Gli interni giocosi dell’attico di Lapo Elkann

Tra le case da sogno, oggi scopriamo gli interni della casa milanese di Lapo Elkann, che lo rappresenta perfettamente, tra pareti turchesi e un’atmosfera eclettica che si respira in tutte le stanze.

Un attico su due piani, in pieno centro a Milano, restaurato con l’aiuto prezioso dell’architetto milanese e amica Natalia Bianchi. Una casa luminosa, colorata con tinte che vanno dal turchese al blu cielo, con un’attenzione per i dettagli e la scelta dei materiali, rigorosamente provenienti dall’eccellenza artigianale italiana.

Non amo le case, così questo luogo è stato ridisegnato per assomigliare a una nave ed evocare l’oceano. ( Lapo Elkann)

Eclettismo e atmosfera anticonformista

Lo spazio è un continuo zigzag tra pareti e pavimenti a strisce, seguendo un gioco cromatico, fino alle stoviglie con il monogramma del suo nickname, Laps.

La sua predilizione per l’architetto Ettore Sottsass è evidente in tutta la casa, dal comò contenente decine di occhiali da sole Italia Indipendent, al totem geometrico accanto alla terrazza, che si mescolano con insegne di automobili e lampade stile funky di Gino Sarfatti.

Proseguendo con questi interni da sogno, scopriamo le grandi librerie, che contengono libri su auto, design, storia e politica oltre alle opere del padre Alain Elkann. Una scala a chiocciola porta poi ad un armadio in mogano scuro, d’ispirazione marina, ricorda infatti l’interior design delle barche Riva Aquarama, per rimanere coerente con lo stile boat.

L‘amore per il mare e il Sud è ben visibile nel tavolo da cocktail del salone di Carlo Borromeo, nell’applique a forma di Sicilia e nella carta da parati dietro il letto che raffigura un Golfo.

Nessun elemento formale ma ambienti che vogliono regalare comfort a chi li abita e attenzione maniacale per i colori e i materiali, dalla resina per la scrivania in Alutex, ( fibra di alluminio-vetro) alle pareti della sala di proiezione rivestite dalle vele riciclate in kevlar nero da Stealth, in memoria del superyacht  del nonno Gianni Agnelli, perchè secondo Lapo Elkann

la formalità è una perdita di tempo che non fa parte della mia vita.

Lapo Elkann

 

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