Le opere dell’architetto italiano Giorgio Grassi sono frutto di un’attenta ricerca teorica che si riflette in progetti che fuggono l’approssimazione, in favore di un approccio logico e meditato. Nell’ottica di definire una teoria formale dell’architettura, Grassi si è confrontato con tematiche diverse, dal rapporto tra architettura e città allo studio sulla città antica.

Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, Giorgio Grassi muove i primi passi nel contesto culturale italiano degli anni Sessanta, desideroso di un profondo rinnovamento architettonico. In quegli anni lavora per la rivista Casabella-continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers, avviandosi all’attività didattica e di ricerca, oltre a quella progettuale. Professore ordinario di Architettura al Politecnico di Milano, Grassi insegna prima a Pescara, poi a Valencia, Losanna e Zurigo. Parallelamente, porta avanti lo studio teorico sui caratteri fondanti dell’architettura, condiviso con il collega Aldo Rossi. I risultati di questa prima fase di ricerca confluiscono ne La costruzione logica dell’architettura, scritto pubblicato nel 1967. La prima di numerose pubblicazioni, frutto di ricerche e riflessioni sui lavori di Adolf Loos, Heinrich Tessenow e sulle teorie del razionalismo tedesco. Giorgio Grassi è, inoltre, membro onorario del B.D.A, l’associazione degli architetti tedeschi che unisce a numerosi altri riconoscimenti, ottenuti nel corso della carriera.

Le opere più significative di Giorgio Grassi

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Il teatro Romano di Sagunto in Spagna, ricostruito da Grassi e Manuel Portaceli nel 1985 © Antonio Marín Segovia (CC BY-NC-ND 2.0) via Flickr

Diversi i temi affrontati dall’architetto nei molteplici progetti realizzati in Lombardia, affiancati da opere rilevanti anche all’estero, da Berlino alla Spagna. Tra le opere di Giorgio Grassi figurano musei, scuole, biblioteche ma anche importanti interventi di restauro. Nel 1965 realizza il Monumento ai caduti per la Resistenza a Brescia, struttura in cemento armato bianco, composta da percorsi simili ad un labirinto. A questa si aggiunge il Complesso residenziale progettato a Monza con Aldo Rossi, la scuola media a Tollo e la Casa dello studente a Chieti. Di ampia risonanza anche gli interventi di restauro dei castelli di Abbiategrasso e Fagnano Olona e i lavori di ricostruzione dei teatri romani di Brescia e Sagunto.

Le biblioteche

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La biblioteca pubblica realizzata da Giorgio Grassi a Groningen in Olanda © Jan Glas (CC BY-NC-ND 2.0) via Flickr

Negli Ottanta e Novanta, Giorgio Grassi si confronta con il tema della biblioteca, realizzandone sei tra Milano, Groningen in Olanda e Valencia in Spagna. Sei progetti accomunati da uno schema univoco che l’architetto rielabora e adatta in base alle caratteristiche e alle qualità del luogo. In generale, le biblioteche sono espressione di un lavoro di sintesi che restituisce purezza a tale genere di edificio. Lavoro visibile nelle biblioteche per il campus Milano-Bovisa e per il Nou Campus di Valencia, strutturate attorno ad un ampio volume centrale. La biblioteca del Nou Campus di Valencia si presenta come un edificio solitario, simile ad una fortezza. All’interno tutti i piani, definiti da ballatoi, si affacciano sull’atrio connesso con le sale lettura, ribadendo così la centralità dei libri e il ruolo dell’edificio. All’esterno la biblioteca presenta una facciata in laterizio con una base in pietra opaca, corrispondente al garage.

Il progetto per l’area ABB-Roland Ernst

A Berlino, invece, Giorgio Grassi lavora al progetto dell’area ABB-Roland Ernst, vicina alla Potsdamer Platz di Renzo Piano, espressione del rinnovamento urbano degli anni Novanta. Nell’ambito del complesso, Grassi cura gli edifici 2 e 3, contribuendo all’omogeneità dell’intero intervento, ispirato alle diverse tipologie di edifici della storia berlinese. Realizzato insieme agli architetti Jürgen Sawade e Peter Schweger, il complesso deve l’uniformità all’uso di motivi ricorrenti, come il rivestimento in laterizio e pietra calcarea. Gli edifici di Grassi, pressoché identici, si differenziano per le dimensioni, con una prima struttura a doppia corte, più piccola, e un secondo palazzo centrale. Le due strutture sono, però, collegate da un passaggio inserito nei piani interrati, a livello del parcheggio, e un percorso al piano terra.