Dal 30 giugno al 5 novembre 2023 la Villa Reale di Monza presenta la mostra Banksy. Painting Walls, un grande evento espositivo dedicato al nome più celebre della street art internazionale contemporanea.

Prodotto da Metamorfosi Eventi, in partnership con SM.Art e WeAreBeside, in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, la mostra, allestita negli spazi dell’Orangerie e curata da Sabina de Gregori, presenta in Italia per la prima volta tre muri (porzioni di muro) originali dell’artista britannico, tre straordinari pezzi provenienti da collezioni private, dipinti da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018, realizzati a Londra, nel Devon e nel Galles.

Protagonisti di questi tre lavori sono tre adolescenti, rappresentanti di una nuova generazione che sembra essere da sempre la più sensibile alle tematiche intorno alle quali si muovono gli interessi dell’artista inglese, come la situazione climatica, le disuguaglianze sociali, i migranti, le guerre e i diritti dei popoli.

Banksy

Season’s Greetings, apparso a Port Talbot, in Galles, nel dicembre 2018, è stato scelto come immagine della mostra. Si tratta di un’ampia porzione di muro su cui Banksy ha dipinto un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che, però, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone della spazzatura in fiamme. Port Talbot è stata definita dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito.

“Il linguaggio immediato della street-art è uno degli strumenti più diretti dei giovani per rivolgersi al mondo degli adulti”, ha detto il Sindaco Paolo Pilotto, Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza.

“Banksy interroga la società contemporanea con potenza: che si tratti del concetto di arte oggi o delle tematiche del secolo, siamo tutti chiamati in qualche modo a prendere coscienza e rispondere agli interrogativi che ci sottopone attraverso immagini e simboli. Con questa mostra, Monza diventa sede di una prima assoluta nazionale che consentirà al visitatore di confrontarsi con un artista di fama mondiale da una prospettiva differente, particolare.” aggiunge Arianna Bettin, Assessora alla Cultura, Villa Reale e Parco e Università.

In mostra – oltre ad altri due muri mai esposti prima in Italia: “Heart Boy” e “Robot/Computer Boy” – saranno presenti alcuni pezzi unici che arricchiranno ulteriormente il percorso espositivo, e nel complesso più di settanta opere originali. Gli spettatori potranno addentrarsi nell’immaginario artistico di un autore che ormai da oltre un ventennio attraversa la scena culturale mondiale e che anche negli attuali scenari di guerra è intervenuto con i suoi messaggi artistici, mostrando ancora una volta la sua capacità di stare in mezzo al presente.

«Questa mostra intende riflettere sul come e il perché le opere di Banksy, originariamente inscrivibili all’interno del movimento della street art e quindi accessibili a tutti, vengano oggi estraniate dal contesto urbano e sacralizzate come oggetti d’arte di nicchia – spiega Sabina de Gregori, storica dell’arte e curatrice della mostra. – Come sostengono Jonathan Z. Smith, Durkheim e altri studiosi, la qualità di un oggetto sacro ha quasi sempre a che fare con la separazione fisica dell’oggetto stesso dal suo contesto di provenienza, e questa è la sorte che tocca alle opere dell’artista di Bristol: vengono spesso recintate, sui loro muri, oltre una teca, protette e musealizzate, con tanto di targa, diventando estranee al contesto cittadino nel quale sono inserite. In questo senso, il mercato dell’arte agisce come trasformatore di una forma artistica pensata per essere democratica e “di tutti”, la street art, in qualcosa di privatizzato e valorizzato economicamente. Questo processo getta la figura di Banksy in un limbo: da un lato è ancora visto come uno street artist, ma dall’altro è il suo esatto contrario: le sue opere sono escluse dal dialogo e dalla critica della sua comunità di riferimento (quella dei writers), diventando intoccabili e sacre. Questa mostra vuole evidenziare alla massima potenza questo processo sacralizzante, per mostrare come ormai l’arte di Banksy sia inscindibile dalla performance mediatica e museale che coinvolge le sue opere».

La mostra intende accompagnare il visitatore lungo un percorso caratterizzato inizialmente da un allestimento “scarno” che vuole ricordare gli inizi della carriera di Banksy e la prossimità che poteva avere chiunque passasse davanti le sue opere per la strada. Proseguendo si innescheranno i meccanismi di sacralizzazione che hanno trasformato i lavori di Banksy in veri e propri feticci: musealizzati, protetti, posti oltre un confine sempre più lontano dallo spettatore. «Nella parte finale – conclude la curatrice – vorremmo che il visitatore sentisse tutta la potenza auratica del mercato. L’esposizione – per la prima volta in Italia – di tre muri originali e mastodontici, del peso di sei tonnellate, vuole stupire e sconcertare, sollevare una domanda: la vera arte di Banksy corrisponde forse al suo processo di sacralizzazione, o quei pochi grammi di vernice avrebbero avuto lo stesso impatto, se lasciati, tra mille altri, su muri anonimi, là dove erano stati impressi?».

Per Pietro Folena presidente di MetaMorfosi: «Riuscire a portare per la prima volta in Italia porzioni originali di muro che Banksy ha utilizzato come vere e proprie tele di una irripetibile arte metropolitana, è stato per MetaMorfosi una grande e impegnativa sfida, con problemi organizzativi fino ad oggi mai affrontati. Sicuramente però ne valeva la pena e la Villa Reale di Monza, con i suoi straordinari spazi, è certamente il luogo più appropriato per un evento così originale». wikipedia.org