“Ho collezionato per esprimere il mio gusto, appagare la mia curiosità e abitare il bello attraverso l’arte”. Con queste parole Paolo Zani, imprenditore di successo nel settore del petrolio e del gas, sintetizzava il suo modo di accostarsi al collezionismo. Nel corso di oltre trenta anni di attività di ricerca e acquisizioni a partire dal 1987 l’imprenditore ha raccolto, fino alla sua morte nel 2018, oltre 1.250 pezzi di rilievo, con i quali ha arredato e creato l’apparato decorativo Villa Zani a Cellatica (Brescia).

villa zani
Un’importante collezione di opere d’arte
del 600 e del 700, raccolta da Paolo Zani
nel corso di oltre 30 anni, è conservata
in una meravigliosa villa e nel suo giardino. Foto di Massimo Listri.

Una collezione che rispecchia gli interessi di Zani per il Seicento e il Settecento, in particolare per quelle opere riferibili ai principali centri della cultura barocca europea: Roma, Venezia, Parigi e la Francia di Luigi XV e Luigi XVI. Accanto a questi tre ambiti principali, i suoi interessi si sono rivolti anche alle eccellenze di Firenze e Genova, senza dimenticare la collezione, unica al mondo, di coralli trapanesi. Con la scomparsa del proprietario e della figlia Carolina questa importante eredità culturale è stata presa in carico dalla Fondazione Paolo e Carolina Zani per l’arte e la cultura, nata proprio per occuparsi della conservazione e della valorizzazione della collezione.

Abitare il bello attraverso l’arte è un’iniziativa di grande valore culturale che asseconda le ultime volontà del proprietario, intenzionato a non disperdere nuovamente queste importanti opere del patrimonio culturale italiano. “Le acquisizioni per Villa Zani nel corso degli anni, che costituiscono il corpus della collezione hanno riguardato soprattutto importanti mobili, oggetti d’arte applicata, sculture e tele di grande rilievo storico, spesso riportate in Italia da Zani dopo la loro fuoriuscita dal patrimonio artistico italiano nei secoli precedenti” spiega Massimiliano Capella, direttore della Fondazione.

villa zani
Ingresso della Casa Museo affiancato da due lanterne veneziane. Foto di Massimo Listri

“Tra i molti, il celebre tavolo con piano ottagonale in commesso marmoreo, realizzato tra la fine del 600 e l’inizio del 700 allorchè il granduca Cosimo III dei Medici concesse a Giovanni Battista Foggini, direttore della Galleria dei Lavori di Firenze, l’utilizzo delle pietre dure preziose della famiglia Medici. Zani lo riportò in Italia nel 2005, dal momento che il tavolo era stato trasferito in Inghilterra oltre 200 anni fa e custodito nella collezione della nobile famiglia Byng”. Tra le circa 30 tele, di particolare rilievo Villa Loredan a Paese di Francesco Guardi, acquistata da un fondo americano depositato alla Frick Collection di New York, considerata l’opera più importante del celebre vedutista veneziano in una collezione non pubblica.

Abitare il bello attraverso l'arte
Salone dell’Ottagono, fondale con paravento Coromandel. Foto di Massimo Listri

Gran parte della collezione di Villa Zani consente di raccontare aneddoti assolutamente straordinari come questi, che testimoniano la visione di un collezionista illuminato e appassionato. “Ho sempre pensato che abitare il bello attraverso l’arte sia amore profondo per uno stile così esuberante come il Barocco che esprimesse la sua vera essenza, che teneva rigorosamente celata dietro una grande riservatezza”, sottolinea Capella. Un riserbo e una grande attenzione alla salvaguardia della sua privacy che tuttavia non gli ha impedito di immaginare e dare vita a questa Casa Museo, da aprire al pubblico e quindi “a disposizione” della curiosità artistica e culturale della collettività. L’allestimento degli interni riprende esattamente quello della casa abitata dai proprietari, con qualche accorgimento per garantire la sicurezza e la conservazione delle opere. La più importante modifica ha riguardato l’illuminazione, “studiata per creare degli scenari in grado di valorizzare, in maniera scenografica,  i corpi scultorei, gli arredi, gli oggetti d’arte applicata, i tappeti”.

Una scultura in pietra arenaria grigia di Jan Pieter Van Baurscheit il Vecchio (1669-1728) con due putti. Foto di Massimo Listri

Questo grazie a un sistema gestito direttamente dalla guida, che modifica gli effetti luminosi a seconda di quello che sta raccontando ai visitatori. “La visita guidata all’interno della casa museo e del giardino è un’esperienza emozionale, differente da quella museale classica”, spiega Massimiliano Capella “esattamente quello che Paolo Zani voleva creare e che ci siamo impegnati a realizzare. Il suo desiderio, apertamente dichiarato, era quello che questa casa museo fosse un luogo vivo e vivace. Un luogo nel quale svolgere attività didattica, museale, musicale e concertistica, conferenze e presentazioni. Un museo che vivesse di un’attività trasversale come quella che effettivamente abbiamo svolto dal momento dell’inaugurazione, il 5 febbraio 2020”. Data emblematica, scelta da Paolo Zani perché il 5 febbraio ricorre il compleanno di Carolina, la figlia che è mancata nove mesi prima di lui. 

villa zani
Scorcio del giardino con Hortus conclusus e fontana in bronzo di Minerva, manifattura napoletana del 700. Foto di Massimo Listri

L’emozione nella visita degli interni di Villa Zani è la stessa che si prova anche percorrendo il grande e scenografico giardino, pensato e curato in prima persona dal proprietario, grande appassionato di verde, che amava andare personalmente alla ricerca di piante rare e di particolare pregio. “La sua idea è che abitare il bello attraverso l’arte sia anche l’architettura verde del giardino dovesse essere in continuità con lo stile della collezione conservata dentro la casa”. Il giardino infatti, coerentemente con il periodo storico a cui fanno riferimento i quadri, le sculture e gli arredi, è un compendio eclettico e raffinato di scenari all’italiana e alla francese, con una grande varietà di circa 450 opere tra sculture, pozzi e fontane.

Abitare il bello attraverso l'arte
Arbusti di Rhododendron e Ilex crenata tenuti secondo la tecnica giapponese Niwaki. Foto di Massimo Listri

“In particolare, la collezione dei vasi del 700 è strepitosa. Comprende circa 50 pezzi in ghisa e bronzo realizzati sulla foggia di quelli creati per il Parc du château de Versailles. Gli splendidi piombi che ornano il ninfeo sono anche quelli della metà del Settecento, realizzati su modello di quelli  che si trovano ancora oggi nel Parc Du Roi”. Sempre per quanto riguarda i vasi, di particolare importanza, un esemplare in marmo di Carrara della metà del Settecento, copia del vaso Medici, il modello di riferimento per tutti quelli realizzati nei due secoli successivi, che sono presenti nei più importanti giardini a livello europeo. Altro pezzo molto importante del giardino è la fontana di Francesco Ladatte, realizzata nella seconda metà del Settecento e appartenuta alla collezione Bruni Tedeschi.

Impluvium, Sala delle pietre. Foto di Massimo Listri

Queste e molte altre meraviglie fanno di Villa Zani un luogo unico dove abitare il bello attraverso l’arte è da scoprire, nel quale, “nonostante la trasformazione in istituzione museale abbia conferito alle singole opere e al loro allestimento una gerarchia scientifica, non è andato perduto quel valore tanto caro al collezionista, l’intimità del vivere quotidianamente l’arte: caratteristica che oggi, attraverso la Fondazione Paolo e Carolina Zani, viene condivisa con l’intera collettività”, conclude Massimiliano Capella. Casa Zani fa parte del Network Grandi Giardini Italiani.

Marco Miglio

©Villegiardini. Riproduzione riservata

Potrebbero interessare anche: