Nella casa-studio di Roberto Palomba e Ludovica Serafini, la luce, il bianco e il verde della natura creano una forte continuità tra interni ed esterni.

A Milano, nella zona dei Navigli, in un  edificio bianco su due piani con ampie vetrate che si affaccia sul bel giardino privato, Ludovica e Roberto Palomba, affermati progettisti, hanno scelto la loro casa e anche il loro studio di architettura, grafica e design. Una scatola nella scatola, bianco e colori,  l’interno e l’esterno che si compenetrano, il pubblico e il privato vissuti in maniera non convenzionale. Tutto in questo spazio parla di contrapposizioni che nel convivere, si fondono: prima fra tutte il maschile e il femminile delle due personalità che lo abitano. Ludovica Serafini e Roberto Palomba fondarono nel 1994 il proprio studio (PS+A) a Roma poi si trasferirono a Verona e dal 2006 a Milano. Interpretano il progetto a tutto tondo, dall’oggetto all’architettura: quindi “dal cucchiaio alla città”, come ama citare Ludovica riprendendo la definizione di Ernesto Nathan Rogers del 1952.
L’edificio con pianta a L, ha il proprio fulcro nell’ampio lucernario piramidale in vetro, in corrispondenza del quale si trova a piano terra il tavolo riunioni dello studio. L’abitazione e l’ambiente lavorativo trovano una divisione fisica nella differenza di quota, mentre l’assenza di  porte e barriere conferisce allo spazio fluidità, permettendo alle diverse anime di questa architettura di entrare in contatto. Il pubblico e il privato si ritrovano un’unica sede spaziale, ma anche temporale, dove i due architetti vivono e lavorano. Lo studio è suddiviso in due spazi: da una parte i giovani collaboratori e dall’altra le zone destinate all’architettura, alla grafica e al design.
La luce e il verde, elementi essenziali del progetto, a cui fa da base il colore bianco, attraverso le ampie vetrate e aperture creano un continuum tra l’interno e l’esterno. La vegetazione entra in maniera preponderante nello spazio e la luce modella le superfici. Nell’abitazione, i colori neutri della struttura vengono ravvivati di volta in volta da tocchi cromatici più accesi: i kilim vermiglio, collane africane, vasi in terracotta. Ai souvenir di viaggio, a oggetti di provenienze geografiche diverse, si sovrappongono in maniera del tutto naturale pezzi storici del design internazionale e loro progetti, variegati nella forma e nella funzione.

TESTI DI VERONICA LEALI / FOTO DI ADRIANO BRUSAFERRI