L’architetto Ludovico Quaroni, attraverso le sue opere, apportò un contribuito significativo alla riflessione architettonica sulla città, impegnandosi nell’ambito della ricostruzione nel secondo dopoguerra. Autore di oltre trecento progetti, Ludovico Quaroni non smise mai di sperimentare, considerando l’instancabile attività progettuale come motore indispensabile per approdare ad un rinnovamento dell’architettura.

Gli esordi e i progetti ideali

Ludovico Quaroni è stato un architetto e urbanista, impegnato in una continua sperimentazione progettuale, oltre che in un’intensa attività didattica. Una dedizione nata in famiglia, vicina al mondo dell’arte e dell’architettura da generazioni, uno stimolo importante nella definizione del suo percorso professionale. L’attività di Quaroni fu influenzata dalle drammatiche vicende storiche e personali che plasmarono la sua chiara visione del ruolo dell’architettura. Dopo la laurea fondò uno studio con Francesco Fariello e Saverio Muratori, muovendo i primi passi negli anni Trenta, in un paese piegato dal fascismo. La carriera ormai avviata di Quaroni fu, però, interrotta dalla chiamata alle armi nel 1940, cui seguirono cinque anni di prigionia in India. Nel lungo e difficile periodo di prigionia, Quaroni trovò conforto nell’architettura, dedicandosi a progetti ideali e alla riflessione sul tema dell’abitare.

Le opere di Ludovico Quaroni negli anni Trenta

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Un’immagine del quartiere EUR a Roma ancora in costruzione, Public Domain, via Wikimedia Commons

Negli anni Trenta Ludovico Quaroni fu attivo su diversi fronti, affiancando ai primi progetti nella città di Roma, lo studio e l’attività didattica. Un periodo di contraddizioni in cui l’architetto partecipò ai concorsi per il nuovo auditorium di Roma e per il piano regolatore di Aprilia. Nel 1937, gli architetti Quaroni, Muratori e Fariello vinsero, ex equo con Luigi Moretti, il concorso per la Piazza Imperiale dell’E42. Il progetto si inserì nell’ambito dei lavori avviati per l’Esposizione Universale di Roma del 1942 che coinvolse gli architetti più brillanti del tempo. Il progetto vincitore prevedeva, dunque, un ampio foro con colonne, definito da quattro edifici e destinato a diventare il cuore del nuovo quartiere.

La dimensione morale dell’architettura

L’esperienza della guerra e il doloroso periodo di prigionia lasciarono un segno indelebile su Quaroni che, ritornato in Italia, fu in prima linea durante la ricostruzione. Il secondo dopoguerra segnò una definitiva svolta nell’attività dell’architetto, che inaugurò il nuovo periodo con la partecipazione al concorso per la Stazione Termini. A questo seguì il progetto per il quartiere Tiburtino inserito nel piano INA-Casa, importante laboratorio di sperimentazione nel campo dell’urbanistica. Parallelamente, Ludovico Quaroni riprese l’impegno didattico, accompagnato dalla partecipazione all’APAO, l’associazione di Bruno Zevi dedita al rinnovamento dell’architettura italiana. Sempre più impegnato a livello sociale, l’architetto partecipò ai lavori di risanamento e ricostruzione della zona La Martella a Matera, insieme ad Adriano Olivetti. Un impegno fervente volto a ripristinare una dimensione morale nell’attività progettuale per rimediare, nell’intento di Quaroni, ai terribili errori del passato.

L’architettura religiosa

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L’interno della Chiesa della Sacra Famiglia a Genova, una delle chiese progettate da Ludovico Quaroni © Paolo Monti, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

Oltre ai numerosi piani urbanistici redatti per Ivrea, Ravenna, Bari, per citarne alcuni, le opere di Ludovico Quaroni si estesero anche all’architettura religiosa. L’architetto fu, infatti, attivo anche in questo ambito, contribuendo al dibattito con l’articolo La Chiesa nell’architettura, pubblicato sulla rivista Chiesa e Quartiere. A partire dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore, realizzata a Francavilla al Mare, Quaroni sviluppò un linguaggio nuovo che toccò l’apice nella Chiesa Madre a Gibellina. Un’evoluzione netta, dalla chiesa semplice di Francavilla alla struttura ultramoderna di Gibellina, frutto della continua sperimentazione con forme e linguaggi.

Scrivere la città

Una ricerca che trovò espressione nella partecipazione alle redazioni di riviste come Parametro e in numerose pubblicazioni. Nacquero, quindi, scritti come La Torre di Babele, dedicato alla città moderna e Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura, testo rivolto agli studenti di architettura. Una collezione di scritti che si unisce alle opere architettoniche e ai piani urbanistici che diedero forma alle città d’Italia, testamento dell’architettura di Ludovico Quaroni.

Maria Teresa Morano

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