C’è tempo fino al 23 giugno per poter ammirare i capolavori di Jean Auguste Dominique Ingres. La mostra, ospitata a Palazzo Reale di Milano e dal sottotitolo “La vita artistica ai tempi dei Bonaparte”, mette in luce la modernità della produzione artistica di Ingres, con una particolare attenzione al ruolo fondamentale che rivestì Milano, uno dei centri più importanti dell’Europa Napoleonica.

Opere da tutto il mondo

Oltre 150 opere, di cui più di 60 dipinti e disegni del maestro francese, riunite grazie a prestiti internazionali da alcune delle più grandi collezioni di tutto il mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Columbus Museum of Art dell’Ohio, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre e il Musée d’Orsay.

Jean-Auguste-Dominique-Ingres-La-morte-di-Leonardo-da-Vinci-1818.-Musée-des-Beaux-Arts-de-la-Ville-de-Paris-Petit-Palais-©-Petit-Palais-Roger-Viollet
Ritratto di Jean Marie Joseph Ingres, 1804

Un salto indietro nel tempo, fino al 1805

Per comprendere al meglio la portata rivoluzionaria e la modernità delle opere di Ingres, i visitatori dovranno fare un salto temporale fino al 12 giugno del 1805 quando, dopo essersi fatto incoronare a Milano, Napoleone I dichiarava di voler «francesizzare l’Italia». In questo clima di rinnovo e fermento si inserisce la produzione artistica del pittore delle odalische, realista e manierista al tempo stesso.

Jean Auguste Dominique Ingres. La vita artistica ai tempi dei Bonaparte
J.A.D. INGRES – Grande odalisca (versione in chiaroscuro)

Ingres, artista italiano

La mostra Jean Auguste Dominique Ingres. La vita artistica ai tempi dei Bonaparte svela anche l’italianità del pittore, un’impronta che fa di lui una figura fondamentale della vita artistica prima, durante e dopo l’Impero. Nato nel 1780 nel sud-ovest della Francia, a Montauban, Ingres dimostra presto un talento straordinario per il disegno. Dal 1797 è a Parigi nella cerchia di David. Nel 1800 concorre per il prix de Rome e nel 1806, dopo aver completato il grande Napoleone in costume sacro, è finalmente a Roma, dove può approfondire gli studi e la passione per Raffaello. Inviato in Italia sotto l’Impero e poi coinvolto nei cantieri imperiali di Roma, Ingres decide di restare «italiano» fino al 1824, per tornare più avanti a dirigere Villa Medici.

Le sezioni della mostra

L’esposizione, curata da Florence Viguier, si sviluppa attraverso un percorso espositivo in varie sezioni. Si va dall’invenzione del nuovo linguaggio figurativo tra l’Ancien Regime e la Rivoluzione Francese fino ad arrivare alle sale  in cui sono la campagna d’Italia e Napoleone i protagonisti. Nella parte finale la mostra assume un carattere monografico ed è costituita in larga misura da opere di Ingres eccezionalmente provenienti dal Museo di Montauban, a partire da una serie di straordinari ritratti maschili, seguiti da un nucleo di disegni e poi di ritratti femminili, di Veneri e di Odalische, oltre ad un dipinto del 1818 che rappresenta la morte di Leonardo da Vinci, tanto più significativo nell’anno in cui si celebra il suo quinto centenario.

Jean Auguste Dominique Ingres. La vita artistica ai tempi dei Bonaparte
La-morte di Leonardo da Vinci 1818.
Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris