Benedetto Alfieri è stato politico e architetto alla corte di Carlo Emanuele III di Savoia, incarico che gli consentì di realizzare opere di grande prestigio. Dal Teatro Regio ai lavori compiuti per la Reggia di Venaria, Benedetto Alfieri realizzò importanti edifici barocchi in tutto il Piemonte, contribuendo al lustro della Casa Reale.

I primi edifici barocchi ad Asti

Benedetto Alfieri nacque a Roma in una famiglia del ramo cadetto degli Alfieri di Asti, detto di Cortemiglia. Dopo aver concluso gli studi presso il collegio dei padri gesuiti, Alfieri si trasferì a Torino dove si laureò in legge, formandosi in architettura come autodidatta. La professione di avvocato e l’impegno politico furono le principali attività di Benedetto Alfieri agli inizi della carriera, quando l’architettura, sua grande passione, ricopriva ancora un ruolo minore. Tra il 1726 e il 1730 fu consigliere e poi sindaco di Asti, città in cui realizzò le prime opere architettoniche. Diversi gli edifici barocchi che portano la sua firma, a partire dal Palazzo del Comune di Asti, di cui curò la ristrutturazione e l’ampliamento. Seguirono il progetto di Palazzo Alfieri, dimora natale del poeta Vittorio Alfieri, la ristrutturazione di Palazzo Gazzelli e i lavori a Palazzo Ottolenghi, commissionati dal conte Giuseppe Antonio Gabutti.

Il Teatro Regio a Torino

Benedetto Alfieri
Teatro Regio, olio su tela 1752 Torino, Palazzo Madama – Museo civico d’arte antica © Pietro Domenico Olivero (1679–1755), Public domain, via Wikimedia Commons

In seguito alla morte dell’architetto Filippo Juvarra, Carlo Emanuele III di Savoia nominò Benedetto Alfieri Primo Architetto, affidandogli il progetto del Teatro Regio. Simbolo del prestigio della Monarchia, il Teatro Regio fu ultimato in appena due anni su progetto di Alfieri che immaginò una costruzione all’avanguardia. L’architetto prestò particolare attenzione alla facciata del teatro e delle Segreterie di Stato, costruite contemporaneamente, al fine di armonizzare tutti gli edifici di Piazza Castello.
Benedetto Alfieri progettò un teatro ricercato che combinava l’attenzione all’acustica e alla visibilità con soluzioni innovative e ricche decorazioni. Elementi che resero il Teatro Regio uno splendido esempio di teatro all’italiana, al punto che i disegni del progetto furono inseriti ne L’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert. La facciata del Teatro Regio è l’unico elemento che rimane della costruzione originaria di Alfieri, dopo che un incendio distrusse il resto della struttura.

Le opere alla corte di Carlo Emanuele III

Benedetto Alfieri
Palazzina di caccia di Stupinigi, progettata da Filippo Juvarra e ampliata da Benedetto Alfieri © Gianni Careddu, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons

In qualità di Primo Architetto della corte sabauda, Benedetto Alfieri curò diversi progetti, molti dei quali già avviati dal suo predecessore. Nel 1740 lavorò ad un ampliamento della Palazzina di caccia di Stupinigi, progettata proprio da Filippo Juvarra, per la quale introdusse due nuove ali laterali. In questo senso, proseguì i lavori della Reggia di Venaria elaborando un sistema di gallerie e ambienti di servizio, comprese le scuderie e un maneggio coperto. Rilevante anche il lavoro che Alfieri fece per gli interni, in particolare quelli del Palazzo Reale, decorati in stile rococò con interessanti intuizioni per la disposizione di specchi e degli arredi. Oltre ad occuparsi degli interni e del rifacimento di diversi edifici, Alfieri si interessò anche di urbanistica. Nel 1756 contribuì al progetto di Piazza Palazzo di Città, una piazza a pianta rettangolare per la quale pensò un elegante sistema di portici.

Il Duomo di Carignano

Tra le opere di Benedetto Alferi, una in particolare è considerata il suo capolavoro assoluto. Si tratta del Duomo di Carignano, realizzato in sostituzione di una precedente chiesa, dedicato ai santi Giovanni Battista e Remigio. Il Duomo si distinse immediatamente per la struttura inedita, caratterizzata da soluzioni non abituali, ricordato da Vittorio Alfieri come “quella bizzarra chiesa di Carignano fatta a forma di ventaglio’’. All’esterno la chiesa presenta una facciata concava, particolarità che si riflette internamente in una visuale singolare che, dall’ingresso principale, permette di vedere tutti gli altari. Il Duomo di Carignano, composto da un’unica navata sovrastata da una volta anulare, custodisce al suo interno opere d’arte e decorazioni opulente. All’altare maggiore in marmo e alle statue dei dottori della Chiesa si accompagna l’affresco del Giudizio Universale, realizzato da Emanuele Appendini.

Maria Teresa Morano

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