DI MARCO BAY
 

Oltre la siepe

La scoperta di questa fotografia a Londra è stata per me un’emozione che ora, in occasione dell’avvio di questa rubrica, voglio condividere con i lettori. Questa immagine del Giappone dell’inizio del secolo scorso svela solo una delle tante fatiche del lavoro del giardiniere, pesanti carri trainati da buoi trasportano piante, forse camelie, opportunamente protette da fascine. Il giardiniere è figura mitica nella costruzione e nella cura del giardino. Per Gilles Clement in suo recente libro meglio ne sintetizza la sua centralità: il giardiniere è un mago perché interpreta ogni giorno le invenzioni della vita (Giardini, paesaggio, e genio naturale, Quodlibet 2013).

Sempre parlando di giardinieri in Giappone al lavoro appaiono nel recente e interessantissimo video del Tokachi Millenium Forest progetto del sapiente paesaggista inglese Dan Pearson (da vedere la versione integrale).

Sofisticate riprese, che si muovono ai confini della favola, spesso dei fermi immagine tanto da ricordare le pergamene di trattati di botanica o quei particolari ai margini dei quadri fiamminghi e forse ancora sembrano far rivivere la zolla di erba di Albrecht Dürer del 1503! Nella foresta di Tokachi siamo lontani dall’immaginario dei giardini di ghiaia, qui l’ambiente è per natura selvatico. È un progetto ambizioso eco sostenibile per i prossimi mille anni, voluto da un imprenditore privato con l’intenzione di riavvicinare l’uomo all’ambiente. Qui altra lezione da seguire è l’introduzione di un garden show, però senza premi, i partecipanti sono invitati a pensare giardini partendo del mondo naturale anziché creare una scena estranea alla foresta. Lo spettacolo è che questi giardini crescono anche dopo la mostra e non sono creati per una sola stagione.
Tra una foresta e l’altra, a Parigi, capita quasi di inciampare, in un grande albero disteso, ai giardini delle Tuileries, una quercia, per sempre! perché in bronzo, opera del grande artista italiano Giuseppe Penone che conferma ancora una volta il suo felice dialogo con la natura. Qui il grande albero riposa in una radura punteggiata da felci, ellebori e rovi, quello tibetano dal tronco grigio argenteo. Quando vedremo, da noi, questa varietà di rovi in uno spazio pubblico?