Teorizzato dal socialista utopico francese Charles Fourier come base del suo sistema sociale egualitario il falansterio è una comunità di produzione, consumo e residenza.

In queste comunità di natura agricola era abolita la concorrenza economica, non c’erano salari né proprietà privata e ogni individuo avrebbe lavorato secondo le sue passioni.

Breve biografia

François Marie Charles Fourier è nato il 7 aprile 1772 a Besançon in una famiglia di piccoli mercanti. Inizialmente interessato all’architettura e all’ingegneria non aveva, però, la possibilità di essere accettato nella scuola locale. Il francese decise così di votare la sua vita ad aiutare l’umanità.

Nel 1781 viaggiare molto in tutta Europa grazie ad una cifra ereditata alla morte del padre e dieci anni dopo si trasferì a Lione. Costretto a lavorare come mercante o commesso viaggiatore in quella città.

La sua costante ricerca di conoscenza e il forte bisogno di cambiare spesso società lo portò a lavorare sempre nel campo commerciale, oltre che a Lione, anche a Parigi, Rouen, Marsiglia e Bordeaux. Durante tutti questi viaggi si trovò di fronte alla misera della classe operaia più povera ma anche alla abbondanza dell’alta società. Iniziò a scrivere e diffondere i propri pensieri e opinioni sul mondo. Descrive i numerosi incontri durante i viaggi commerciali pubblicando la sua prima opera nel 1808.

Le idee

Con quell’anno pose le basi per una società comunitaria nella sua opera “Théorie des quatre mouvements et des destinées générales” (“La teoria dei quattro movimenti e dei destini generali”), che continuò sotto forma di un grande trattato “de l’Association domestique et agricole” (“sull’associazione domestica e agricola”).

Nel 1822, si recò a Parigi con i suoi scritti, per promuoverne la vendita e per essere a disposizione delle persone che intendevano provare la sua teoria dell’Associazione Industriale ma fu un fiasco. Soltanto una decina di persone seguivano le sue teorie durante la Restaurazione ed il numero crebbe sotto la Monarchia di Luglio e per la prima volta nel 1832 apparve il termine “fourierismo” e “falansterio”.

Nel 1826 scrive l’Abstract della sua Dottrina, che apparve due anni dopo con il titolo di The New Industrial World e divenne noto durante gli ultimi anni della sua vita pur rimanendo un uomo solitario. Fino al 1835, Charles Fourier cercò potenziali mecenati per poter costruire un falansterio spiegandone il progetto dietro.

L’ultimo periodo lo passa a Parigi dove morirà il 10 ottobre 1837. I suoi funerali videro la presenta di più di quattrocento persone, simbolo del fatto che era molto amato ed apprezzato.

falansterio charles fourier
Disegno di un falansterio immaginato da Charles Fourier

Il progresso dell’umanità

Charles Fourier affermava che il progresso dell’umanità sarebbe stato attraverso sette fasi che avrebbero portato all’armonia definitiva. Per prime sarebbero state quelle della confusione, della ferocia, del patriarcato e delle barbarie. Il tempo presente lo considerata nella fase della civiltà caratterizzata dall’anarchia individuale ma che sarebbe servita per raggiungere le ultime due fasi quali il garantismo e l’armonia.

Con la fase della Garanzia si iniziava a superare il disordine e l’anarchia delle città del tempo attraverso la creazione di una città garante formata da tre parti concentriche. La parte centrale contenente la città commerciale e amministrativa, la seconda la città industriale mentre più all’esterno si sarebbe trovata la città agricola. Queste città avrebbero permesso il raggiungimento della fase Armonica in cui gli esseri umani avrebbero sradicato le ingiustizie, le sofferenze raggiungendo la forma di felicità a cui aspiravano.

Per Charles Fourier il raggiungimento dell’ultima fase sarebbe stato permesso attraverso il falansterio che diventava così l’unità armonica.

Il falansterio di Charles Fourier

Il falansterio ideato da Charles Fourier è un edificio collettivo misto per la produzione e la residenza. La famiglia diventava l’istituzione fondamentale dell’organizzazione sociale e ne racchiudeva da 300 a 400 famiglie, cioè circa 1.800 persone.

Questa società si sarebbe formata gradualmente, volontariamente e pacificamente. Ciascuno poteva decidere liberamente e in qualsiasi momento se rimanere o abbandonare la società. Anche i lavori sarebbero stati a libera scelta e a rotazione, a seconda del ruolo che ciascuno voleva ricoprire.

L’agricoltura sarebbe stata l’asse principale per il lavoro e l’offerta ed i membri del falanstero avrebbero consumato ciò che avrebbero prodotto loro stessi.

L’edificio avrebbe avuto uno spazio centrale per le funzioni pubbliche, come sale da pranzo, sale studio, una biblioteca e luoghi per le assemblee. Una delle ali avrebbe contenuto spazi rumorosi e ampi locali specializzati, come falegnamerie e cucine, mentre l’altra bagni e ritrovi. Sarebbe stato presente anche un giardino d’inverno, un teatro, una chiesa ma anche magazzini e stalle. Le grandi gallerie avrebbero facilitato gli incontri e la circolazione di tutti gli individui. Per il falansterio Charles Fourier aveva previsto anche un dettagliato regolamento edilizio definendo le distanze tra le unità abitative in relazione ad altezze, larghezze stradali e forme del tetto.

Vista prospettica di un falansterio

L’effettiva costruzione

Negli anni che seguirono, ci furono diversi tentativi di mettere in pratica lo stile di vita proposto da Charles Fourier costruendo un falansterio.

A Guise nell’Alta Francia a curare il progetto fu Jean-Baptiste Godin prendendosi qualche libertà architettonica e sociale. Alcuni falansteri si trovano in Spagna a Tempul vicino a Jerez de la Frontera ma anche in Argentina. Qui Jean Joseph Durando fondò nel 1857 la cosiddetta Colonia Hugues ed accoglieva più di 500 immigrati europei fino ad arrivare nel 1920 a quasi 800 persone, tutte provenienti dall’Europa.

È probabile che sia le comunità hippie che i kibbutz svilupparono il loro tipico stile di vita comunitario prendendo spunto proprio dal falansterio di Charles Fourier.

Falansterio
Falansterio nella contea di Monmouth in New Jersey

Maria Giulia Parrinelli

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