Figlio d’arte, cosmopolita, attore e scultore di fama internazionale. La vita di Lorenzo Quinn sembra essa stessa un’opera d’arte. Diventato famoso con le grandi mani che sono sbucate fuori da Canal Grande durante la 57ma edizione della Biennale di Venezia, Quinn ha prodotto moltissime opere d’arte sparse in tutto il mondo. Da Shangai a Londra, il messaggio di Quinn è però sempre lo stesso: un messaggio di pace, di speranza, di fraternità e di rispetto. Con le sue opere provocatorie e di forte impatto vuole infatti sensibilizzare ed educare la società ad una vita più rispettosa nei confronti degli altri e della natura. Il suo percorso artistico però non è ancora finito: una nuova opera sta per fare la sua apparizione in Italia.

Chi è Lorenzo Quinn

Classe 1966, Lorenzo Quinn è il figlio del noto attore messicano-americano Anthony Quinn e della moglie Jolanda Addolori. È cresciuto dividendosi tra Italia e Stati Uniti ma ora vive in Spagna, a Barcellona. Ha iniziato a praticare arte come pittore nei primi anni ’80 quando si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di New York City, ma è nella scultura che ha trovato il mezzo ideale per esprimere. Prima della carriera di scultore, Lorenzo Quinn ha recitato professionalmente in due diversi film che, per caso o per destino, hanno immortalato su grande schermo la vita di due grandi artisti. Ha infatti interpretato il giovane liutaio italiano Antonio Stradivari nel film Stradivari diretto da Giacomo Battiato, in cui il padre Anthony ha recitato nel ruolo dell’adulto Stradivari, e, successivamente, ha vestito i panni dell’artista surrealista Salvador Dalí nel film Dalí, prestazione che gli è valsa il premio come miglior nuovo attore al Festival di Biarritz.

Ispirazione rinascimentale

Lorenzo Quinn è unanimemente considerato uno dei principali esponenti contemporanei della scultura figurativa ed è noto in tutto il mondo soprattutto per le sue sculture monumentali a forma di mano che spesso si fanno veicolo di potenti messaggi di critica e di denuncia sociale. Traendo ispirazione dall’attività scultorea di Michelangelo, Bernini e Rodin, Lorenzo Quinn è infatti capace di creare gigantesche e dettagliate mani in grado di trasmettere messaggi profondi con immediatezza e di stimolare lo spettatore alla riflessione sul Mondo e la società. Lo stesso Lorenzo Quinn ha dichiarato che ha scelto la mano come manifesto della propria poetica perché da un punto di vista tecnico essa è considerata la parte del corpo più difficile ed impegnativa da riprodurre, mentre da un punto di vista semantico essa esprime una sensazione di potere, in tutte le sue più profonde sfaccettature: potere di amare, di odiare, di creare o di distruggere.

Lorenzo Quinn, Volare.
Foto di Loz Pycock – Flickr: ‘Volare’ by Lorenzo Quinn, North Gardens, Cadogan Place, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=19176326

Lorenzo Quinn, le opere

Nelle proprie opere, lo scultore Lorenzo Quinn si serve del potere comunicativo delle mastodontiche mani per esprimere e divulgare ideali troppo spesso trascurati con l’obiettivo di incuriosire, affascinare e, soprattutto, sensibilizzare ciascun individuo su temi ambientali e civili invitando non solo alla riflessione ma anche all’azione concreta per tutelare e preservare l’ambiente e l’umanità. Quinn concepisce ciascuna delle proprie opere per iscritto, dopodiché il testo poetico viene tradotto in scultura tridimensionale e l’inchiostro lascia così il posto alla materia da plasmare.

Molte delle sue opere si trovano in collezioni private, ma altrettante sono state commissionate da importante istituzioni in tutto il mondo.

Support 

Lorenzo Quinn, Support

L’opera che ha fatto conoscere Lorenzo Quinn a livello mondiale è senza dubbio Support, ovvero l’installazione delle due grandi mani che, sbucando da Canal Grande a Venezia, sostengono il palazzo Morosini Sagredo, conosciuto come Ca’ Sagredo, apparsa in pubblico in occasione dell’inaugurazione della 57ma Biennale di Venezia il 13 maggio 2017. La grandiosità della scultura, composta da due mani alte circa 9 metri pesanti 2 tonnellate e mezzo ciascuna,, ha colto tutti di sorpresa, generando clamore, incredulità, stupore ed anche indignazione. Tutto il mondo ne ha parlato. Il desiderio dell’artista era quello di creare un’installazione possente in grado di trasmettere la fragilità di Venezia: città cara a Quinn in quanto unica per bellezza e ricca di arte ma al contempo fortemente minacciata dai cambiamenti climatici e dalla noncuranza dell’uomo che, con le proprie mani, può appunto salvarla o distruggerla. L’opera è talmente grande che chi la guarda percepisce con immediatezza e senza possibilità di fraintendimento la fragilità della città lagunare. Ed è proprio grazie all’immediatezza di comprensione che essa è in grado di trascendere i confini della laguna per lanciare un allarme più ampio: bisogna salvare la bellezza del Mondo; bisogna prendersi cura del nostro pianeta; bisogna proteggere Madre Natura, che è la vera opera d’arte.

 

Lorenzo Quinn, The four loves  (© Copyright PAUL FARMER and licensed for reuse under this Creative Commons Licence).

The four loves

The Four Loves è il titolo della scultura di Lorenzo Quinn installata a Berkeley Square, a Londra, nel 2017. L’opera è formata da quattro dischi sovrapposti su cui poggia la rappresentazione della Terra composta da tante tessere di un puzzle. Sopra di questa, un uomo e una donna stanno in equilibrio in una posa complessa e faticosa, conferendo all’intera opera un senso di precarietà. L’opera vuole essere una riflessione sui valori che sostengono il peso del mondo, quali la fede, l’amore e l’amicizia, e di come sia necessaria un’umanità unita e consapevole per tutelare e preservare il delicato e fragile equilibrio dell’ecosistema e del Pianeta Terra.

Building Bridge 

Lorenzo Quinn, Building bridge

In occasione della Biennale d’Arte di Venezia del 2019, Lorenzo Quinn ha presentato la propria mastodontica opera Building Bridge, ovvero un enorme ponte bianco all’ingresso dell’Arsenale di Venezia formato da lunghe braccia che si sollevano dagli argini opposti le cui mani si intrecciano in alto. Un’opera davvero monumentale alta 15 metri e lunga 20 che diventa simbolo di tutto ciò che unisce. Ogni coppia di mani compie un gesto simbolico diverso, dalla preghiera alla stretta del patto, celebrando così i valori universali essenziali per una società armoniosa e giusta: saggezza, speranza, amore, aiuto, fede, amicizia. L’immagine del ponte è inoltre un chiaro ed esplicito omaggio alla città in quanto “Venezia è una città patrimonio mondiale ed è la città dei ponti. È il luogo ideale per diffondere un messaggio di unità e pace in modo che molti di noi in tutto il mondo costruiscano ponti con gli altri piuttosto che muri e barriere”, ha spiegato l’artista.

Force of Nature 

Force of Nature è il titolo di una delle serie più famose realizzate da Lorenzo Quinn e presente in diverse città del mondo, fra cui Shanghai. Composta da monumentali figure femminili che fanno girare la Terra con irruenza, l’opera nasce da una riflessione sulle catastrofi naturali ed è dedicata proprio a Madre Natura. Lo stesso artista ha infatti dichiarato che è una sorta di obolo al Pianeta Terra, un po’ come “le antiche statue offerte in segno di pace agli dei per placare la loro ira”.

Give 

Lorenzo Quinn, Give

Presentata la scorsa estate all’interno del meraviglioso Giardino di Boboli, a Firenze, spostata poi sul sagrato della strepitosa Cattedrale arabo-normanna di Palermo, donata infine alla città di Pietrasanta, l’opera d’arte Give di Lorenzo Quinn è composta da due imponenti mani bianche (una maschile e una femminile) poste a coppetta, da cui sboccia un albero di ulivo. L’opera, esposta con il contributo della Fondazione Ginevra Olivetti Rason, simboleggia il concetto del puro donare; del dare senza ricevere e senza aspettarsi nulla in cambio. L’ispirazione è nata dall’analisi del rapporto impari tra l’umanità e la Natura. Quest’ultima infatti ha sempre dato e continua a dare all’uomo senza pretendere niente in cambio. “Nella vita per ricevere bisogna dare” – afferma infatti Lorenzo Quinn –“E tutti noi abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere molto dalla terra. Per questo il Giardino di Boboli è da sempre una fonte di ispirazione con il suo verde e il richiamo alla Natura. Il mio vuole essere un messaggio di speranza. La mano dell’uomo è mia, quella della donna è di una modella, la loro unione rappresenta tutta l’umanità. Il bianco è il colore della purezza e dell’innocenza, della colomba e della pace. Per questo ho scelto di offrire un ulivo come messaggio universale”. L’artista ha realizzato la scultura in resina e materiale riciclato in modo da rafforzare il messaggio ed esprimere anche attraverso la concretezza della materia l’importanza di una politica e di una vita ecosostenibile. La mano di un uomo si unisce a quella di una donna proprio per sottolineare ed elevare il valore del dono, che deve essere frutto di uno sforzo e una volontà collettiva.

Your World

Dopo la straordinaria installazione di Christo del 2016, The Floating Piers, un altro intervento d’arte permetterà di camminare sulle acque del lago di Iseo. Your World, titolo del nuovo progetto di Lorenzo Quinn, sorgerà infatti di fronte alle rive di Sulzano, in provincia di Brescia, nel corso del 2022. È stato l’artista stesso ad annunciare il nuovo lavoro per lo scenario del lago e a mostrare l’idea dell’opera con un video pubblicato sui social. L’opera ricorda molto la veneziana Support ma con questa il discorso si allarga al mondo intero: è il pianeta Terra ad essere sorretto da due mani monumentali che escono dal lago. “Il Nostro mondo. Un mondo che si trova nelle nostre mani, nelle mani di ognuno di noi, e non possiamo quindi permetterci di vacillare e lasciarlo affondare”, ha spiegato l’artista. “La plastica che produciamo in ingenti quantità sta soffocando il pianeta in cui viviamo. Dobbiamo ridurne il consumo ed iniziare a riciclare”. Questo messaggio però non rimarrà tale bensì si tradurrà in un’azione simbolica ma concreta. Per accedere all’installazione sul lago infatti, ai visitatori sarà richiesto di consegnare una bottiglia di plastica e, in cambio, errò dato loro un seme da piantare. Sotto le due grandi mani che sorreggono il mondo, verrà costruita una passerella che permetterà ai visitatori di camminare sull’acqua e raggiungere il globo. Per il territorio del lago, l’opera sarà anche monumento alla rinascita. “Abbiamo bisogno più che mai di bellezza, di positività, di rilancio per uscire dalla crisi causata dalla pandemia”, ha commentato Paola Pezzotti, sindaco di Sulzano, confermando l’intenzione di lavorare al progetto di Quinn affinché diventi realtà nel 2022.

Marco Miglio

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