TESTO DI DELFINA MALATESTA / FOTO DI DARIO FUSARO

Intorno al castello di Canelli, il giardino all’italiana, che la neve trasforma in un luogo incantato dove le statue e i decori diventano i veri protagonisti della magia.

“Con la Signoria dei Galleani ebbe termine ogni diritto feudale sul castello e sui beni a esso appartenenti. Annullati con la Rivoluzione francese tutti i privilegi il castello entrò in possesso dei privati… quindi passò al Senatore Vincenzo Bertolini, i cui eredi lo cedettero nel 1926 al Grand’Ufficiale Camillo Gancia della omonima Casa industriale”, così racconta Patrizia Cirio nel libro “Il castello di Canelli” edito nel 2013 da Maria Emanuela Orioli Vallarino Gancia. La storia dell’antico maniero si arricchì in questo modo del prestigio internazionale che la famiglia Gancia, il cui capostipite aveva inventato lo spumante italiano, aveva dato alla piccola cittadina piemontese, terra di moscato. L’opera di restauro durò diversi anni e riportò il castello “color oro” agli splendori del Seicento. Dopo la ristrutturazione furono ricercati tutti gli arredi autentici per ricreare un ambiente più vicino possibile alle origini. “Venne ricreato anche un giardino all’italiana che riportò l’edificio ai fasti seicenteschi”, scrive Patrizia Cirio nel libro. “Il giardino venne risistemato creando una caratteristica rotonda che definiva lo spazio con una serie di erme seicentesche incorniciate; un declivio venne trasformato in roseto, che è ancora oggi la perla del giardino. Le rose Emanuela Gancia che le sono state dedicate dal vivaio Meilland continuano quel sogno di Camillo e della sua importante famiglia industriale”. Verdissimo, accogliente e ricco di attrattive durante la bella stagione, il giardino assume un fascino elegante e raffinato durante la stagione invernale, in particolare quando la neve sottolinea con delicatezza le bellissime geometrie della struttura all’italiana, disegnando con precisione tutti i particolari. Le statue, i decori e l’intera architettura del Castello sembrano prendere vita: sotto il lieve manto bianco le statue diventano vigili guardiani di un luogo incantato, dove gli eredi di Camillo continuano con la stessa passione l’opera di abbellimento e di attenta conservazione.

ANTENNE

Storia millenaria

La storia del Castello di Canelli ha più di mille anni. Era stato donato nel 967 da Ottone I agli Alerani e risultava costruito su di una precedente
fortificazione romana del V Secolo. Per la sua importanza storica venne sottoposto al vincolo dalla Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici del Piemonte e nel 1987 sottoposto alla legge di tutela poiché riconosciuto come “importante oggetto d’arte e di storia della cultura italiana”.