Nino Ventura, “artista e scultore“, come lui stesso si definisce nell’abstract del sito web, è nato in Sicilia, ad Acireale, nel 1959 e oggi vive ed esercita la sua arte a Chivasso, in provincia di Torino.

Utilizza diversi strumenti espressivi, quali la scultura, il teatro e il cinema. Nel 1988, ha realizzato un video selezionato all’ “Internationale Filmfestspiele – Video Fest” di Berlino. Da lì, un intenso lavoro di ricerca su plasticità e possibili interpretazioni di una forma fisica lo ha fatto scivolare, quasi inesorabilmente, verso le arti plastiche e la scultura.

Nel 1998, ha vinto il Premio Italia per le Arti Visive – una delle più importanti iniziative per l’espressione contemporanea – nella sezione scultura; un  incipit, da cui suoi lavori sono partiti per un “pellegrinaggio artistico“, durato quasi 20 anni, che li ha portati ad essere esposti o acquisiti da collezioni e centri importanti, in Italia e all’estero, soprattutto in Francia, in Belgio, negli States e in Spagna.

Proprio in terra di Spagna, Nino, viene spesso particolarmente apprezzato: nel 2002, il Museo d’Arte Contemporanea de los Angeles di Turegano, SegoviaFondazione Lucia Bosé – ha acquistato la sua “Angeli – Evoluzione della Specie” – 12 grandi sculture di terracotta. Nel 2010, lo scultore ha realizzato una fontana monumentale,  che include 18 grandi pesci in bronzo e 80 piastre in fusione di vetro, per Fuenlabrada, Madrid.

Per una biografia più completa di questo creativo multiforme, capace di farsi apprezzare a latitudini e da culture così diverse rimandiamo, naturalmente, alla consultazione diretta del suo sito web. Oggi desidero parlare dell’artista per come l’ho conosciuto e avvicinato.

Presentatomi da un amico, Nino mi ha gentilmente aperto il suo studio di Chivasso, uno spazio bellissimo e quasi onirico. Ricordo l’impressione di trovarmi nel laboratorio di un alchimista capace d’infondere vita alla materia inerte e assecondarne la struttura, le tendenze intrinseche. Qua e là, comparivano, accostati o citati, elementi biomorfi, piante e pesci, rappresentati con rara maestria.

Abbiamo lavorato assieme alla realizzazione di un’iniziativa “social marketing” sulla nascita. Ventura aveva proposto un’opera magnifica, una culla del tutto particolare, che mostro nella galleria acclusa, con foto delle sue opere. Quella culla raccontava tutta la spiritualità mediterranea di Nino.  Ve la descrivo con le parole dell’artista:

“… la culla, come un uovo, continua quella dimensione spaziale in cui prende corpo il nuovo essere vivente. Il pesce, nell’evoluzione darwiniana, rappresenta il primo elemento della catena della vita. Il pesce è, anche, un simbolo spirituale e religioso. Il nostro piccolo pesce, è protetto e sicuro. In eredità avrà tutto quello che abbiamo e tutto quello che sapremo costruire per lui poi, con la sua culla–vascello sarà pronto a solcare la vita …”

Nella speranza di avervi trasmesso un po’ delle emozioni che Nino Ventura sa muovere, cito le sue esposizioni in corso: “Africa, dove vive lo spirito dell’arte“, fino al 18 gennaio a Rivoli (TO); “Africa – la grande madre“, fino al 28 maggio a Oderzo (TV) e la permanente nel suo nuovo show room a Verbania.