Mario Fiorentino è stato un importante architetto dell’Italia della seconda metà del 900. Ha lasciato un’impronta indelebile sulla scena architettonica italiana con la sua visione unica e audace dell’architettura ha suscitato dibattiti e critiche, ma anche l’ammirazione di molti colleghi.

Il primo periodo

Mario Fiorentino è nato a Roma il 5 giugno 1918. Studiò a Roma architettura e durante il suo periodo universitario aderì al Partito d’azione e partecipò alla Resistenza tanto che durante l’occupazione tedesca fu imprigionato. Si laureò nel 1944.

La carriera professionale di Mario Fiorentino si sviluppò durante il periodo di ricostruzione dell’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, concentrandosi sul dibattito sull’architettura e sulla crescita delle città.

Nella prima fase della sua carriera, Mario Fiorentino fu impegnato a livello culturale, partecipando all’Associazione per l’architettura organica (APAO) fondata da Bruno Zevi nel 1945. Questa associazione aveva l’obiettivo di riordinare l’apparato teorico dell’architettura, sottolineando il ruolo sociale dell’architetto e l’importanza del coinvolgimento dei cittadini.

Sacrario delle Fosse Ardeatine

Nel 1945, Fiorentino vinse il concorso nazionale per la sistemazione delle Fosse Ardeatine, insieme agli architetti Nello Aprile, Cino Calcaprina e Aldo Cardelli e agli scultori Mirko Basaldella e Francesco Coccia.

Il Sacrario delle Fosse Ardeatine, inaugurato nel 1949, è un complesso che comprende le grotte in cui si verificò l’eccidio, il Mausoleo in cui sono raccolte le salme e un grande gruppo scultoreo in onore dei 335 martiri.

Pur essendo caratterizzato da una linea architettonica semplice e austera, il monumento è straordinariamente eloquente e la sua monumentalità non celebrativa lo ha reso un’opera estremamente moderna e innovativa rispetto alla solita retorica funeraria.

Mausoleo delle Fosse Ardeatine – ©0000ff (Flickr CC BY-NC-ND 2.0)

Collaborazione con Ridolfi

Dal 1948 in poi, ha collaborato con Mario Ridolfi alla redazione del Manuale dell’Architetto finanziato dal CNR-USIS. Questo manuale rappresentava uno strumento tecnico di fondamentale importanza durante la ricostruzione del dopoguerra. Mario Ridolfi può essere considerato il suo mentore e con lui collaborò anche successivamente. Insieme progettarono e realizzarono l’innovativa soprelevazione del villino di via Paisiello 38 a Roma, che si distingueva notevolmente dallo stile dell’edificio preesistente.

Il tema centrale della sua architettura

In quegli anni, il Fiorentino partecipò con altri professionisti a numerosi concorsi di architettura per la realizzazione di edilizia residenziale a basso costo indetti dall’INA-Casa. Nel 1950, insieme a Ludovico Quaroni, Mario Ridolfi realizzò il quartiere Tiburtino, dove emerse il tema centrale che avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera professionale. Il tema centrale era infatti la relazione tra la tradizione costruttiva del luogo e le caratteristiche socio-culturali degli abitanti delle nuove architetture. Grazie alle sue esperienze sul campo, il Fiorentino acquisì un’ampia conoscenza del processo costruttivo, dalla fase di programmazione a quella di cantiere, diventando uno dei maggiori esperti italiani di edilizia residenziale.

Anni 50

Tra le opere più significative di questo periodo, si possono citare l’insediamento residenziale nella borgata di S. Basilio a Roma nel 1955, il collegio universitario della facoltà di agraria di Napoli a Portici del 1958-59 e gli edifici per abitazione nel quartiere Spine Bianche a Matera costruite dal 1954 al 1958.

Ha progettato otto case a torre in viale Etiopia, che furono completate tra il 1957 e il 1962. In questo intervento ha sperimentato nuove tecniche di prefabbricazione, ispirando molti progetti simili nei decenni successivi.

Anni 60

Per tutti gli anni 60 Mario Fiorentino è stato coinvolto in molte proposte innovative per la città di Roma. Una di queste proposte è stata il piano regolatore di Roma del 1962, che ha sviluppato con l’aiuto di Piero Maria Lugli, Lucio Passarelli, Luigi Piccinato e Michele Valori. Durante questo periodo, ha anche collaborato con Luigi Moretti e Michele Valori per la sistemazione di Piazza dei Cinquecento, un progetto che prevedeva una soluzione di viabilità in parte interrata per garantire la continuità tra la stazione Termini e l’area archeologica delle terme di Diocleziano.

Studio Asse

Nel 1967 ha fondato lo Studio Asse insieme a Quaroni, Delleani, Morandi e Passarelli. Il loro obiettivo principale era condurre una ricerca approfondita sull’asse attrezzato previsto dal piano regolatore di Roma nella zona periferica orientale. Il gruppo di lavoro prevedeva la realizzazione di strutture professionali multidisciplinari, purtroppo però non furono ami realizzate. Durante questa esperienza, Mario Fiorentino ha dimostrato di avere un approccio scientifico ed oggettivo, libero dalle influenze della politica e degli interessi fondiari.

Case popolari a Corviale

Durante gli anni 70 e 80 si dedicò alla progettazione e alla realizzazione dell’insediamento dell’Istituto autonomo per le case popolari a Corviale a Roma. L’insediamento è stato progettato come un’unica soluzione abitativa per 8500 persone, ed è il più grande edificio residenziale mai costruito in Italia. Cinque gruppi di trentadue progettisti, coordinati dal Mario Fiorentino hanno collaborato alla realizzazione di questo edificio lungo un chilometro. L’edificio è stato completamente prefabbricato in stabilimento, utilizzando componenti strutturali e di finitura architettonica, ed è stato articolato su undici livelli. Il Corviale ha ricevuto molte critiche per l’alta tensione sociale che questo tipo di insediamento abitativo intrinsecamente comporta ma anche per le difficoltà gestionali.

Corviale nel 1988 – ©indeciso42 (via wikimedia commons CC BY-SA 4.0)

Maria Giulia Parrinelli

©Villegiardini. Riproduzione riservata

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