A San Fabiano, nei pressi di Arezzo, le eleganti scenografie verdi create da Pietro Porcinai, ispirate ai canoni rinascimentali del paesaggio toscano
La villa, chiamata in passato “Palazzo”, si trova sulla collina di San Fabiano nei pressi di Arezzo e la sua bellezza è rimasta intatta nel tempo: con tre piani fuori terra e una torre merlata è quasi un piccolo castello, circondato da vigneti e oliveti.
La visione del giardino, con il gioco degli schermi verdi arborei e arbustivi, dei prati, dei gruppi di alberi isolati e degli ulivi argentei, fa pensare al paesaggio mirabilmente rappresentato dai pittori toscani nello sfondo dei loro quadri. Oppure ai mercanti del primo Rinascimento che amavano arricchire le loro proprietà con splendidi giardini e grandi estensioni di frutteti e vigneti.
Dal 1956 al 1970 Pietro Porcinai si occupò, su commissione del Conte Vincenzo Borghini Baldovinetti de’Bacci, della sistemazione del giardino con piscina e maneggio. Compito non facile poiché gli interventi, oltre a rendere funzionali gli spazi nella natura, miravano a valorizzare la villa mantenendo un rapporto armonico con la bella campagna circostante.
Il famoso paesaggista disegnò un giardino formale adeguato all’architettura dell’edificio con uno scenografico viale di cipressi di accesso senza aperture visive sul paesaggio circostante; in esso si rivela il tocco geniale e l’esperienza di Pietro Porcinai nel realizzare giardini in perfetta sintonia con il paesaggio. Il piazzale fu delimitato da lecci e da una siepe di bosso con aiuole rettangolari a prato, che includono i tigli e i cedri, e, sul lato sud della villa, in posizione simmetrica rispetto al viale erboso che sale al pergolato, fu realizzata una piccola loggia con colonne doriche in pietra per ‘aprire’ l’edificio all’esterno, creando così un soggiorno all’aperto.
Il terreno adiacente alle scuderie fu sistemato con una bordura fiorita di rose rosse del Bengala (Rosa chinensis ‘Sanguinea’) ed Iris germanica e creati dei percorsi erbosi di collegamento tra la villa e la piscina nonché le scuderie.
In un’area lontana dall’edificio, fu inserita la piscina a forma di Elle delimitata in basso da siepi di corbezzolo e mirto, sovrastata dal prato e adornata da aree lastricate e da superfici in declivio ricoperte da tappezzanti (come l’Hypericum calycinum). Sotto la vasca furono realizzati gli spogliatoi e una terrazza rivestita in cotto con ringhiera in ferro battuto per occultare il locale dell’impianto di depurazione. Pietro Porcinai disegnò inoltre un’uccelliera (con tetto in rame, muro rivestito con specchi e rete in ottone), il pergolato, gli arredi del giardino e degli spogliatoi nonché un nuovo cancello in ferro battuto sorretto da pilastri in pietra e adornato da statue.
Porcinai si formò in un ambiente strettamente legato alla cultura rinascimentale: da qui deriva quel gusto per l’arte dei giardini e l’assetto del paesaggio che lo spinse a farsi interprete di una nuova disciplina architettonica fondata sulla più antica tradizione del giardino e a esercitare per primo in Italia la professione di paesaggista moderno.
Le attuali applicazioni dei metodi per la tutela dell’ambiente e gli studi sull’impatto ambientale sono il risultato del suo impegno professionale.
Testo di Paola Porcinai
Foto di Dario Fusaro