercare e scegliere nelle riserve del Museo Correr e del Museo del vetro di Murano, i tantissimi oggetti d’arte che hanno integrato e arricchito l’arredo base del Palazzo”.
80 dipinti, per la precisione, 150 oggetti di vetro, 45 abiti originali che verranno sostuititi ogni tre mesi. Dal monumentale “portego” del piano nobile, la visita ha un tragitto circolare attraverso 20 stanze. Per ognuna una “messa in scena” adatta a restituire, non solo l’identità culturale del luogo, ma anche a ricrearne le emozioni. Alle pareti tessuti di Rubelli, uno delle più antiche e prestigiose aziende artigianali di Venezia, tutti con lo stesso disegno ma declinato in diverse combinazioni cromatiche. In modo da conferire alle sale un’unità di stile ma con una grande varietà di colori e sfumature. La grande novità arriva alla fine del percorso. Cinque stanze dedicate ai profumi.

ANTENNE

Una vita in scena

Pier Luigi Pizzi di formazione architetto, ha cominciato l’attività di scenografo nel 1951 e di regista dal 1977. Presente da oltre 60 anni nei più importanti teatri e festival del mondo, ha realizzato oltre 700 spettacoli, senza contare le mostre, gli allestimenti e tanto altro ancora. Per 20 anni ha fatto parte della gloriosa Compagnia dei Giovani accanto a Giorgio De Lullo, Romolo Valli e Rossella Falk, firmando scenografie e costumi per quasi tutti i suoi spettacoli. Tantissimi i riconoscimenti nazionali e internazionali, dalla Légion d’Honneur, a quello di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, alla Laurea Honoris Causa dell’università di Macerata e molti, molti altri. Dalla prosa, alla lirica, al cinema, Pizzi ha messo in scena tutte le più importanti opere, da Verdi, a Rossini, da Britten a Mozart. Un suo celebre “Ballo in maschera” di Verdi è stato proposto in una rivoluzionaria produzione a Piacenza-Expo poi al Massimo di Palermo e allo Sferisterio di Macerata del cui festival Pizzi è stato l’inventore, nonché il direttore artistico fino al 2011. Dice di essere dominato da un carattere “impaziente” e ha passato la vita girando il mondo senza mai considerare nessun luogo come definitivo. “La scelta di vivere a Venezia”, dice ”non è casuale ma nasce da un lunghissimo rapporto d’amore con la città e con il teatro La Fenice”. É di pochi mesi fa il suo debutto al Bolshoi di Mosca con “La Sonnambula” di Bellini, seguito da “La Gioconda” all’Opera Bastille di Parigi.
Nel mese di ottobre ha inaugurato il nuovo teatro di Astana, in Kazakhstan, con “Attila” di Verdi, diretto da Valery Gergiev. Ed è sempre con Gergiev che sta lavorando in questi giorni al Teatro Marinsky di San Pietroburgo per mettere in scena “Il Trovatore” di Verdi, diretto da Valery Gergiev. Ed è sempre con Gergiev che sta lavorando in questi giorni al Teatro Marinsky di San Pietroburgo per mettere in scena “Il Trovatore” di Verdi.

Sublimi fragranze

Una novità assoluta nel panorama museale italiano è la sezione di Palazzo Mocenigo dedicata al profumo, risultato di una collaborazione dei Musei Civici di Venezia con l’azienda veneta Mavive, quella per intenderci della famiglia Vidal, di antichissima esperienza nel settore dei profumi. Dalle spezie per confezionarli, agli alambicchi per distillarli, alle ampolle per conservarli. Profumi da vedere e da sperimentare, dove i visitatori stessi possono mettere il naso e distinguere la rosa dal bergamotto, il muschio, dal sandalo… “Certamente un’importante novità per l’Italia, afferma Pier Luigi Pizzi, e credo che non ci sia luogo migliore di Venezia per un museo del profumo, considerando che il sapone profumato e un certo tipo di cosmesi sono nati proprio qui”.
Pochi sanno che i veneziani sono stati inventori, commercianti, pionieri del settore delle essenze e della cosmesi. La storia della profumeria affonda le sue radici proprio negli scambi tra mercanti veneziani e quelli d’Oriente, che giungevano a Venezia con le loro merci rare prima che in ogni altra terra d’Occidente.

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