La cappella di Notre-Dame du Haut, meraviglioso esempio di architettura religiosa moderna, è uno dei capolavori di Le Corbusier, sintesi perfetta dell’architettura del maestro. La cappella si erge sulla collina di Bourlémont in Francia e, nella sua rivoluzionaria semplicità, introduce in una dimensione alternativa, di pace e spiritualità.

Il sito e la sua storia

Immersa nelle colline vicino Ronchamp, la cappella di Notre-Dame du Haut sorge in un sito dalle origini antiche, luogo di storia e profonda spiritualità. Il progetto di Le Corbusier è erede di un lungo susseguirsi di epoche ed eventi che, dalla struttura medievale, arrivano fino al secondo dopoguerra. Nel corso dei secoli, infatti, la struttura andò incontro a numerose modifiche e rifacimenti, per essere poi distrutta da un incendio nel 1913. Ricostruita qualche anno dopo, la cappella subì ingenti danni durante la Seconda Guerra Mondiale, rinascendo nuovamente nel 1955 ad opera di Le Corbusier. Colpito dalla potenza del luogo, l’architetto svizzero accettò il progetto, nonostante l’iniziale reticenza, rinsaldando il legame tra la cappella, il paesaggio e la sua storia.

Uno spazio ineffabile

La cappella di Notre-Dame du Haut è la sintesi perfetta di riferimenti ed influenze diverse, unite ai capisaldi dell’architettura di Le Corbusier. Di grande ispirazione il Partenone che, come la cappella, guarda dall’alto di una rupe la città di Atene, ma non mancano riferimenti all’architettura nordafricana. Riletti in chiave moderna e scomposti in una sorprendente semplicità, questi riferimenti diventano tasselli di uno spazio a misura d’uomo, plasmato dal Modulor di Le Corbusier. Inaugurata il 25 giugno del 1955, la cappella di Notre Dame du Haut, riscrive i canoni dell’architettura religiosa, presentandosi come espressione concreta dello “spazio ineffabile’’.

La Cappella di Notre Dame du Haut

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L’altare esterno della cappella di Notre-Dame du Haut © Rob Deutscher (CC BY 2.0) via Flickr

La cappella si presenta all’esterno con le facciate rivolte ai quattro punti cardinali, in un gioco di superfici concave e convesse. Uno schema che instaura un dialogo in più direzioni attraverso le forme delle pareti che si aprono o si chiudono al paesaggio, a seconda dell’angolazione. A differenza degli edifici religiosi classici, la cappella è caratterizzata da una navata irregolare ai cui lati sono poste tre cappelle secondarie, corrispondenti alle torri esterne. Alla dinamicità della struttura contribuisce il tetto, ispirato al guscio di un granchio che, non poggiando direttamente sulle pareti, ribadisce la leggerezza dell’insieme. La struttura, realizzata in cemento, acciaio e con le pietre della cappella originaria, si apre all’esterno grazie ad un secondo altare predisposto sulla facciata est.

La semplicità pura dell’interno

Innovativo anche l’interno della cappella, privo di eccessive decorazioni, con le pareti bianche, il soffitto grigio e il pavimento in pietra. La luce contribuisce a dare dimensione allo spazio attraverso una interessante varietà di aperture, un susseguirsi di finestre, vetrate e feritoie, magistralmente disposte. La purezza grezza delle pareti bianche è, però, spezzata da tocchi di colore presenti in selezionati elementi decorativi, come i vetri colorati e la porta d’ingresso principale. Opera di Le Corbusier, come la quasi totalità degli interni, anche la porta principale, composta da pannelli di acciaio smaltati, raffiguranti scene naturalistiche con riferimenti religiosi. L’architetto prestò particolare attenzione all’acustica della cappella prevedendo, inoltre, all’esterno un moderno sistema elettroacustico per il campanile, che non fu mai realizzato. Al contrario, il campanile fu inserito nel 1975 su progetto di Jean Prouvé che ideò una struttura poco invasiva e ben armonizzata con il complesso.

Il rifugio del pellegrino e la casa del cappellano

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La piramide della pace, monumento commemorativo realizzato con le pietre della cappella distrutta durante la guerra. © Jean-Pierre Dalbéra (CC BY 2.0), via Flickr

La cappella non è l’unica opera di Le Corbusier presente sulla collina. Inizialmente, infatti, l’architetto progettò il rifugio del pellegrino, un dormitorio in cemento armato dipinto con colori brillanti. Destinata ad ospitare gli operai durante la costruzione della cappella, la struttura fu poi convertita in rifugio per i pellegrini in visita al sito. Nelle vicinanze, l’architetto progettò un secondo edificio, di dimensioni modeste, come residenza per il sacrestano e custode della cappella. La casa del cappellano è una struttura semplice ma moderna, uno spazio accogliente e luminoso, realizzato in cemento armato e arricchito da pareti colorate. Poco distante dalla cappella sorge, poi, la piramide della pace, monumento realizzato in memoria dei caduti nelle battaglie del 1944.

Gli interventi di Renzo Piano

Nel 2011, il sito si è arricchito di nuovi edifici, interventi particolarmente complessi e delicati, portati avanti dallo studio RPBW di Renzo Piano. Il Padiglione d’ingresso e il Convento delle Clarisse sono, quindi, il risultato di un lavoro minuzioso, portato avanti nel pieno rispetto del capolavoro di Le Corbusier. Entrambi gli edifici sono realizzati in armonia con l’insieme, attraverso la scelta di forme e materiali che fanno quasi scomparire l’architettura nel paesaggio. Il convento è semplice e discreto, realizzato con coperture verdi che si fondono con il paesaggio e ampie finestre che aprono lo spazio verso l’esterno.

Maria Teresa Morano

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