Chi ha viaggiato in Scozia, Irlanda e Cornovaglia, avrà sicuramente osservato meravigliosi ed enormi cespugli di Fuchsia e può aver pensato che la pianta fosse originaria di quei luoghi.

In verità la maggior parte delle fucsia, tranne poche specie originarie della Nuova Zelanda e di Tahiti, provengono dall’America Centrale e Meridionale. Il loro areale si estende dal Messico alla Terra del Fuoco comprendendo quindi condizioni climatiche estremamente variegate. Certo è che in Inghilterra, come nel nord della Francia, le fucsia di origine andina hanno trovato un clima a loro congeniale, con estati fresche e piovose e inverni miti. Questo ha permesso loro di diffondersi al di fuori dei giardini fino a diventare parte integrante del paesaggio.

Note botaniche

La scoperta di queste piante risale alla fine del 1600 e si deve all’abate Charles Plumier. Matematico, botanico e fine disegnatore al servizio del Re Sole, trovò il primo esemplare  ai piedi delle colline sull’isola di Hispaniola, oggi Haiti.  Diede alla pianta il nome di Fucshia triphylla flore coccineo, in onore di Leonhard Von Fuchs, importante botanico tedesco vissuto nel 1500.

Questa pianta purtroppo non arrivò in Europa. La nave su cui viaggiava l’erbario con le piante raccolte durante la spedizione fece naufragio.  In Francia arrivò solo l’accurata descrizione delle piante perdute in mare.

Però, nel corso del 1700 e del 1800, le spedizioni dei cacciatori di piante si susseguirono e molte specie di Fuchsia cominciarono ad arrivare nel Vecchio Continente. Fra queste è importante ricordare Fuchsia magellanica e Fuchsia coccinea, che portarono con sè la caratteristica della resistenza al freddo, dato che provenivano dalle alte pendici delle Ande. Ovviamente, all’inizio queste piante erano conservate negli Orti Botanici pubblici e privati ed erano quindi di esclusivo appannaggio di studiosi e facoltosi collezionisti. Solo successivamente cominciarono a essere disponibili per un pubblico più vasto.

Si racconta che il famoso floricultore Lee, uno dei più importanti della zona di Londra, venne a sapere di una pianta bellissima e sconosciuta coltivata sul davanzale di una finestra di Wapping. Era una Fuchsia che un capitano di marina aveva portato in dono alla moglie. Lee ne intuì il potenziale commerciale e offrì alla donna una somma considerevole per accaparrarsela, promettendole che la prima pianta sarebbe stata per lei. Già nella primavera successiva riuscì a venderne 300 esemplari, dimostrando così di aver fatto un ottimo affare. 

I primi ibridi di Fuchsia

La facilità con cui queste specie, di aspetto e provenienza diversa, si ibridano tra loro, diede inizio, a partire da primo ventennio del 1800, alla creazione delle oltre 10.000 cultivar attualmente esistenti.  Grandi vivaisti del passato come Lemoine in Francia, Lee e Banks in Inghilterra e Bonsted in Germania crearono bellissimi ibridi, molti dei quali sono ancora in commercio ai nostri giorni. Furono piante molto apprezzate nell’epoca vittoriana e nel periodo Liberty, che attinsero a piene mani al mondo vegetale per le decorazioni. Questo fiore tanto elegante venne utilizzato come decorazione per gioielli, vetrate e complementi d’arredo.

Con l’arrivo delle guerre la coltivazione e il lavoro di ibridazione in Europa subirono un brusco rallentamento ma già negli anni ’20 la moda delle fucsia era arrivata negli Stati Uniti dove venne fondata l’American Fuchsia Society, seguita nel 1938 dalla British Fuchsia Society

In Italia la Fuchsia ebbe momenti di fortuna, ma come tante altre piante passò di moda, ed ora è piuttosto difficile trovare questi ibridi in commercio, ma ne sono stati creati di nuovi.

COLTIVAZIONE

In primavera, sui banchi dei vivai e nei supermercati compaiono carrellate di fucsie forzate a fiorire fuori stagione. Sono piante che purtroppo difficilmente sopravviveranno una volta portate a casa. Questo ha fatto sì che la Fuchsia acquistasse la fama di pianta difficile. Questo però è un mito assolutamente da sfatare: scegliere le varietà giuste, su consiglio di vivaisti competenti, dare loro la giusta posizione e le giuste cure, ci regalerà mesi di meravigliose fioriture nelle zone più ombrose dei nostri giardini.

Le fucsie possono essere coltivate in terra, a patto che siano varietà rustiche, oppure in vaso. Nel primo caso si comporteranno come erbacee perenni perdendo la parte aerea in caso di gelate severe e ricacciando in primavera, nel secondo caso occorrerà fornire loro una posizione riparata dal gelo perché superino l’inverno. Per avere successo nella loro coltivazione ci sono poche regole ma fondamentali da rispettare.

Un giardino indoor di Fuchsia. Foto [Gerisch]/stock.adobe.com

Coltivazione in vaso di Fuchsia

Dove posizionare la Fuchsia in vaso

La posizione deve essere ombrosa. Essendo piante non particolarmente amanti del caldo, è meglio collocarle in una zona del giardino o del terrazzo che riceva qualche ora di sole al mattino, ma che nelle ore più calde sia ombreggiata e ventilata.

Cesto con fuchsia ricadente. Foto [lizaveta25]/stock.adobe.com

Quando annaffiare

L’acqua, al contrario di quello che molti pensano, non deve essere eccessiva. Il ristagno idrico è uno dei nemici giurati di queste piante quindi meglio utilizzare vasi in terracotta, terricci leggeri e bandire l’uso del sottovaso. Fra un’innaffiatura e la successiva il terreno deve quasi asciugare. A questo punto è necessario parlare di una caratteristica inconsueta che metterà alla prova il nostro spirito di osservazione: con l’aumentare delle temperature estive, specialmente quelle notturne, le piante di fucsia riducono ulteriormente il loro fabbisogno idrico poiché il clima non a loro congeniale le fa entrare in una sorta di stasi vegetativa, che cesserà non appena le sere si faranno più fresche. Durante i mesi più caldi, se osserviamo che la fucsia ha un aspetto assetato ma la terra è ancora bagnata, dobbiamo assolutamente evitare di innaffiarla ulteriormente, pena la perdita della pianta.

Rinvasare la Fuchsia

Un consiglio per avere fucsie in vaso sempre belle è quello di rinvasarle tutte le primavere. Questa operazione cadenzata garantisce loro un terriccio sempre fresco e leggero. La dimensione del vaso non andrà necessariamente aumentata tutti gli anni.  Svasandole e togliendo la terra vecchia, si staccheranno buona parte delle radichette dell’anno precedente, e il pane di radici con ogni probabilità rientrerà facilmente nello stesso vaso. Ovviamente esistono varietà più o meno vigorose, starà a noi valutare che vaso e pianta siano proporzionati.

Fuchsia
Foto [Raquel Pedrosa]/stock.adobe.com

Potatura

In primavera, un’operazione fondamentale da effettuare è la potatura dei rami. È un lavoro da svolgere senza paura, perché la Fuchsia fiorisce sulla nuova vegetazione. Per questo si dovrà eliminare tutta  la parte legnosa dell’anno precedente. In linea di massima, lasciare una porzione di rami di una decina di centimetri da terra è sufficiente, nel caso dei basket si può tagliare anche di più.

Coltivazione in terra delle fucsie

Per quanto riguarda la coltivazione in terra della Fuchsia, sarà molto meno laboriosa e darà grandi soddisfazioni.

Dovremo scegliere una posizione di ombra luminosa, meglio se con qualche ora di sole diretto al mattino o nel tardo pomeriggio, ottima la luce filtrata dagli alberi. Il terreno dovrà essere privo di ristagni d’acqua, i terreni argillosi non sono adatti alla coltivazione della fucsia. Nella buca d’impianto metteremo del concime organico, compost o stallatico maturo.

Non ci sarà altro da fare fino all’autunno inoltrato se non goderci delle splendide fioriture. Quando il freddo comincerà a farsi sentire, dovremo aiutare la pianta con una bella pacciamatura che protegga le radici. I rami si spoglieranno, ma si consiglia di aspettare la primavera per tagliarli. Al nord o in zone montane, probabilmente la pianta perderà completamente la parte aerea e rispunterà dalle radici.  Se il clima è più mite, la Fuchsia rivegeterà sui vecchi rami, che andranno comunque accorciati per mantenerla ordinata.

 Marta Stegani 

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