Progettata dall’architetto Giovanni Michelucci durante gli anni ’60 del Novecento, la Chiesa dell’Autostrada del Sole è considerata uno dei capolavori italiani del periodo. È stata costruita in prossimità del casello ‘Firenze Nord’ dell’A1, lungo il tratto di autostrada che collega Milano a Napoli, per commemorare i lavoratori scomparsi mentre impegnati nella realizzazione dell’infrastruttura. Materiali e volumi si intrecciano generando un’architettura plastica che, nel ripensamento degli spazi liturgici, è emblematica della carica espressiva già sperimentata da Le Corbusier nella Cappella di Notre-Dame du Haut a Ronchamp qualche anno prima.

Il contesto della Chiesa dell’Autostrada del Sole

Immagine aerea della Chiesa dell’Autostrada del Sole © ToscanaInside.com

La Chiesa dell’Autostrada del Sole, dedicata al patrono di Firenze San Giovanni Battista, è stata edificata nel comune di Campi Bisenzio, su un terreno agricolo dedicato alla coltivazione degli ulivi, a una quota più bassa rispetto a quella su cui insisteva il traffico veloce.

Il primo professionista coinvolto nella progettazione dell’opera è stato l’ingegnere Lamberto Stoppa, la cui ipotesi non ha però avuto seguito dati i parei sfavorevoli della Soprintendenza ai monumenti.

L’incarico è stato affidato quindi, tra il 1960 e il 1964, all’architetto Giovanni Michelucci, che negli anni trenta aveva realizzato la nuova stazione di Santa Maria Novella. Egli ha assunto come fondamento della sua proposta la dicotomia presente tra il dinamismo dell’arteria autostradale e la dimensione contenuta del borgo fiorentino. Così, i volumi della chiesa hanno reinterpretato in senso moderno il veloce scorrimento del flusso veicolare, recuperando al tempo stesso, nell’uso artigianale dei materiali da costruzione, un’autenticità regionale.

Luce, struttura e spazio: l’impianto della chiesa

Gli spazi religiosi tradizionali hanno trovato nella Chiesa dell’Autostrada del Sole una composizione innovativa, simbolo di una nuova architettura pubblica in grado di unire culturalmente popolazioni molto diverse che, costruita a Firenze, si poneva al crocevia tra il nord e il sud del Paese.

L’impianto ha un andamento longitudinale ed è distribuito in tre corpi scanditi dai vuoti di due piccoli giardini con ulivi. Il nartece è il fulcro dei percorsi e articola, tra interno ed esterno, le quote degli ambienti liturgici. Noto anche come ‘galleria delle città d’Italia’ o ‘galleria dei santi patroni’, espone, varcata la soglia del portale realizzato dall’artista Pericle Fazzini, gli altorilievi in bronzo di Emilio Greco e Venanzo Crocetti in cui si raccontano le storie dei santi patroni delle dieci città più emblematiche toccate dall’autostrada. Il volume si interpone tra il corpo della galleria battesimale, concluso dalla curva del battistero, e l’aula con pianta a croce latina della chiesa.

La ‘galleria delle città d’Italia’ © Thomas Nemeskeri (CC BY-NC-ND 2.0)

Il progetto della struttura della chiesa ha visto la collaborazione dell’architetto Enzo Vannucci e, nell’opera finita, si assiste alla combinazione dei materiali da costruzione con gli elementi di finitura. In un’alternanza continua di episodi figurativi, il basamento in blocchi di pietra conquista la quota della copertura rivestita in pannelli di rame, per poi cedere alla potenza evocativa del cemento armato lasciato a vista. Il forte senso plastico dell’esterno è visibile anche all’interno, dove il soffitto dell’aula della chiesa raggiunge l’altezza di 26 metri. Sostenuto da pilastri che nella loro ramificazione richiamano le forme naturali degli alberi, esso descrive un grande spazio libero entro cui si inserisce il matroneo.

L’aula della chiesa © Thomas Nemeskeri (CC BY-NC-ND 2.0)

Andrea Zanin

 

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