Noi siamo figli delle stelle. Almeno così ci vede Alberto Di Fabio, il pittore dell’infinito che con le sue tele ci porta da sempre a interrogarci su chi siamo. L’artista è convinto che siamo pura luce intrappolata nella materia e che l’universo si celi in noi, anche se non sempre riusciamo a comprenderlo. 

Alberto di Fabio, Albero della vita, 2007,
Collezione privata
Acrilico su carta intelata, 76×51,5 cm

Maestro del grande formato, Alberto Di Fabio è senz’altro uno tra gli artisti italiani più riconosciuti a livello internazionale. Ammirato e collezionato, vanta decine di mostre in tutto il Mondo in spazi pubblici e privati: dal MACRO di Roma al MART di Rovereto al CERN di Ginevra, alle mostre con Gagosian ad Atene, Londra, Los Angeles e New York.
Alberto Di Fabio, nato ad Avezzano in Abruzzo nel 1966, ma romano di adozione, deve il suo successo alla capacità di costruire un percorso artistico coerente, autentico, mai banale e caratterizzato da una continua evoluzione. Il coraggio del resto non gli è mai mancato, come quando, poco più che ventenne, preferì alla comodità dei primi successi romani il trasferimento a New York o come quando, all’apice del successo, accettò nel 2018 di realizzare la grande mostra ‘Trascendenza’ nello showroom meneghino del brand del design Gaggenau.

Alberto di Fabio, pittore
Pulverem reverteris, 2015,
Courtesy Gagosian gallery.
Acrilico su tela, 300×540 cm

Con il trasferimento in America, Di Fabio ha subito una forte fascinazione da parte dell’espressionismo astratto americano e in particolar modo da parte di Willem de Kooning e Robert Motherwell, da cui ha attinto la propensione che lo accompagna tuttora al ritmo e alla matericità, evidente in lavori quali Cosmicamete o Paesaggi della Mente. In questo periodo si sviluppano le opere realizzate per dripping verticale, in cui la dimensione astrale si ricongiunge alle montagne dipinte nei primi anni. 

Alberto Di Fabio, Montagne rosse 1994,
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma
Acrilico su carta intelata, 129×93 cm.
Il ciclo delle montagne ha portato Alberto Di Fabio al successo negli anni 90.
Si tratta di dipinti per lo più su carta di riso prestampata con ideogrammi taoisti cinesi. Intensi i richiami agli echi metafisici della pittura diMario Sironi, Alberto Savinio
e Giorgio de Chirico.

Alberto Di Fabio si è cimentato negli ultimi anni con opere tridimensionali e scultoree. Tra le più note i rarissimi mosaici (meno di dieci) realizzati dall’artista quale atto di meditazione. La ripetizione – anche di stilemi amati dal pubblico – per Alberto Di Fabio non può esistere in quanto sinonimo di assenza di contenuto e di compromesso commerciale. Negli anni le tele di Di Fabio si sono così sviluppate parallelamente al suo percorso di crescita interiore, passando dal racconto della Terra (le montagne e le cellule degli anni 90) alla rappresentazione del Cielo (i buchi neri, le costellazioni e i corpi astrali degli ultimi anni). Negli anni l’artista ha continuato a crescere e stupire sempre il pubblico: l’arte, del resto, è mero strumento di conoscenza, frutto di un percorso che dura una vita. Proprio la dimensione del viaggio e del movimento caratterizzano fortemente la pittura di Alberto Di Fabio tanto che ammirare le sue opere significa provare a occhi aperti un’esperienza quasi onirica che muove interiormente un misto di speranza, dubbio e paura; una ipnotica vertigine, che ci spinge a cercare di volare verso l’infinito. 

Sabino Maria Frassà