L’architettura di Tadao Ando si distingue per una forte identità estetica, perfettamente visibile nella Chiesa della Luce, una delle sue opere più celebri. Precursore del Minimalismo e vicino alle filosofie Zen, l’architetto giapponese è riuscito a comunicare, attraverso la manipolazione degli elementi, una nuova tipologia di spazio.

La Chiesa della luce: il primo capolavoro di Tadao Ando

Realizzata nel 1989, la Chiesa della Luce è situata a Ibaraki nell’area metropolitana di Osaka. La chiesa è una chiara sintesi dei cardini dell’architettura di Tadao Ando, elaborati ulteriormente nelle opere successive. Una visione che gli è valsa importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Pritzker, oltre allo status di archistar internazionale. Numerose le tematiche compositive affrontate nel progetto della Chiesa della Luce che, nell’assoluta essenzialità delle forme, si carica di un forte significato simbolico. Come sottolineato dal nome, vera protagonista dell’opera è la luce, un elemento che l’architetto giapponese considera fondamentale nella definizione degli spazi. L’edificio, non più grande di una casa, è volutamente lontano dall’immagine delle chiese monumentali, nell’ottica di non operare distinzione tra la progettazione dei due tipi di edificio.

Lo spazio definito dalla luce

Tadao Ando Chiesa della Luce
Dettaglio della grande croce incisa sulla parete dietro l’altare © Chun-Hung Eric Cheng, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons

La Chiesa è composta da tre cubi, attraversati da una parete disposta a quindici gradi che divide l’ingresso dalla cappella, separando i due spazi. La semplicità è assoluta e l’assenza di decorazioni è totale, ad eccezione di una croce incisa nella parete dietro l’altare, da cui durante il giorno filtra la luce. La croce, così inserita nella struttura, diventa un simbolo potente della dualità dell’esistenza. Un intreccio tra pieno e vuoto, tra la luce e il cemento che riflettono la più profonda distinzione tra la natura spirituale e quella terrena. Con una struttura essenziale dominata da pochi elementi, Ando riesce ad ottenere un effetto di grande impatto dall’alto significato. L’intero edificio è dominato da un senso di vuoto e di silenzio, che rasserena e al tempo stesso inquieta, avvicinando alla riflessione.

Le pareti in cemento, protagoniste della struttura

Tadao Ando Chiesa della Luce
L’interno della Chiesa della Luce, dominato dalle pareti in cemento © hiromitsu morimoto (Flickr CC BY-NC 2.0)

Elemento cardine di tutta l’architettura di Tadao Ando sono le pareti di cemento a vista, presenti anche nella Chiesa della Luce. Si tratta di pareti spesse e imponenti, realizzate con una tecnica precisa che consente di ottenere una superfice dal grande impatto visivo. Anche in questo caso, uno degli elementi base dell’architettura viene caricato di un significato profondo e di un ruolo centrale. Nella Chiesa della Luce, le pareti contribuiscono a rafforzare il gioco di dualità, creando uno spazio separato dal resto della città, totalmente dedicato alla spiritualità. Con la loro imponenza, i muri affermano un confine netto con l’esterno e un senso di vuoto interno che, visto in un’accezione positiva, avvicina l’essere umano alla contemplazione.

L’essenzialità nelle forme e nei materiali

Tadao Ando Chiesa della Luce
Uno spazio esterno della Chiesa della Luce © hiromitsu morimoto (Flickr CC BY-NC 2.0)

Alla semplice spiritualità del luogo contribuiscono anche colori e materiali. Il grigio e il bianco sono gli unici colori a dominare gli spazi, completamente spogli di decorazioni. L’essenzialità è rispettata anche nella scelta dei materiali, limitati al cemento armato e al legno scelto per il pavimento e le panche, realizzate con tavole usate per i ponteggi.
Dieci anni dopo aver ultimato la Chiesa, Tadao Ando lavora ad un edificio adiacente: la Scuola domenicale (Sunday School). Questo secondo edificio è strettamente funzionale e quindi privo della carica simbolica della cappella. A livello estetico, riprende la struttura e gli elementi caratterizzanti la Chiesa, creando uniformità tra le due costruzioni.

Un nuovo modello di architettura religiosa

Con la Chiesa della Luce Tadao Ando presenta un’architettura complessa e fortemente simbolica, in cui l’essenzialità delle forme incontra la ricchezza dei significati. Le pareti minimali in cemento armato diventano il manifesto di un edificio fortemente influenzato dalle filosofie Zen, dalla cultura e dalla tradizione giapponese. Una visione moderna che concilia la purezza delle forme con la funzione religiosa richiesta ad un simile edificio. Nel progetto della Chiesa della Luce, infatti, Ando presenta un approccio inedito all’architettura religiosa, pur realizzando un edificio senza tempo.
Spoglia la chiesa delle decorazioni sacre e delle strutture imponenti, introducendo uno spazio definito dalla luce che cerca una connessione con la natura e la spiritualità.

Maria Teresa Morano

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