Palazzo Strozzi dedica una grande retrospettiva ad una delle più straordinarie figure femminili di primo Novecento. “Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso”, dal 28 settembre 2019 al 12 gennaio 2020.

“Una donna della modernità, che ha saputo coniugare espressioni artistiche nuove rilette con gli occhi della sua Russia”, afferma Ludovica Sebregondi, curatrice della mostra. Ripercorre la vita di un’artista incredibilmente poliedrica, tra i principali dell’avanguardia russa; pittrice, costumista, illustratrice, grafica, scenografa, decoratrice, stilista, attrice cinematografica, ballerina e performing artist.

Prima figura femminile ad aver esposto dipinti di nudo in Russia, prima ad imporsi nel panorama internazionale, prima performing artist, quando si aggirava per le strade di una Mosca profondamente borghese con il volto dipinto come una tela, pronta a scandilizzare. Ha esposto in tutta Europa, tra Monaco, Berlino, Parigi, Londra e Mosca. Sfidò usi e costumi, morale e consuetudini, per questo accusata e processata, infine si rifugiò esule a Parigi, dove creare senza costrizioni. Per oltre cinquant’anni ha vissuto e lavorato insieme all’artista Mikhail Larionov, arrivando al matrimonio solo negli ultimi anni di vita per tutelare il comune lascito artistico. Primitivismo e Futurismo, tradizione e innovazione, Oriente e Occidente. Gauguin, Matisse, Picasso, Balla e Boccioni, uniti in una visone fortemente personale ad elementi iconici della tradizione popolare scandinava, attraverso il periodo eroico del primo Novecento, quello della Grande guerra e della Parigi degli anni Venti.

La campagna russa, Mosca, Parigi e il soggiorno romano: Natalia Goncharova in 130 opere arrivate a Firenze dai più importanti musei mondiale (Galleria Tretyakov di Mosca, Museo Statale Russo di San Pietroburgo, Tate, National Gallery, Estorick Collectione del Victoria and Albert Museum di Londra, Museo del Novecento, Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco, oltre che dal Mart di Rovereto). Città, scenari sociali, vita privata in fotografie e video, la mostra permette di scoprire una donna che ha saputo vivere per l’arte. Presenti le opere giovanili, “Autoritratto con gigli gialli” (1907-1908), “Contadini che raccolgono le mele” (1911), il polittico della “Mietitura” (1911) e i suoi dipinti di nudi, che la portarono al processo per oscenità. Una sezione dedicata a dipinti di carattere religioso accoglie il monumentale polittico degli “Evangelisti” (1911), che nel 1914 a San Pietroburgo sconvolse il pubblico e fu ritirato dalle autorità. Ancora, importanti confronti con opere di futuristi italiani quali “La città che sale di Boccioni” e “Velocità astratta – L’auto è passata” di Balla, analogie e differenze. Lo spettacolare e raffinatamente eccentrico mondo dei Ballets Russes di Serge Diaghilev, che conquistò rapidamente con custumi dall’estrosa vivacità, come quelli per il Coq d’or e l’Oiseau de feu. In occasione della mostra è stato restaurato il grande paravento commissionato a Natalia nel 1927 per l’Arts Club di Chicago dalla collezionista americana Rue Winterbotham Carpenter.

L’allestimento della mostra non è da meno. Si impone in tinte decise, parla la lingua di Natalia ed è pronto a celebrare tutta la sua moderna poliedricità.

“Oggi Instagram ci ha bloccato l’immagine di uno dei suoi nudi, questo vuol dire che Natalia è ancora all’avanguardia, ancora una donna fortissima” – Ludovica Sebregondi, curatrice.

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Tate Modern, Londra con la collaborazione dell’Ateneum Art Museum, Helsinki. Con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze. Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.