Andy Goldsworthy, classe 1956, è l’artista della natura. Ha cominciato giovanissimo a lavorare nelle fattorie della natia Scozia, territorio spesso al centro della sua arte e del suo approccio artistico inclusivo e immersivo. Negli spazi urbani come in quelli rurali il suo gesto fa sempre emergere l’intrinseca bellezza della natura. L’artista non aggiunge nulla e non modella la natura, ma la disvela. La forma rotonda è quella che prevale nelle sue ‘composizioni’: siano rocce, fiori o blocchi di ghiaccio, la perfezione della natura si manifesta sempre nella forma circolare.

Andy Goldsworthy
Dandelions newly flowered none as yet turned to seed undamaged by wind or rain a grass verge between dual carriageways di Andy Goldsworthy, 1987. © Courtesy dell’artista, Galerie Lelong & Co, New York

Negli interventi di Goldsworthy non compaiono mai spigoli vivi, forme aliene alla natura che caratterizzano invece il bisogno umano di limitare e suddividere lo spazio. Anche la fragilità delle sue opere più significative, i cerchi di fiori o ghiaccio, è solo apparente: la natura non muore mai, si evolve.

Per tale ragione l’artista ha il coraggio di “giocare”, come lui stesso spesso ricorda, con tutti i suoi colori: la terra brulla o le foglie secche non sono mai sinonimo di morte, quanto piuttosto della forza della vita in continua trasformazione.

La natura è a colori, mai in bianco nero. Andy Goldsworthy ce lo ricorda sempre con le sue opere che finiscono per narrare nello spazio la placida inesorabile gioia dell’esistere.

Sabino Maria Frassà

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