Un po’ creepy, un po’ affascinante. È uno dei tanti luoghi di una Milano nascosta, fuori dai soliti circuiti turistici. Si tratta dell’ossario della Chiesa di San Bernardino alle Ossa, situato in piazza Santo Stefano. Dall’esterno appare come una classica chiesa affacciata su una piazzetta del centro del capoluogo, ma all’interno mille e più teschi osservano i visitatori.

All’origine di San Bernardino alle Ossa

Le origini del complesso di San Bernardino risalgono al 1127, quando il cittadino milanese Gottifredo de Busseri fondò l’Ospedale di San Barnaba in Brolo, che divenne il terzo rifugio per trovatelli della città. Al di fuori delle sue mura venne edificato un cimitero, ma ben presto la capienza massima venne raggiunta e così – circa cento anni dopo la sua fondazione – venne costruita una camera destinata ad accogliere le ossa provenienti dal cimitero.

Questa “camera aggiuntiva” – che ha superato indenne incendi e altri danni che hanno modificato l’aspetto originario della chiesa – è oggi collegata con un piccolo e stretto corridoio alla chiesa. Poche panche di legno scuro e la volta affrescata con un trionfo di anime in volo di angeli sono gli unici elementi rimasti liberi dalle… ossa.

San Bernardino alle Ossa

Ossa, ossa e ancora ossa

Le pareti dell’ossario di San Bernardino alle Ossa sono completamente ricoperte da ossa (vere) che vanno a formare delle decorazioni. Le ossa, principalmente teschi, ma non mancano tibie o omeri, sono quelle, secondo l’ipotesi più accreditata, che si trovavano nell’antico ossario, assieme a quelle che vennero riesumate nei cimiteri soppressi dopo la chiusura dell’ospedale locale, avvenuta nel 1652 per disposizione dell’amministrazione dell’Ospedale Maggiore. Non mancano però le storie di chi pensa che siano i resti provenienti dai cristiani uccisi dagli eretici prima del Mille; forse santi o martiri; magari gli appestati manzoniani del 1630.

San Bernardino alle Ossa

I resti umani, disposti nelle nicchie, sul cornicione, attorno ai pilastri, vanno così a decorare l’ossario con fare artistico – un po’ macabro – in composizioni di croci trattenute da sottili reticelle. Così, da moltissimi anni, milanesi e turisti si ritrovano per o pregare o scoprire curiosi un luogo decisamente inusuale, entrambi osservati dai sconosciuti crani delle persone che furono.

Se l’insolito piace

Nel 1738 re Giovanni V del Portogallo venne talmente colpito dalla cappella, che decise di replicarla identica in ogni particolare a Évora, vicino a Lisbona: la cappella è nota come Capela dos Ossos.

San Bernardino alle Ossa è aperto dalle 7,30 fino a mezzogiorno e dalle 13 fino alle 18. Il sabato vale solo per il mattino e la domenica dalle 9 alle 12.

 

San Bernardino alle Ossa