Domenico Fontana è stato architetto e personaggio di grande prestigio nel periodo tardo-rinascimentale. Architetto del papa, affiancò Sisto V nei numerosi progetti di edificazione al fine di ridare vigore alla città di Roma e lustro al Papato. Una posizione di rilevo che non perse neppure quando, alla morte di Sisto V, fu costretto a lasciare la città per stabilirsi a Napoli.

La Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore

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La Cappella Sistina della Basilica di Santa Maria Maggiore, Roma © Hugo DK, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

L’attività di Domenico Fontana fu strettamente legata, specie agli esordi, alla figura del cardinale Felice Peretti, con il quale iniziò a collaborare poco dopo essere arrivato a Roma. Una collaborazione che si intensificò quando, diventato papa Sisto V, nominò Fontana architetto di San Pietro. Già impegnato nel progetto di interventi urbanistici, nel 1585 il cardinale affidò a Domenico Fontana l’incarico di realizzare una nuova cappella nella Basilica di Santa Maria Maggiore. La cappella a croce greca mise in risalto le abilità di Fontana di fronte ad un progetto particolarmente complesso. La nuova struttura, che incorporava la Cappella del Presepio di Arnolfo di Cambio, fu decorata con marmi policromi, statue e affreschi. Una cappella monumentale destinata ad ospitare le spoglie di Pio V e, successivamente, quelle dello stesso Sisto V.

Villa Montalto Peretti e Palazzo del Laterano

Su commissione del cardinale, l’architetto Domenico Fontana realizzò un palazzo, noto come Villa Montalto Peretti. La villa, demolita nell’ambito dei lavori per la Stazione Termini, era una costruzione sontuosa, riccamente decorata, che si estendeva su una proprietà di vaste dimensioni. Fontana curò anche gli enormi giardini, divisi in terrazze e costellati da più di trenta fontane, senza contare le numerose opere d’arte. Diventato architetto del papa, l’attività professionale si intensificò, estendendosi a progetti di rilievo sempre maggiore. A partire da un intervento alla facciata settentrionale della Basilica di San Giovanni in Laterano, cui seguì il progetto di Palazzo del Laterano. In questa occasione, Fontana ideò un palazzo in stile rinascimentale, probabilmente ispirato a Palazzo Farnese, in sostituzione dell’antico e più ampio Patriarchium.

Le opere di Domenico Fontana in Vaticano

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Il Salone Sistino, grande sala affrescata, parte della Biblioteca Vaticana © Maus-Trauden, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, via Wikimedia Commons

Ai diversi interventi realizzati nella città di Roma, come quello al Palazzo del Quirinale, si aggiunsero i molteplici progetti in Vaticano. Affiancò Giacomo Della Porta nel completamento della Cupola di San Pietro, seguendo anche i lavori ai Palazzi Apostolici. In particolare, curò l’ampliamento della Biblioteca Vaticana, con la costruzione di un nuovo edificio che attraversava trasversalmente il cortile del Belvedere. Al piano più alto, l’architetto realizzò il Salone Sistino, un grande spazio a due navate completamente affrescato da diversi pittori, tra cui Andrea Lilli e Girolamo Nanni. Al Fontana si deve, inoltre, l’Obelisco Vaticano situato in Piazza San Pietro, uno dei quattro obelischi innalzati sotto la guida dell’architetto. Fu lui, infatti, a seguire l’installazione dell’Obelisco Flaminio, a Piazza del Popolo, dell’Obelisco Esquilino in Piazza Santa Maria Maggiore e di quello Lateranense in Piazza San Giovanni in Laterano.

Il Palazzo Reale di Napoli

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Il Palazzo Reale di Napoli progettato dall’architetto Domenico Fontana © Miguel Hermoso Cuesta, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Dopo la morte di Sisto V, Domenico Fontana fu travolto da accuse e dal mancato sostegno del nuovo pontefice, Clemente VIII. Circostanze che lo costrinsero a lasciare Roma e stabilirsi a Napoli, dove diventò architetto e ingegnere maggiore del Regno. Ottenne, dunque, l’incarico di realizzare il Palazzo Reale di Napoli per volere del viceré Fernando Ruiz de Castro, conte di Lemos. Il Fontana raccolse i disegni originali in una pubblicazione, dal titolo Dichiarazione del Nuovo Regio Palagio. Alla morte dell’architetto i lavori del palazzo, realizzato in stile rinascimentale, furono portati avanti dal figlio, Giulio Cesare Fontana. Nel corso dei decenni, il palazzo subì diversi interventi di ampliamento e restauro che non hanno modificato del tutto, però, il progetto originario. Tra le opere realizzate a Napoli anche la Fontana del Nettuno, fontana monumentale a cui lavorò insieme a Michelangelo Naccherino, Angelo Landi e Pietro Bernini.

Maria Teresa Morano

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