Macbeth atto primo – Shakespeare

Prima strega.

Quando verremo noi tre di nuovo

Ad un ritrovo?

Nel tuon? Nel lampo?

O nella pioggia?

Seconda strega.

Quando si taccia

L’urlo del campo;

Quando ne faccia

Noto il conflitto

Chi sia vincente, chi sia sconfitto.

Terza strega.

Pria della sera

Dunque.

Un orlo soffocato rimbalza da tela in tela fino ad aggredire la nostra sfera visiva, per un momento, poi si spegne, e ci abbandona con una carezza al gusto di privazione e assenza. Le stoiche figure mangiate di Daniele Davitti, riflettono il tempo. Cieche, avvolte in pesanti mantelli, lividi fasci di stoffa color pietra o austere, sinistre, dame vittoriane figlie della notte. 

Una cinerea sfilata di seri sorrisi e vuoti sussurri, firmata Daniele Davitti, percorre le stanze di CasaAbitata dal 21 al 28 settembre. “Mortalia Cura”, la sua prima mostra personale a Firenze, di ritorno alla base. Conseguito il diploma in fashion design presso l’istituto Polimoda, Davitti si è lanciato in un circuito multioceanico di esperienze che lo hanno visto impegnato dal Giappone agli Stati Uniti, tra importanti collaborazioni, quali Vanity fair e Moretti Gallery, e una lunga lista di mostre internazionali: the Other Art fair, AAF, Moniker art fair (UK),Arte Fiera, Smell festival(Bologna), Teatro la Pergola, Pitti Immagine (Firenze), Tazza Gallery (NY), Teatro Enkei (JP), MSFW (AUS). 

La monografia ha precisi riferimenti artistici. L’età vittoriana, un presenza costante, conclamata da un alone di mistero e duplicità, una decadente eleganza a cavallo di un secolo. Accessori orientali, il giapponismo e quel seducente tocco asiatico, decisamente appropriato ed estetizzante. Caduche figure, appesantite dal fardello della memoria e dalle molestie della conoscenza, che subito mi fanno pensare ai tre mostriciattoli di Hercules, tanto brutti quanto inquietanti. Parliamo proprio di Graie, quegli esseri mitologi dotati di un solo occhio e dente in comune, che mai hanno vissuto la gioventù, ancora le Moire, padrone del destino di ogni essere vivente, fino alle tre streghe shakespeariane, disastrosamente profetiche. Modi e costumi di tempi lontani non sembrano poi così distanti, nella recita spassionata di bellezze incerate al tempo.

Coronamento della mostra 100 esemplari numerati e firmati: collage, sketch e sei partecipazioni argomentative. Una critica visivo-intellettuale al tessuto dell’opera condotta da critici d’arte, architetti, storici del costume e psicologi in edizione super limitata.