L’architettura non è mai una scienza fine a se stessa. I suoi obiettivi sono soddisfare le esigenze di chi vive quegli spazi, trasmettere sensazioni di sicurezza e di comfort e rispondere a certi requisiti di bellezza estetica. In altre parole fare architettura vuol dire pensare alle persone che utilizzeranno quegli spazi, creando ambienti in cui le attività svolte e chi le svolge siano in sinergia. È questo il principio che ha guidato la progettazione, in Puglia, di un ristorante sociale per l’inserimento lavorativo dei ragazzi disabili. Stiamo parlando di XFood, un locale che oggi prende il posto di un ex stabilimento enologico a San Vito dei Normanni, nell’Alto Salento.

XFood: qualcosa di diverso

Il progetto porta la firma di Sara Mondaini che, dopo la laurea a Reggio Emilia e una collaborazione di 13 anni con l’architetto Ferruccio Laviani, si trasferisce in Puglia per lanciarsi in questa originale idea.

La trasformazione parte da un grande contenitore, l’Ex Fadda, un laboratorio urbano nato dalla politica della Regione Puglia nell’ambito di un ex stabilimento enologico. Già il nome scelto per il ristorante suggerisce che si tratta di qualcosa di innovativo: XFood: qualcosa di diverso. Si tratta, infatti, del primo ristorante sociale della regione, che vuole porsi come un progetto di inclusione sociale, prima ancora che di recupero funzionale di un complesso abbandonato. L’obiettivo del locale è quello di abbracciare la disabilità e di riconoscerla come risorsa e non come “difetto”.

Luci accese sulla disabilità

L’inclusione tocca ogni aspetto del progetto, dalla realizzazione, che ha visto la partecipazione di sedici ragazzi disabili, fino alla gestione della struttura, con la cura dell’orto, della cucina e della sala.

XFood accende i riflettori sul tema dell’acessibilità per i disabili e del loro inserimento nel mondo lavorativo, ma punta anche alla bellezza estetica. Vuole, in altri termini, creare un ambiente che sia anche piacevole da vivere. Per farlo la progettista ha puntato sulle luci e sulla bellezza naturale dell’architettura pugliese. Fasci luminosi dalle tinte calde abbracciano l’edificio come a voler ricreare un luogo di festa e di gioia. Non a caso le luci sono luminarie, quelle tipiche delle feste patronali del Sud Italia, ricomposte e combinate secondo regole del design moderno.

Arredo interno: parola d’ordine “diversità”

All’interno si respira un’atmosfera unica, che si trova a cavallo tra tradizione e innovazione. La memoria si riflette nel tentativo di ricostruire la pratica di un’attività collettiva, la novità si riscontra nel design contemporaneo e nel sapiente gioco di luci.

Coerentemente con l’idea di base del progetto, ovvero il fatto che la diversità non è motivo di esclusione ma vera ricchezza, ogni arredo interno è diverso dall’altro. Tavoli, sedie, posate e stoviglie sono tutti differenti tra loro. Ogni oggetto, insomma, è unico, reperito nei mercatini dell’usato, scovato a casa degli anziani di famiglia o ridisegnato dai designer contemporanei. Ogni singolarità, all’interno di XFood, acquista un valore inestimabile.

Il progetto di Sara Mondaini, realizzato nel 2014, è stato selezionato nel 2015 dall’Osservatorio Permanente di Design ADI per concorrere al premio Compasso d’oro ed è stato pubblicato nell’annuario ADI Design INdex dello stesso anno.

Via
Foto 1 e 7: Architettura Ecosostenibile
Foto 2 – 6: Archilovers