Maurizio Cattelan e l’arte dissacrante, un connubio spesso citato per il padovano, classe 1960, considerato l’artista italiano più quotato al mondo.

L’arte di Cattelan

Influenzato dal movimento dell’avanguardia diffusasi nel secondo dopoguerra, Cattelan abbraccia una rinnovata forma di radicalismo artistico, proponendo opere provocatorie e irriverenti. Tra i suoi temi ricorrenti: la morte, l’amore, il senso della vita, il fallimento.

Gli esordi

L’artista ha esordito negli anni Ottanta, a Forlì, dove cominciò a lavorare disegnando e producendo mobili in legno. La sua prima opera, Senza titolo, è del 1986 e consisteva in una sorta di “rivisitazione” dei tagli di Fontana. Gli squarci sulla tela sono stati disposti in modo da formare una sorta di “Z” di Zorro.

Le opere giovanili

Dopo le prime opere giovanili, Campagna elettorale del 1989, di stampo dadaista, e Lessico familiare, in cui l’artista ricorse per la prima volta all’autoritratto, nel 1990 Cattelan concepì Strategie. Per questa installazione, l’artista acquistò cinquecento numeri di Flash Art, nota rivista d’arte contemporanea. Con alcuni numeri della rivista, Cattelan formò un castello di carte, riferendosi simbolicamente alle “strategie” utilizzate all’interno del mercato dell’arte.

La partecipazione di Cattelan alla Biennale di Venezia

Nel 1993 l’artista partecipò per la prima volta alla 45° Biennale di Venezia, nella sezione Aperto, dedicata agli artisti emergenti. Cattelan propose l’opera, Lavorare è un brutto mestiere, affittando il proprio spazio espositivo a un’agenzia di pubblicità, che lo utilizzò per scopi commerciali durante l’evento. Sempre a Venezia, l’artista esordì con l’installazione Turisti (del 1997, poi riprodotta nel 2011) per la quale espose duecento piccioni imbalsamati, collocati sulle travi del padiglione.

Novecento a Rivoli VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
L’opera Novecento di Maurizio Cattelan esposta al Castello di Rivoli – Foto @R. Steinberger by Flickr CC BY 2.0

Gli escrementi dei piccioni presenti sul pavimento avevano un forte richiamo all’utilizzo di materiali non convenzionali tipici dell’arte povera, affermatasi in Italia negli anni del dopoguerra. Il titolo dell’installazione potrebbe essere un riferimento al turismo di massa e alle sue conseguenze dannose per l’ambiente veneziano.

Le opere di Cattelan esposte al Castello di Rivoli

Il Museo d’arte contemporanea del Castello di Rivoli in provincia di Torino ospita invece due opere del 1997 dell’artista padovano: Charlie don’t surf, in cui il manichino di un bambino siede su un banco di scuola e nelle sue mani sono conficcate due matite. L’opera potrebbe essere un riferimento autobiografico: Cattelan raccontò di essere un bambino turbolento e lasciò la scuola da adolescente, diplomandosi anni dopo alle scuole serali. Ma il manichino può anche rappresentare un’allusione alla limitazione delle libertà degli studenti a opera delle istituzioni scolastiche.

Con Novecento, invece, Cattelan immortalò una cavallo imbalsamato appeso al soffitto, tenuto da un imbrago, con le zampe sproporzionatamente lunghe che pendono verso il pavimento. Il significato dell’opera è da ricercare nella riflessione sull’insicurezza e sulla precaria condizione esistenziale che attanaglia l’essere umano, costantemente in balia degli eventi.

L’utilizzo della tassidermia nelle opere di Cattelan

L’artista è stato sovente oggetto di polemiche per l’utilizzo di animali imbalsamati attraverso la tecnica della tassidermia. Oltre al cavallo di Novecento e di Untitled – I.N.R.I. del 2009, Cattelan ha immortalato anche uno scoiattolo suicida nell’opera Bidibibodibiboo del 1996.

La nona ora di Cattelan VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
La nona ora di Maurizio Cattelan – Foto @F. Romero by Flickr CC BY 2.0

Maurizio Cattelan e l’arte dissacrante – le opere più significative

La Nona ora (1999)

L’opera che però ha consacrato Cattelan al grande pubblico è stata La nona ora, del 1999. L’opera si sostanzia in una scultura raffigurante Papa Giovanni Paolo II a terra, in grandezza naturale, colpito da un meteorite. La novità di Cattelan non consiste solo nel perpetuare lo spirito goliardico che contraddistingue tutte le sue opere, ma nel mettere in scena la morte di una persona famosa, forse la più famosa al mondo.

L’artista ha suggerito che qualsiasi posizione di potere può essere messa in discussione da logiche ed eventi avversi, mettendo in pericolo anche la vita di un pontefice. L’opera è stata poi battuta all’asta per la cifra di 886 000 dollari.

Him (2001)

Un’altra opera che ha destato molto scalpore è stata Him, del 2001. Cattelan ha commissionato la realizzazione di una scultura, che ritrae Hitler in ginocchio, immerso in preghiera e con il volto commosso, come se stesse chiedendo a Dio la sua redenzione. L’idea dell’artista è quella di far riflettere lo spettatore sulla crudeltà umana e sul significato del pentimento.

Him di Maurizio Cattelan VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
L’opera Him di Maurizio Cattelan – Foto @F. Romero by Flickr CC BY 2.0

Untitled (2004)

Dopo Charlie don’t surf, Cattelan ripropose l’utilizzo dei manichini nell’opera Untitled (2004). L’installazione prevedeva la presenza di tre manichini di bambini impiccati alla quercia più antica di Porta Ticinese, a Milano. Come in una gogna medievale, tre bambini finiscono appesi a un albero e osservano la verità e gli orrori della modernità a occhi spalancati.

Alla stregua di un riflettore puntato sulla realtà, Untitled comparì profeticamente proprio nei giorni in cui sui media si susseguirono le terribili immagini delle violenze perpetrate nella prigione di Abu Ghraib, in Iraq. L’installazione dell’opera suscitò reazioni contrastanti e dopo meno di quarantotto ore dall’inaugurazione, un cittadino la distrusse.

L.O.V.E. (2010)

Nel 2010, davanti alla sede della borsa di Milano, Cattelan ha fatto installare una scultura monumentale in marmo di Carrara, L.O.V.E., acrostico di Libertà, Odio, Vendetta, Eternità, raffigurante una mano con tutte le dita mozzate, eccetto il medio, che mostra orgogliosa il gesto osceno del dito. Il dito indicherebbe sia un simbolo di irriverenza nei confronti del fascismo che della finanza che impatta le nostre vite.

Arte dissacrante di Cattelan: L.O.V.E. VilleGiardini stileitaliano villegiardini.it
L’arte dissacrante di Cattelan: la scultura L.O.V.E. – Foto @R. Steinberger by Flickr CC BY 2.0

Il lancio della rivista Toilet Paper

Nel 2010 nacque anche “Toilet Paper“, una rivista di artisti creata e prodotta da Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, fotografo di moda. La rivista non contiene testo ma solo immagini, contribuendo a creare narrazioni ambigue e talvolta inquietanti. Toilet Paper si trasforma essa stessa in un’opera d’arte, rendendosi accessibile a tutti.

Maurizio Cattelan e l’arte dissacrante – le opere più recenti

America (2016)

Un’opera fortemente influenzata dal ready made di Marcel Duchamp è invece America del 2016. L’opera consiste in un wc, rivestito in oro a diciotto carati, utilizzabile dai visitatori del Guggenheim Museum di New York. Cattelan non ha mai fornito spiegazioni sul reale significato dell’opera, ma potrebbe essere un invito a interrogarsi sull’eccesso di ricchezza ostentato negli Stati Uniti, concepita come la società madre del neoliberismo.

Sempre nel 2016 uscì un film documentario sulla figura di Maurizio Cattelan, “Be right back”, per la regia di Maura Axelrod.

Comedian (2019)

Nel 2019 Cattelan tornò a destare interesse e scalpore con la sua opera dal titolo Comedian. La performance artistica si sostanzia in una banana, appesa al muro con del nastro adesivo. L’opera, esposta all’Art Basel di Miami, la fiera d’arte contemporanea più importante al mondo, è stata poi mangiata da un artista presente alla fiera.

Breath Ghosts Blind (2021)

L’ultima esposizione dell’artista è stata Breath Ghosts Blind, al Pirelli Hangar Bicocca di Milano, nel luglio 2021. La mostra si è articolata in tre percorsi, in corrispondenza della piazza, della navata e del cubo. La prima opera che poteva ammirare lo spettatore era “Breath“. La scultura, in marmo bianco di Carrara, rappresenta un uomo e un cane distesi per terra, in posizione fetale. Proseguendo, si è imposta “Ghosts, in cui Cattelan riprese il soggetto dei piccioni imbalsamati, che fecero scalpore con l’opera Turisti del 1997.

La mostra si chiuse con “Blind” in cui Cattelan ripropose l’attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York, l’11 Settembre 2001. Per farlo, l’artista ha ricorso a un monolite in resina nera e alla sagoma di un aereo che lo attraversa. L’opera, imponente e destabilizzante, rappresenta una riflessione sugli eventi tragici della storia, di cui l’uomo contemporaneo ha fatto esperienza. Breath Ghosts Blind invita metaforicamente lo spettatore a riflettere sul ciclo della vita, dalla creazione alla morte.

Laura Pagano

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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